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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Metti il maglione il sole va via (Franco Fortini)"

Post n°999 pubblicato il 15 Maggio 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Riconoscimento del Roma Teatro Festival per “Sotto Berlino”  la pièce  di Iolanda Salvato che sarà rappresentata a Roma nella cornice del Festival essendo stata segnalata nella sezione Fringe. La nuova drammatizzazione della regista napoletana è prodotta dall'associazione “Tavole da Palcoscenico” ed è scritta da Gianni Guardigli.  Sul palco, Francesca Annunziata, Antonio Atte, Roberto Giordano, Maia Salvato e Maria Sperandeo, si racconteranno nel seminterrato di una palazzina berlinese dove abitano per scampare alla morte durante la Seconda Guerra Mondiale. Fuori, esplodono le bombe e violente deflagrazioni li costringono al buio. Eppure, nonostante tutto, le problematiche quotidiane della convivenza riescono a scardinare l'orrore e le limitazioni della guerra stessa. Un marito e una moglie, una madre e una figlia, un anziano attore omosessuale: cinque persone profondamente diverse tra loro, ma unite dalla tragedia del conflitto mondiale e dalla caducità della vita. I bombardamenti sono al di là del seminterrato, ma la loro sostanza entra senza pudore con le note delle musiche da vivo di Igor De Vita che rivelano poeticamente l'altra faccia della medaglia.  "In un tempo come il nostro - afferma la regista - non è facile parlare di guerra. Eppure, siamo in guerra costantemente, la subiamo dal mondo e la facciamo ai nostri vicini. Ho creato questo spettacolo per raccontare le continue battaglie della vita quotidiana e per farlo ho messo da parte sia la politica che la storiografia. In scena ci sono cinque persone, esseri umani con un passato differente, e forse senza futuro, che convivono e si raccontano tra gli sfregi della guerra. Per farlo, mi sono affidata alla parola scritta e alla parola detta attraverso i suoni, le luci e le tavole da palcoscenico".

 
 
 
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