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Chi va a votare alle primarie?

Post n°154 pubblicato il 17 Novembre 2012 da biancoblu78
 

Le primarie si avvicinano, anche se i giornali non ne parlano. Si sente in giro uno scetticismo più che giustificato, si ha la sensazione che anche in quest’occasione a vincere sarà l’astensionismo.
Ma se chi si astiene lo fa perché non gli piace come funziona la politica, allora chi andrà a votare? La casta e i suoi affiliati.
Esiste tale ipotesi, ma poi ci sono anche quelli che non ci vanno perché sono sfiduciati e rassegnati. Spero non mollino coloro che vogliono cambiare le cose, scegliendo facce nuove… nonostante tutto.

Basta essere giovani? No, le feste di Arcore erano piene di giovani. Ma comunque bisogna fare una riflessione.
Il peso demografico delle nuove generazioni si riduce, con una serie di conseguenze. Gli anziani elettori in aumento si dimostreranno lungimiranti e sceglieranno i candidati che investono sul futuro o penseranno prima a se stessi? La risposta già la conosciamo. Quando il governo Prodi ha dovuto decidere come usare un insperato tesoretto di 9 miliardi di euro, ha scelto di investire sulle pensioni dei 58enni, abolendo il famoso “scalone” ha rinviato il saldo del conto.
Nel 1991 i giovani tra i 16 e i 30 anni erano quasi 13 milioni e mezzo, mentre le persone tra i 60 e i 74 anni erano poco più di 8 milioni. Oggi il rapporto si è rovesciato: la fascia 16-30 è scesa a 9,7 milioni, quella 60-74 è salita a 9,8 milioni. Se però togliamo i giovani stranieri e i minorenni che ancora non votano il numero degli under 30 scende ad appena 7,5 milioni.
In attesa di dare la cittadinanza agli stranieri nati in Italia e abbassare l’età del voto a 16 anni bisogna correre ai ripari.

Non conosco i candidati delle primarie, i pregi e i difetti confidati dai loro supporter o detrattori non hanno alcuna credibilità.
Alla fine sceglierò valutando il loro elettorato:

  • Pier Luigi Bersani: sarà votato dalla dirigenza del partito e dai loro affiliati, penso non ci sia altro da aggiungere.
  • Laura Puppato: la candidata veneta di 55 anni è poco conosciuta e non prenderà molti voti, ma i suoi elettori potrebbero essere degli ambientalisti, magari donne. Potrebbe essere un’ottima ministra dell’ambiente.
  • Matteo Renzi: lo voteranno i giovani e in generale chi vuole rottamare l’attuale classe dirigente del partito. Sono categorie abbastanza trasversali e capaci di attrarre simpatie a prescindere dagli ideali politici.
  • Bruno Tabacci: lo voterà chi stima una persona preparata e capace. Potrebbe essere il prossimo ministro dell’economia.
  • Nichi Vendola: lo voteranno quelli dell’estrema sinistra, quelli talmente all’opposizione da non essere nemmeno rappresentati in parlamento.

Dopo una prima scrematura bisogna vedere anche i “fondamentali”, leggendo le varie proposte. Iniziamo con quelle di Renzi: interessanti, così come la strategia adottata per la campagna elettorale o il metodo usato per discutere i contenuti del programma, dal quale ho scelto tre sfide:

  • Rivoluzione Digitale: in questi anni internet ha creato 700.000 posti di lavoro, ha reso possibile la trasparenza amministrativa, ha aumentato la partecipazione politica, ha cambiato le regole del gioco in molti settori sociali, eppure in Italia ha espresso in minima parte il suo potenziale.
  • Servizio civile obbligatorio per donne e per uomini, magari per soli tre mesi, ma è necessario per ricreare senso di appartenenza, identità e comunità.
  • L’Italia custodisce i 2/3 dei beni culturali del mondo eppure non è al primo posto nel mercato del turismo. Oggi siamo vittime della burocrazia mentre anche siti straordinari come Pompei cadono in pezzi. In dieci anni sono stati ridotti del 30% i fondi pubblici, senza introdurre incentivi fiscali per attrarre finanziamenti privati. Sul rapporto tra cultura, occupazione e economia si gioca un pezzo del nostro futuro.

Se è vero che anche i dettagli sono importanti: la moglie di Renzi è un’insegnante precaria della scuola pubblica…

 
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