Creato da Spitama il 17/06/2009
Impressioni e pensieri di uno qualunque

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Ultimi commenti

 

LO SCAFFALE

La “mente”, cioè la nostra coscienza consapevole del mondo, è un aspetto fondamentale della società. Con questo libro Paul Davies, uno scienziato che non professa alcuna religione tradizionale, afferma che c'è un livello più profondo di comprensione e spiegazione, che si può chiamare Dio, per cui, anche se non si può dire che noi siamo il fine dell'esistenza dell'universo, gli esseri umani sono una parte essenziale dell'organizzazione del mondo.

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Rchard Dawkins, biologo evolutivo e membro della Royal Society, con questo suo libro non solo vuol dimostrare, con stile piacevole e argomentazioni provocatorie, l'assoluta improbabilità di un essere superiore, creatore del cielo e della terra, ma soprattutto denunciare come ogni forma di religione possa trasformarsi in fondamentalismo, fomentare guerre e condizionare la mente dei bambini.

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Se volete conoscere i pensieri di un  chimico alquanto stravagante, che con i suoi alambicchi si costruiva ogni tipo di “sballo”, e nonostante ciò è riuscito a guadagnarsi, nel 1993, un premio Nobel per la Chimica. Leggetevi questo libro. Simile ad un esplosivo laboratorio di idee, Kary Mullis ci sfida a mettere in discussione l'autorità della scienza dogmatica. Dalla sua penna scoprirete come vive, lavora e si diverte una delle menti più brillanti dell'ultimo secolo.

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    << La nostra vita è un opera d'arte, che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no>>, questo pensiero è tratto dal libro con il quale lo scrittore ci propone la sua soluzione personale al secolare problema di come deve essere una vita felice. Se volete scoprire un nuovo metodo per apprendere l'arte di essere felici e forgiare la propria vita in modo originale, leggetevi questo libro. E, dalla penna di uno dei pensatori più noti e influenti al mondo, potrai conoscere il suo pensiero e ascoltare i suoi consigli, a mio avviso, utili e attuabili.

copertina del libro

 

 

BACHECA PARROCCHIALE: AVVISI

Gentili parrocchiane, non dimenticate la vendita di beneficenza. È  un buon modo per liberarvi di quelle cose inutili che vi ingombrano la casa. Portate i vostri mariti.

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Venerdì prossimo alle ore 17 ci sarà il primo incontro del Gruppo Giovani Madri. Tutte le ragazze della Parrocchia che desiderano diventare giovani madri possono rivolgersi al parroco, nel suo studio.

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Il Gruppo di recupero della fiducia in sé stessi, si riunisce venerdì sera alle      ore 19. Per cortesia usate la porta sul retro.

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Per favore mettete le vostre offerte nella busta, insieme ai defunti che volete far ricordare.

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Un nuovo organo è stato installato in Chiesa. E' stato donato da uno dei   nostri parrocchiani, in memoria di sua moglie.

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

ACCIDIA

In un giardino, un vagabbonno dorme

accucciato per terra, arinnicchiato,

che manco se distingueno le forme.

 

Passa una guardia: - Alò - dice - Cammina !

Quello se smucchia e   j' arisponne: - Bravo !

Me sveji propio a tempo ! M' insognavo

che stavo a lavorà ne l' officina !

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

AVARIZIA

Ho conosciuto un vecchio

ricco, ma avaro; avaro a un punto tale

che guarda li quattrini ne lo specchio

pe' vede raddoppiato il capitale.

 

Allora dice: - Quelli li do via

perché ce faccio beneficenza;

ma questi me li tengo pe' prudenza...

E li ripone nella scrivania

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

GOLA

Un Gatto s' incontrò con un amico

Come va ? - Se campicchia... - E indove stai ? -

Dice: - Lavoro in quer palazzo antico.

Uh ! Li sorci che acchiappo ! Nun te dico

Nun finischeno mai !

Che strage ! Che macello !

Fa piacere a vedello !

Però nella soffitta der palazzo,

c'è la moglie d'un sorcio co' la fija

e quelle, poveracce, nu' l' ammazzo:

prima per un riguardo a la famija

eppoi perché me fanno

trecento sorci all' anno...

In certe circostanze è necessario

un po' de sentimento umanitario 

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

                                                 INVIDIA

Su li stessi gradini de la chiesa

c'è uno sciancato co' la bussoletta

e una vecchietta co' la mano tesa.

 

Ogni minuto lo sciancato dice:

- Moveteve a pietà d'un infelice

che so' tre giorni che nun ha magnato...

E la vecchia barbotta: - Esaggerato !

