Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva

 

 

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IL PAESE DELLA CORRUZIONE

 

Oggi la Corte dei Conti, per l'ennesima volta, ci avverte che la corruzione non è un problema risolto ma anzi, si sviluppa come un enorme blob invadendo ed interessando ogni livello della pubblica amministrazione. Cosa che ben sa chi ha avuto la fortuna di poter lavorare al servizio della comunità nazionale come è stato per me che, per quasi quarant'anni, ho ritenuto di essere una privilegiata e non per il lassismo in cui versa ma, appunto, perché avevo il privilegio di lavorare in un campo, quello dei beni culturali, che mi consentiva di rendere un importante servizio attraverso il recupero, la valorizzazione, la gestione di un immenso patrimonio. 

Ma quello che ho visto e contro cui ho combattuto è stata una rete di corruzione che, seppure limitata a pochi, aveva sempre la proprietà di essere spalmata su vari livelli: in primo luogo il Dirigente, quindi il fido collaboratore, e dopo un certo numero di impiegati che, considerato l'andazzo, non esitavano a prendre una fetta della torta, piccola, ma pur sempre una fetta, inseguendo il sogno di essere parte del tutto. Lo si vedeva nella concessione dei permessi o nella gestione delle gare che, da parte di alcuni Dirigenti, era il momento più importante dell'attività annuale: quello in cui si poteva fare il 'do ut des' ovvero io ti invito alla gara facendo in modo che tu te la aggiudichi e tu mi fornisci un bene materiale - per esempio un pezzo di antiquariato o un oggetto di design - o una prestazione professionale gratuita ed una manutenzione sui miei beni personali.

Secondo il vecchio detto che recita 'il pesce puzza dalla capa' - ovvero è sempre dall'alto che parte l'input, ognuno seguiva  allo 'zompi chi può'. Ovvio che, a fronte di questa situazione, c'è sempre stata una percentuale alta, la maggioranza, di professionisti e di impiegati seri e preparati, con alto senso morale, ma impotenti a cambiare le cose e costretti a vederle senza potersi esprimere ché si rischiava pure la censura. Al mio ultimo Dirigente, una giovane donna sarda venuta sbandierando il valore della legalità quale bene fondante della sua attività, nel corso di una conversazione, mi sono sentita in dovere di rappresentare una tendenza in uso, ovvero quella di chiedere alla ditta alla quale si intendeva far vincere la gara, di fornire l'elenco delle altre imprese da invitare previo accordo con le stesse; e manco a dirlo la sua risposta era stata: 'lo so,, si fa dappertutto', lasciandomi nello sbigottimento ma non in silenzio: infatti, davanti ad un così basso profilo anche del male .- sinceramente c'è stato di meglio! - ho reagito rinfacciandole che allora la doveva finire di parlare di legalità e che se in Campania c'era la Camorra, lei ne faceva parte visto che non intendeva cambiare i giochi. Incredibile a dirsi ma mi ha anche dato ragione. 

Ora mi chiedo: ma se non cambierà il criterio di nomina dei Dirigenti e se questi saranno sempre scelti secondo logiche di partito ed anche, mi fa male dirlo, di sindacato, come potremo cambiare? Io mi sono arresa ed ho deciso di andare via dedicando, con riduzione dello stipendio, i miei ultimi anni al volontariato assai più proficuo. 

Ho progettato e seguito restauri ed ho sempre fatto atttenzione che le Ditte impegnate avessero i requisiti e non lavorassereo a nero mentre molti miei colleghi, in nome di un populismo del tipo ' peveri ragazzi devono lavorare anche loro' oppure del tipo' tu stai sempre a guardare le leggi, sei una poliziotta' hanno permesso a ditte prive dei requisiti di appropriarsi dei pochi lavori che oggi, stante la crisi economica, vengono ancora finanziati, con il risultato che le ditte in regola, non potendo sostenere i costi del loro essere onesti, hanno gradualmente chiuso o sono passate in nero. Impossibile per chi era in regola denunciare l'abuso compiuto con il beneplacito di funzionari e Dirigenti dello Stato, in quanto sarebbe costato loro la cancellazione dalle ditte chiaate per i lavori pubblici.

Ma dove sono i controlli? Alla fine aveva ragione chi diceva che il male assoluto ero io visto che il malaffare va sempre avanti. Malaffare che si serve anche dell'ignoranza e non solo della disonestà infatti la mia stessa Dirigente e molti funzionari neanche conoscono quali debbano essere i requisiti per fare il restauratore....tutto vero e confortato dalla poca chiarezza operata da parte del competente Ministro di turno.

Le auto blu: utilissime per il servizio dei dipendenti che altrimenti si vedono costretti a non svolgere attività ispettiva, vengono per lo più usate per scarrozzare dall'aeroporto ala sede il Dirigente e dalla sede all'aeroporto: almeno prima i Soprintendenti andavano con l'auto blu sul territorio di competenza, a seguire cantieri o a sovrintendere manifestazioni culturali ma oggi la qualità. così come per i politici, è scesa anche per i Dirigenti  e mentre prima si rubava facendo anche qualcosa per la comunità, oggi si ruba ognuno per sé senza preoccuparsi della decenza.

Figuriamoci quando i soldi da spartire sono tanti come nella Sanità: le cifre crescono enormemente e le coruttele sono direttamente proporzionali alla inefficenza della Regione in cui i servizi si trovano; così, per assurdo, chi vive in una Regione dove la politica sanitaria è inesistente, oltre a pagare nelle mancate prestazioni l'inefficenza, si rassegnerà a pagare in nero perché un servizio che gli spetterebbe gratis gli sia erogato.

Ho speranza, oggi per la prima volta da molti anni, che tutto questo possa cambiare sempre che il Parlamento, che non ha cessato di essere composto dai soggetti che ben conosciamo, non ostacoli l'azione dei Ministri e del capo del governo: gli umori delle persone che si incontrano tutti i giorni parlano in positivo, almeno qui a Parma dove da un po' mi trovo; non so nel sud visti i numerosi interessi che verrebbero calpestati se si cominciasse a fare sul serio. 

 
 
 
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