TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

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ANATOMIA

Post n°1205 pubblicato il 09 Agosto 2008 da G_ietta
 

Pelle e corazza:

La pelle delle testuggini è spessa, asciutta e priva di ghiandole, e in alcune zone, come gli arti, è protetta da scaglie cornee. La maggior parte del corpo è racchiusa dalla corazza, con la quale la pelle è in continuità diretta. La corazza costituisce una rigida armatura che protegge il corpo, e serve anche da ancoraggio per i muscoli. Nelle testuggini mediterranee la corazza è costituita da un pezzo unico, in cui possiamo però distinguere varie parti. La parte superiore, a forma di cupola, è detta carapace, e quella inferiore, più o meno piatta, è detta piastrone. La zona che unisce carapace e piastrone viene detta ponte.

La struttura della corazza:

anatomiaLa corazza è fatta di tessuto osseo, rivestito esternamente da uno strato sottile di sostanza detta cheratina, simile a quella che compone le unghie ed i capelli. La parte ossea della corazza è formata da numerose ossa unite insieme. Alcune di queste ossa derivano dalla colonna vertebrale, dalle coste, dallo sterno, e da altri elementi ossei, che si sono completamente modificati, fino a non essere più distinguibili come tali. Altre parti della corazza invece non hanno alcuna corrispondenza con le ossa dello scheletro, e derivano da ossificazioni della pelle. Il rivestimento esterno della corazza, fatto di cheratina, è composto di molti pezzi detti scuti o scudi, circa 38 nel carapace e 18 nel piastrone. Ogni scuto ha un suo nome preciso.

L’accrescimento della corazza:

La parte ossea della corazza è molto vascolarizzata; il suo accrescimento avviene sia per la deposizione di nuovo tessuto osseo ai margini di ciascun osso, sia per l’aumento dello spessore. Negli animali neonati in genere le singole ossa non sono a contatto tra loro, e si incontrano con la crescita. Gli scuti crescono per deposizione di nuovo materiale corneo a livello di tutta la loro superficie inferiore da parte di cellule presenti sulla superficie dell’osso della corazza. A mano a mano che l’osso cresce queste cellule si propagano lateralmente, in modo che la parte ossea ne sia uniformemente ricoperta. In molte specie l’accrescimento si verifica in cicli, e quando un ciclo si arresta si forma un anello intorno allo scuto corneo. Il numero degli anelli che così si formano permette di contare i cicli di accrescimento che la tartaruga ha avuto, che tuttavia non sempre coincidono con il numero degli anni. Nelle tartarughe terrestri la parte superficiale degli scuti si logora per abrasione meccanica; sembra inoltre che la produzione di cheratina sia maggiore alla periferia degli scuti, in modo che il loro spessore non aumenti troppo. Non vi è un’esatta corrispondenza tra uno scuto e l’osso sottostante. Un singolo scuto può coprire parti di più ossa, e mentre l’animale cresce i rapporti tra uno scuto e le ossa sottostanti possono variare. La parte originale dello scuto, l’areola, che è quella presente alla nascita, tende però a restare attaccata alla parte di osso sopra il quale si trovava inizialmente. Ne consegue che spesso negli individui adulti l’areola si trova lontana dal centro dello scuto, quindi non in posizione centrale, e che gli anelli di accrescimento possono essere più concentrati da una parte e più spaziati da un’altra. I bordi degli scuti vengono detti suture, e sono in genere ben visibili anche in individui vecchi. Questi bordi lasciano nell’osso sottostante dei profondi solchi, molto più evidenti dei limiti tra le diverse ossa.

Testa ed estremità:

La testa e gli arti possono essere retratti completamente dentro la corazza; la coda viene nascosta sotto il bordo del carapace piegandola di lato. La colonna vertebrale è in gran parte fusa con il carapace e solo parte del collo e della coda sono ancora libere; l'inserzione di molti muscoli degli arti, della coda e del collo si trova sulla superficie interna del carapace e del piastrone. Gli arti sono tozzi, con le dita fuse insieme, in cui solo le unghie sono distinte. Le tartarughe non hanno denti, e i bordi cornei taglienti delle mandibole formano una specie di becco corneo (ranfoteca) che viene usato per tagliare il cibo in pezzi che possano essere facilmente ingoiati.