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

                                                                                                                        IRA

Lidia, ch'è nevrastenica, è capace

che quanno liticamo per un gnente

se dà li pugni in testa, espressamente

perché lo sa che questo me dispiace.

 

Io je dico: Sta' bona, amore mio,

ché sennò te fai male, core santo...

Ma lei però fa peggio, infino a tanto

che quarcheduno je ne do pur'io 

 

 

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

LUSSURIA

 

Pe' un ladro, un assassino o un mentitore

c'è sempre un modo pe' arriva' ar Signore

l'importante è che ce sia er pentimento

pure che fosse a l'urtimo momento

 

La Chiesa vanta tanti pensatori

furgide menti, ma prima peccatori

che passorno la vita a fa' baldoria

prima de sorge a 'na Cristiana Gloria

 

Frate Abelardo fu propio uno de questi

che prima de studia l' Antichi Testi

era famoso pe' certe inclinazioni

che perse poi cor tajo dei cojoni

 

GLI INTRAMONTABILI

 

I VIZI CAPITALI

SUPERBIA

Quello che te fa danno è la modestia:

- disse un Cavallo a un Ciuccio- ecco perché

nun sei riuscito a diventà una bestia

nobbile e generosa come me ! -

 

Er Ciuccio disse: - Stupido che sei !

S'io ciavevo davero l'ambizzione

de fa carriera, a st'ora già sarei

Ministro de la Pubbrica Istruzzione

 

 

Domani tutti a pesca !

Post n°378 pubblicato il 25 Giugno 2011 da Spitama
 
Foto di Spitama

Se siete amanti della pesca, però non avete la giusta pazienza e la dovuta concentrazione per affrontare una domenica di pesca, vi porterò con me in un posto dove queste qualità non sono necessarie, anzi possono considerarsi del tutto superflue.

 Ciò nondimeno  posso comunque garantirvi una pesca più che proficua,  fatta in totale spensieratezza, e condita anche da qualche  risata, mentre i pesci ci cadranno nella barca senza il minimo sforzo da parte nostra.

          Voi  credete che vi stia raccontando una favola sul paradiso dei pescatori, o che sia diventato matto come il pescatore della foto qui accanto; ma non è così, è la pura realtà !

      

 Certo il posto in cui vi porterò non è proprio vicino, perché si trova nell’Ohio, Stati Uniti, ed è un fiume, il  Wabash River per la precisione, però vi garantisco che pescheremo, anzi “raccoglieremo”, delle belle e grosse carpe. I pescatori scettici sono pregati di guardarsi questo video, prima di esprimere una qualsiasi opinione…

 

  

 

 

 

                

 

 

 
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Musica nel sangue…

Post n°377 pubblicato il 23 Giugno 2011 da Spitama
 
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È opinione comune credere che l’uomo sia l’unico essere vivente ad avere il senso del "ritmo" ed un “orecchio musicale”. Questa convinzione non è altro che uno dei tanti luoghi comuni esistenti a questo mondo, e la Natura  per sconfessarci, spesso ci propone come esempi viventi degli  animali che, a dire che hanno la musica nel sangue  è dire poco. Non ci credete ? Allora gustatevi questi due video…

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                       

 

 
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Avviso agli scacchisti

Post n°375 pubblicato il 21 Giugno 2011 da Spitama
 
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A  chi è un appassionato degli scacchi ed è ansioso di cimentarsi in un torneo, si raccomanda vivamente di evitare di iscriversi al campionato di Chessboxing . Perché, a meno che non sia abbia una “stazza” alla Tyson, si rischia di uscirne oltre che perdente anche con le ossa rotte.

 

 Beh, è facile capirne le ragioni…il genere del campionato parla da solo. Di fatto  la Chessboxing unisce due sport apparentemente in contraddizione, i quali entrambi spingono gli atleti al loro limite, sia sul piano fisico che su quello mentale. In quanto alle regole di questa affascinante e curiosa disciplina: i due sfidanti si affrontano in undici riprese, in cui vengono alternati cinque round di pugilato da due minuti ciascuno e sei di scacchi, di quattro minuti.

      Il tutto immortalato da uno schermo gigante visibile agli spettatori. Tra un round e l’altro c'è un minuto di pausa. La variante di scacchi utilizzata per gli incontri è un gioco rapido, con venti minuti a disposizione dei giocatori per completare la partita. Se un combattente non muove durante il suo turno può essere ammonito dall'arbitro, e da quel momento ha dieci secondi per effettuare una mossa. L’incontro può terminare  perché uno dei due finisce ko, per scacco matto, per decisione del giudice o per esaurimento dei venti minuti a disposizione da parte di uno dei due contendenti. Insomma si vince o grazie ai guantoni, o grazie alla testa.

