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...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

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Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
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CHIRURGIA

Post n°109 pubblicato il 18 Aprile 2006 da G_ietta
 
Tag: SALUTE
Foto di G_ietta

Preparazione pre-chirurgica dell'ambiente operatorio
La preparazione pre operatoria dei rettili sottoposti a terapia chirurgica presenta pochi problemi o niente. Dopo che il paziente è stato anestetizzato e immobilizzato in modo appropriato, si strofina accuratamente la zona dell'incisione e quella circostante con una sostanza organica, per uso chirurgico, contenente iodio (povidone) (per esempio Betadine Surgical Scrub) per poi risciacquare e pennellare o usare uno spray chirurgico a base di povidone iodio (per esempio Betadine Solution) o una soluzione antisettica simile. Si dovrebbe circoscrivere la zona operatoria con bende sterili, che possono essere tenute in posizione con liquido adesivo sterile se non si possono usare garze pinzettate a causa della natura dell'integumento o del guscio del paziente.

Strumentazione
Per eseguire la chirurgia generale sono necessari pochi strumenti chirurgici specialistici: 1) varie curette dentarie piccole o piccoli specilli a punta arrotondata (anche bastoncini per togliere il cerume), che sono adatti per l'enucleazione del contenuto di ascessi ispessiti (i bastoncini per il cerume sono particolarmente adatti per lavorare nell'orbita o attorno ad essa, poiché strumenti dal bordo rigido potrebbero danneggiare i delicati contenuti orbitali); 2) forbici angolari metalliche da sutura di 12 cm; 3) trapani manuali a rotazione o seghe, che possono essere usati per tagliare il piastrone o il carapace di tartarughe e testuggini. Se non è disponibile uno strumento a rotazione ad alta velocità un piccolo trapano poco costoso per dilettanti, a motore elettrico (come il Dremel Moto-Tool), è un sostituto apprezzabile; esso può essere sterilizzato con ossido di etilene. Lo strumento può essere immesso in una sacca di tela e sterilizzato, così come può essere reso sterile unitamente ai suoi componenti e ai teli chirurgici, onde evitare la contaminazione del campo operativo; 4) vari strumenti atti alla torsione, frese rotatorie e lame per la sega circolare ( meglio se sterilizzate con ossido di etilene per impedire il deterioramento della parte esterna della lama) e 5) cucchiaini di varia forma e lunghezza per togliere calcoli o uova da una incisione.
La maggior parte di forbici, pinze, pinze emostatiche ed aghi da sutura usati per la chirurgia dei mammiferi è adatta anche per le tecniche operatorie sui rettili.

Materiali per la sutura
 materiali da sutura sono gli stessi usati nella chirurgia dei vertebrati superiori: sono stati usati con successo gut cromico, acido poliglicolico (Dexon), poliestere (Dacron, Mersilene, Polydeck, Tycron e altri) e Vetefil.
Il materiale da sutura preferibile è il filo metallico di acciaio inossidabile monofilamento usato con un ago molto robusto; questo materiale eviterà l'abrasione e la tensione meglio di altri materiali. Ciò è particolarmente importante per incisioni ventrali, palmari e plantari che possono venire di frequente a contatto con superfici abrasive.