Organi interni:

La posizione degli organi interni è abbastanza diversa da quella dei mammiferi. Il fegato è molto grande, e insieme ai muscoli pettorali e al cuore occupa la metà anteriore della cavità viscerale. Lo stomaco è simile a quello dei mammiferi e produce degli enzimi digestivi. L'intestino si differenzia in tenue e colon. Anche il pancreas e il fegato producono una varietà di enzimi e di sali biliari, similmente a quanto avviene nei mammiferi. Nei rettili, come negli uccelli, si trova una struttura che manca nei mammiferi: la cloaca. Consiste di tre compartimenti successivi: il coprodeo che raccoglie le feci, l'urodeo che riceve i dotti del tratto urogenitale e il proctodeo che funge da camera comune di raccolta prima dell’evacuazione. La cloaca si apre all'esterno con una fessura longitudinale presente nella coda. L'assunzione del cibo e la velocità di digestione dipendono strettamente dalla temperatura. Gli animali tenuti in un terrario troppo freddo di solito smettono di mangiare. Se dei rettili devono essere fatti svernare a bassa temperatura è importante che l'ultimo cibo assunto sia stato del tutto digerito e che il tratto intestinale sia completamente vuoto. I polmoni sono molto estesi e sono adesi alla superficie dorsale e dorso-laterale del carapace. Hanno una struttura simile ad una spugna, molto diversa da quella dei mammiferi; nella posizione di riposo occupano la metà dorsale della cavità corporea, ma si riducono a un quinto quando la testa e i quattro arti sono completamente retratti dentro la corazza. Poiché i polmoni sono attaccati da tutti i lati non si sgonfiano se vengono punti, come invece avviene nei mammiferi. Una sottile lamina di tessuto connettivo, priva di muscoli, separa i polmoni dagli organi sottostanti. Dal momento che il torace non si può espandere, a causa della completa rigidità della corazza, la respirazione avviene tramite l’azione dei muscoli che si trovano vicino alla base degli arti anteriori.
Quando questi muscoli si contraggono lo spazio nella cavità toracica si allarga e si crea una pressione negativa che risucchia l'aria nei polmoni. Per effettuare l'espirazione, i visceri vengono spinti contro la superficie ventrale dei polmoni tramite l'espansione di questi muscoli. Il sistema urinario è composto dai reni, dagli ureteri (che trasportano l’urina prodotta dai reni) e dalla vescica urinaria. I reni sono localizzati dietro il margine posteriore dei polmoni, in corrispondenza della parte posteriore della corazza. Al contrario che nei mammiferi gli ureteri non sboccano nella vescica, ma nella cloaca, e da lì l’acqua può poi defluire nella vescica, che può servire per l'immagazzinamento dell'acqua. L’urina è composta da due parti, una liquida, di colore chiaro, e una solida, biancastra. Lo svuotamento della vescica urinaria è un comune meccanismo di difesa quando una tartaruga viene afferrata. La femmina possiede due ovaie, poste sotto i reni. Quando sono in attività aumentano notevolmente di dimensioni, fino a occupare una grande porzione della cavità addominale. Gli organi che accolgono l’ovulo, e in cui avviene la formazione dell’uovo, sono gli ovidotti, che terminano nella cloaca. L’ovidotto ha la capacità di immagazzinare lo sperma deposto dal maschio per periodi anche molto lunghi, infatti la femmina dopo un singolo accoppiamento può deporre uova fertili a distanza di mesi o anni. Il maschio possiede due testicoli di forma ovoidale posti accanto ai reni. Il pene serve a veicolare lo sperma nella cloaca della femmina durante l’accoppiamento, ma non contiene l’uretra come invece nei mammiferi.

Fonte: http://www.allevamento-tartaruga.com

 
 
 
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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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