 

      L’edizione 2008, tenutasi a Berlino, è stata vinta dal russo Nikolay Sazhin, ma la rivelazione del torneo è stato il peso massimo italiano

 

 

 

 

 

        

           Gianluca Sirci   Il Dottor “ Sirci,

 

 

 

 

 

come sono soliti ormai chiamare nell’ambiente della Chessboxing il nostro Gianluca. Alto 1,87 m, con un peso considerevole di  120Kg, è un biologo esperto di eco tossicologia, oltre  ad essere  direttore di un laboratorio biochimico.

       Sirci ha vinto il suo match contro uno sfidante inglese per la squalifica di quest’ultimo quando ha buttato l’italiano fuori dal ring. Se siete curiosi di assistere al match  del biologo di Foligno, guardatevi questo video…

 

 

 

 

 

 

 

 

                 

 

 
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La costanza

Post n°374 pubblicato il 19 Giugno 2011 da Spitama
 
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C'è chi dice che la costanza dello stimolo porta al fatto che a lungo andare esso scompaia. Io ritengo invece che la costanza nel prolungare uno stimolo, porti alla realizzazione degli obiettivi. Coloro i quali si prefiggono degli obiettivi e lavorano costantemente per la loro realizzazione, riescono a raggiungerli sicuramente. Essere costanti ci trasforma in persone più serene, perché in pace con noi stessi. Quando realizziamo i nostri compiti ci sentiamo  con la coscienza a posto. Questa importante virtù che ci aiuta ad affrontare le avversità della vita non è una peculiarità esclusiva dell’uomo, ma la possiamo riscontare, a volte  in misura anche maggiore, in altre specie viventi, come nel caso di un cane. Leggete qui di seguito... 

 

 

Il Washington Post dà notizia, con un certo rilievo, della visita alla capitale americana di un cane con solo due zampe che, di conseguenza, cammina eretto come un essere umano. “Faith” , “Fede”, questo è il nome del bipede americano, che oltre ad aver una commissione onoraria come sergente nell’esercito e pure titolare di un sito Faith the Dog's Official Web Site  , dedicato principalmente alle ambizioni della padrona, la Sig.ra Jude Stringfellow, di farlo scritturare per un film hollywoodiano “dal lieto fine”.        

     

 

 << Quando mio figlio Reuben portò il cucciolo a casa – racconta la proprietaria - di zampe ne aveva solo tre, quella anteriore sinistra era però gravemente deformata, e al settimo mese di vita, fummo costretti ad amputarla perché stava cominciando ad  atrofizzarsi. La gente mi chiede se è stato facile insegnare a Fede di camminare in posizione eretta ... la risposta è NO! Non è stato facile, e non è stato naturale. Ci è voluta tanta, ma tanta …Fede !>>

 

 

 

 

 

                    

 

 

 

      Insomma, che dire: con costanza e… Fede, si possono superare tutti gli handicap e le avversità della vita !

 
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Sex and the Vatican

Post n°373 pubblicato il 17 Giugno 2011 da Spitama
 
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Questo viaggio nel sesso dei preti. parte dal racconto di una festa molto speciale, e da un'inchiesta che ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo, da Newsweek al Guardian, dalla Cbs al Washington Post, dalla Bbc a France2, da El Mundo alla Pravda, fino alla tv iraniana.

        Un'impeccabile indagine da “undercover reporter” che ha avuto enorme eco e ha provocato la reazione del Vaticano, che in una nota ufficiale del Vicariato di Roma ha invitato i preti coinvolti a “uscire allo scoperto”. Proprio in quei giorni caldi, Carmelo Abbate continuava il suo lavoro da “infiltrato” sotto copertura, un lavoro che si è protratto per diversi mesi e dalla Città Eterna si è allargato ad altre città italiane, da Venezia a Palermo, e quindi oltre confine. Il risultato è un reportage ricco di rivelazioni, dialoghi serrati, incontri segreti, testimonianze, a volte dolenti a volte sconcertanti, per un percorso che prende il via dai dintorni del Vaticano e si dipana un po' ovunque, tra vizi privati e pubbliche virtù. 

       Sacerdoti di ogni nazionalità che si dividono tra le stanze di via della Conciliazione e la movida della Roma by night. Esperienze di escort e chat. Seminaristi e suore che vivono di nascosto la propria sessualità, sia etero che omosessuale. Il problema dei figli dei sacerdoti e delle loro madri, che hanno inviato a papa Benedetto XVI un documento segreto per raccontare la loro difficile condizione. Sacerdoti che testimoniano il loro disagio. Converrete che si tratta di un argomento scabroso. L’edizione francese del libro è schizzata al numero 12 della classifica dei saggi più venduti di Amazon.fr e la prima edizione è andata esaurita in meno di una settimana. 