Anestesia
L'efficacia dell'anestesia nei rettili è legata strettamente al loro particolare metabolismo. I rettili sono ectotermici, almeno per la maggior parte del loro ciclo vitale. A causa di queste proprietà ectotermiche, la maggior parte dei rettili deve cercare posti caldi, onde innalzare la propria temperatura corporea in modo passivo. Si hanno aumenti di metabolismo durante brevi periodi di intensa attività, come quando gli animali catturano e ingeriscono la preda; in ogni altro momento, tuttavia, i rettili hanno tassi metabolici molto bassi.
I rettili sono altamente sensibili alle incisioni cutanee e reagiscono il più vigorosamente possibile alle ferite penetranti; di conseguenza, nei rettili è necessario l'uso dell'anestesia per la maggior parte delle procedure chirurgiche. Gli effetti degli agenti anestetici iniettabili che sono adottati per mammiferi e uccelli sono assolutamente imprevedibili quando sono usati nei rettili, a causa del basso tasso metabolico di questi animali. Ci si dovrebbe chiedere, in modo critico, se un anestetico iniettabile sia assorbito nei rettili in modo abbastanza completo a ogni livello, così da ottenere una concentrazione di anestetico nel sangue sufficiente per produrre l'anestesia voluta. Sembra irrazionale aumentare semplicemente il dosaggio dei farmaci finché non si raggiungono alti livelli, dato che l'effetto finale che si ottiene è solo una sorta di prolungata invalidità del soggetto e non l'anestesia vera e propria.
Nei rettili, si potrebbe probabilmente ottenere un'immobilizzazione efficace, ed una probabile anestesia, con un bagno di acqua gelata a temperatura esattamente controllata; tuttavia, sarebbe ovviamente difficile una monitorizzazione e il mantenimento di livelli anestetici soddisfacenti. Apparentemente la tolleranza all'esposizione al freddo varia nei rettili a seconda della specie, così come avviene nei mammiferi.
Si ritiene che l'anestesia indotta per inalazione tramite un'unità anestetica chiusa abbia delle limitazioni in molti rettili, a causa della loro capacità di trattenere il respiro.
I rettili hanno polmoni a forma di sacco; all'atto della ventilazione, animali di questo tipo inghiottiscono letteralmente l'aria e la trattengono per periodi variabili di tempo. La posizione abituale di stasi della glottide nei rettili è quella di chiusura ed essa viene aperta solo ad intervalli, per respirare. (Questa è una situazione opposta a quella riscontrabile nei mammiferi e negli uccelli, nei quali la posizione abituale dell'orifizio laringeo è di apertura, con chiusura dello stesso solo per la deglutizione).
Ai rettili che possono essere sottoposti ad intubazione endotracheale tramite contenzione manuale, senza l'apporto di pre-anestesia, può essere somministrato con efficacia un anestetico per via inalatoria con l'introduzione meccanica dell'agente nei sacchi polmonari. L'induzione di anestesia con questo sistema è rapida quasi come nei mammiferi. E' stato anestetizzato chirurgicamente con questo metodo ogni rettile, compresi serpenti, lucertole, tartarughe e coccodrilli. La bocca dell'animale viene tenuta aperta, tramite contenzione manuale, con uno speculo adatto allo scopo, senza l'ausilio di pre-anestesia. L'orifizio laringeo da sottoporre ad intubazione è situato alla base della lingua; il tubo endotracheale viene collegato a un ventilatore per anestesia inalatoria, dando quindi inizio ad una pressione positiva di ventilazione dei sacchi polmonari, al ritmo di 4-6 atti respiratori per minuto. Il picco della pressione positiva al termine dell'inspirazione è situato a 12 cm di H2O. Si somministra alotano (Fluothane) alla concentrazione del 4% in ossigeno fino a che l'animale non cessa di dibattersi e il tono muscolare corporeo del rettile comincia a rilassarsi; a questo punto si riduce la concentrazione di alotano fra il 2 e il 3%. Al diminuire dell'effetto dell'anestetico, il tono muscolare riprende, cominciando generalmente dai segmenti posteriori del corpo.
Quando si raggiunge un completo ristabilimento, l'anestetico viene allontanato e si forniscono periodi di pressione positiva intermittente della ventilazione dei sacchi polmonari, al ritmo di uno ogni 3-5 minuti.
L'anestesia chirurgica in ogni forma di rettili è stata mantenuta per tre ore o più arrivando al ristabilimento completo, ottenuto entro otto ore dall'interruzione di somministrazione dell'alotano. E' possibile che le superfici sierose dei sacchi polmonari respiratori rappresentino il luogo più efficace di somministrazione e interruzione dell'anestetico nei rettili, ricorrendo ad una pressione positiva di ventilazione.

