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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Rantolo dopo rantolo"

Post n°995 pubblicato il 08 Maggio 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

C'era molta attesa tra gli addetti ai lavori, ma anche tra i suoi molti lettori, per la notizia che lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni avesse deviato dalla saga del Commissario Ricciardi nel Ventennio partenopeo, per dedicarsi ad un giallo contemporaneo ambientato ai giorni nostri. Ebbene "Il metodo del coccodrillo (pagg. 247, euro 17; Mondadori)" ci conferma che De Giovanni ha oramai acquisito la misura del genere, oltre che una sua particolarissima visione della Città. Giuseppe Lojacono è un ispettore in cattività, spedito dalla sua Sicilia "nel ventre molle di una città in perenne decomposizione", per una storia di favori alla mafia. Lascia a Palermo la moglie e soprattutto la quindicenne figlia Marinella. Dalla naftalina del non-luogo dell'antro partenopeo, dove gioca a poker con il computer, lo scalza una bella e brava sostituto procuratrice sarda, Laura Piras, che lo fa affiancare alla Mobile partenopea, perché un serial-killer che lacrima ha troncato tre giovani vite di quartieri ed ambienti diversi. Questo perché Peppino ha dimostrato di avere un pensiero diverso rispetto agli altri inquirenti. In città, infatti, Lojacono vive al buio come il coccodrillo lacrimevole che provoca con la sua azione urla afone, dolore e rassegnazione, solo con la compagnia del sovrintendente Giuffrè e della ristoratrice, regina del ragù, Letizia. Sullo sfondo una Napoli molto reale e lontana dall'oleografia tradizionale: desolata, dura, dove le persone passano veloci, senza guardarsi in faccia, odiando gli altri che sembrano muri di membra sul loro cammino. Ritorna un tema caro di De Giovanni: Napoli come città di fantasmi dove ci si può nascondere anche sotto il sole. Riuscirà Lojacono a fermare le attese bestiali e metodiche del coccodrillo? Lasciamo come al solito al lettore finale e morale. Ricordando però che questo più che un giallo è come al solito un romanzo e che De Giovanni continua a convincere con la sua lingua non barocca, ma molto essenziale e funzionale alle descrizioni ed al ritmo. Lingua senza abbellimenti come nella lezione del De Sanctis, ma che non nasconde il cuore di tenebra di ognuno di noi.

Vincenzo Aiello

 
 
 
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