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Ricordi

Post n°193 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da nuovavita2011
 

 

 

Ho passato la mattinata in una clinica, oggi...

Ho accompagnato mia madre, che doveva fare un piccolo intervento. Dopo averla lasciata in reparto, mi hanno invitato ad aspettare un paio d'ore e poi tornare a riprenderla.

Sono scesa e mi sono seduta in una sala d'aspetto, davanti al pronto soccorso ostetrico.

Via vai di medici e infermiere... fuori un cielo grigio, carico di pioggia, ma l'ambiente è confortevole. Sto serena, di sopra ho trovato il personale molto gentile, so che mia madre è in buone mani.

Ad un tratto arriva una donna... un pancione grosso grosso.

E' un po' agitata, in mano ha delle cartelle... Entra nel pronto soccorso e probabilmente la visitano.

Mi sorprendo un po' che sia sola. E infatti poco dopo arriva un uomo, agitato più di lei... probabilmente era stato a cercare il parcheggio, la strada è molto trafficata.

Dopo un po' riesce ad entrare anche lui nel pronto soccorso. Ne escono insieme, lei sulle sue gambe e non in barella... sento che deve affrontare un cesareo "pregresso", credo voglia dire che non è il primo. Lei è agitata, però è serena...

Immediatamente la vista di quelle due persone che stavano per affrontare un momento così importante mi ha riportato indietro di ventuno anni, al giorno che cominciai ad avere i primi dolori del parto per la nascita del mio primo figlio. La gravidanza era stata buona fino ad un certo punto, ma nell'ultimo periodo avevo avuto problemi di pressione alta.

Quel giorno (era un venerdì) cominciai a sentire le prime contrazioni, ma ci avevano spiegato, al corso per il parto, che c'era tutto il tempo e quindi di non precipitarsi...

Verso mezzogiorno andammo in clinica. Ero molto serena, in genere mi succede così di fronte ad eventi che mi preoccupano... Ci penso tanto prima, e poi sul momento mi viene una grande forza... scompare la paura, vivo quasi come in trance quei momenti, attimo per attimo.

Le ore passavano. Le contrazioni arrivavano come onde. Mi sentivo salire su quell'onda, nella parte più alta... e poi ridiscendere... un attimo di quiete.

Con la respirazione controllavo il dolore. E' stata fantastica la respirazione... non mi ha fatto mai perdere, nemmeno nei momenti più difficili.

Avevo accanto mio marito, non mi ha lasciato mai. Mi teneva la mano, la stringeva di più quando sentiva che arrivava l'onda.

Fuori, in corridoio, seduta su una sedia, mia madre... neanche lei mi ha lasciato mai, ma è stata così discreta da lasciarci vivere quel momento in assoluta intimità.

Arrivò la notte. Le ore di travaglio cominciavo a sentirle tutte. Ginecologa e ostetrica non mi hanno mai lasciato, monitorando continuamente la situazione...

Scelsero, ad un certo punto, di accelerare il travaglio con le flebo di ossitocina. Cominciai a navigare come in un mare in tempesta... le contrazioni si succedevano vicinissime e forti, e tuttavia la respirazione mi aiutava ancora.

Ma fu inutile tutto e ad un certo punto fu evidente che mio figlio era in forte sofferenza. Era l'alba di sabato mattina. Decisero di operarmi d'urgenza... e a quel punto non vedevo l'ora che tutto finisse. Ero sfiancata...

Qualcuno da Lassù deve averci protetto. Ho rischiato io e ancora di più ha rischiato mio figlio.

 

Ricordo quei giorni e il senso di unione che ho provato con l'uomo che avevo accanto... Seppe starmi vicino giorno e notte.

Negli anni seguenti, altre due volte abbiamo vissuto giorni così intensi, per la nascita degli altri due figli.

 

Un figlio ti lega per sempre a qualcuno, già per il solo fatto di esistere... ma anche perché si è vissuto insieme momenti così.

 

Sarebbe bello che, per tutti, il ricordo di un'esperienza come questa servisse a conservare almeno il rispetto, anche quando l'amore non c'è più... ma sento intorno a me tante storie in cui il rispetto è totalmente assente, seppellito sotto anni di guerra, in cui a rimetterci sono prima di tutto i figli...

La cronaca di questi giorni ce ne ha fornito ampio esempio.

Non so come concludere... sono pensieri venuti giù di getto. Ce li avevo nella testa già da giorni, perché ho vissuto il difficile parto di una cara amica...

Oggi sono usciti fuori, un po' così...

 

 
 
 
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