Riparazione fratture
La riparazione di fratture non è una cosa insolita nei rettili in cattività, infatti con l'avvento di tecniche più sofisticate per la fissazione interna di fratture delle ossa lunghe, ci si può aspettare di ottenere risultati post operatori di gran lunga migliori rispetto a quelli ottenibili con la steccatura esterna.
Nella maggior parte dei casi di fratture alle ossa lunghe dei rettili, l'elasticità e robustezza della pelle sovrastante tende ad impedire la perforazione della pelle da parte di frammenti ossei acuminati. L'esperienza ha dimostrato anche che le ossa lunghe dei rettili generalmente dopo un trauma esterno non vanno incontro a fratture comminute gravi.
Gli approcci chirurgici alle fratture degli arti dei rettili sono quasi identici a quelli in uso nei mammiferi. Non appena possibile, si dovrebbe effettuare l'incisione tra due squame adiacenti; quando sono stati isolati i frammenti più importanti e il tessuto molle danneggiato è stato sistemato, si può procedere alla fissazione con chiodi intramidollari o con placche ossee; occasionalmente può essere effettuata la compressione intrafragmentaria, usando viti di osso compatto o spugnoso. In molte fratture il metodo d'elezione è l'uso di fili metallici con banda di trazione, portati in posizione da aghi o viti metalliche.
Quando è stata completata la fissazione meccanica è l'incisione è pronta per la sutura, si riavvicinano i tessuti molli eseguendo le suture con gust assorbibile o acido poliglicolico. Si dovrebbe rilevare anche che senza cure mediche la maggior parte delle fratture chiuse nei rettili guarirà da sola, con gradi variabili di spostamento dell'osso; la maggior parte degli arti riacquista una certa funzionalità.
Nella maggior parte dei casi i chiodi intramidollari dovrebbero essere lasciati in posizione per circa due-tre mesi, anche se le suture cutanee possono essere tolte entro tre o quattro settimane.
Indipendentemente dalla scelta tra immobilizzazione esterna o interna della frattura ossea, si devono somministrare all'animale calcio e vitamina C e D3 nella dieta.

 

Amputazioni
Quando è necessario asportare chirurgicamente singole falangi o l'intero dito, a causa di lesioni altamente distruttive come traumi gravi o cancrena, le amputazioni si effettuano nel modo migliore al punto di giunzione palmare o plantare; infatti il paziente rimane con un arto altamente funzionale e l'aspetto estetico è molto soddisfacente. Si realizzano due lembi cutanei curvilinei che si uniscono medialmente e lateralmente e si disarticola la falange in prossimità della parte finale delle incisioni curvilinee; i tessuti molli vengono conservati e tirati verso il basso per coprire l'osso disarticolato, quindi vengono cuciti insieme per formare una superficie protetta e con un buon cuscinetto. Si uniscono i due lembi di pelle con suture non assorbibili, cominciando dal centro verso le estremità per impedire il raggrinzimento della linea finale di incisione.
Quando si deve sacrificare un intero arto, a causa di una irreparabile perdita di tessuto, di neoplasia o infezione, è preferibile amputare la zampa anteriore o posteriore interessata all'altezza della rispettiva articolazione scapolo omerale o coxofemorale; con questo metodo, dopo l'operazione, non rimarranno moncherini; anche in questo caso si ricorre al metodo dei due lembi cutanei.
Quando si eseguono amputazioni, si deve controllare la perdita di sangue legando sequenzialmente i principali vasi sanguigni man mano che si incontrano; anche i nervi di grandi dimensioni si legano e si tagliano come nei mammiferi; se il chirurgo lo reputa necessario essi possono essere ripiegati su se stessi e legati.
Non appena possibile, si dovrebbero rimuovere i tessuti molli vitali, specialmente le masse muscolari, dall'osso che deve essere amputato; cioè asportare la zona di inserzione sull'osso in modo che il muscolo sia libero; si usa questo tessuto per coprire il moncherino prossimale dell'osso. Quando è stato fatto ciò, i lembi di pelle vengono suturati nel modo descritto nella sezione riguardante i metodi di sutura; il risultato è un massimo comfort per il paziente e la metodica non provoca traumi ulteriori.
Se si deve accorciare chirurgicamente la coda, si deve decidere se suturare o no il moncone. Per le tartarughe in cui la coda non si rigenera, si ricorre a una incisione dei lembi ventro-dorsali o latero-laterali; con la muscolatura coccigea salvata si ottiene un'adeguata copertura dei tessuti molli per il moncherino coccigeo. La sutura della pelle è pratica di routine, impiegando suture non assorbibili o con acido poliglicolico.



 

 

 
 
 
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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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Inviato da: Fra
il 20/06/2023 alle 23:21
 
buongiorno ho due tartarughe d'acqua da circa 13 anni,...
Inviato da: cinzia
il 07/10/2022 alle 08:30
 
Mi chiamo Zola La Rosa, ho visto un commento online su come...
Inviato da: Zola La Rosa
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