                 In Italia, al contrario, la pubblicazione di “Sex and the Vatican” è stata accolta da un muro di imbarazzato silenzio. È come se il libro non fosse mai stato pubblicato. Naturalmente ci saranno quelli che ritengono il libro di Abbate solo un caso di sensazionalismo becero. Tuttavia i suoi meriti e demeriti non sono stati neppure discussi, in Italia.

Tutto ciò è inquietante per almeno una ragione, o forse due. Ciò mostra che, nonostante la fine della Democrazia Cristiana, la vita pubblica italiana continua ad essere influenzata dalla Chiesa cattolica in un modo che è profondamente non salutare. La questione, che senza dubbio non sarà mai risolta, è se il silenzio che ha avvolto “Sex and the Vatican” è il risultato di un’autocensura e un malposto senso di rispetto da parte dei giornalisti italiani, o se è dovuto ad un intervento diretto delle gerarchie ecclesiali.

 
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I numeri: che mistero !

Post n°372 pubblicato il 15 Giugno 2011 da Spitama
 
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Il linguaggio dei numeri sta influenzando sempre di più la vita intorno a noi. Noi comunichiamo con i numeri. I numeri ci dicono come funziona la nostra mente, come riusciamo a capire la natura; ci parlano della nostra storia e del nostro futuro. I numeri consentono agli scienziati di mettere a punto idee sul mondo che sarebbero indescrivibili senza i numeri.

         Noi calcoliamo ogni fase della nostra vita: quanti anni abbiamo, che cosa è reale, dove, quanto, a che distanza. Cerchiamo di capire cosa succede quando mettiamo in gioco il nostro denaro; cerchiamo di tenere il tempo, il che significa contare. Cerchiamo di andare a casa prendendo l’autobus giusto, all’ora giusta e di bussare alla porta giusta. Insomma i numeri sono un linguaggio che tutti noi dobbiamo parlare ogni giorno della nostra vita, il saper “far di conto” è ormai diventato vitale.  

           

 

Però se si chiede alla gente la loro opinione sulla matematica, troviamo chi dice di averla studiata poco, chi dice che la matematica è orribile, chi la trova noiosa perché nessuno ha saputo interessarlo. Ora io qui non vi voglio fare una lezione di matematica, però, vi voglio parlare di alcuni numeri speciali, anzi direi arcani.

 

 

 

        Quali sono questi “numeri misteriosi” ? Il  1.089 è uno di questi. Pensate a un numero di tre cifre, per esempio 521 (ma va bene qualsiasi numero di tre cifre purché la prima e l’ultima cifra differiscano almeno di due unità). Ora scrivete il numero al contrario, invertendo l’ordine delle cifre (125). Poi prendete il minore dei due numeri ottenuti è sottraete l’uno dall’altro. Nel nostro esempio 521-125 = 396. Infine prendi il risultato e sommalo allo stesso numero scritto al contrario: 396+ 693 = 1.089. Il risultato finale è 1.089. Ti aspetteresti che, cambiando i numeri, il risultato cambi, invece no. La cosa curiosa è che qualsiasi numero scegli il risultato sarà sempre 1.089. Provare per credere.

Esempio: 

963 - 369 = 594

594 + 495 = 1.089

        Un altro numero sorprendente è il 3.087. Infatti se si prende un numero composto da 4 cifre “a scalare” (come ad esempio 9.876 o 5.432) e si sottrae il numero composto dalle stesse cifre dall’ordine invertito, si otterrà sempre il numero 3.087.

Ecco degli esempi:

9.876 - 6.789 = 3.087

8.765 - 5.678 = 3.087

7.654 - 4.567 = 3.087

 

Un altro numero magico” è il 198. Questa volta prendiamo un numero composto da tre cifre “a scalare” (come ad esempio 987 o 543) e sottraiamo il numero composto dalle stesse cifre dall’ordine invertito: otterremo sempre il numero 198.

 

765 - 567 = 198

654 - 456 = 198

987 - 789 = 198

 

       Lo sapevate infine che il numero 111.111.111 moltiplicato per se stesso dà un risultato straordinario?

 

111.111.111 x 111.111.111 = 12345678987654321

 
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Droghe: che fare ? Legalizzarle ?

Post n°371 pubblicato il 13 Giugno 2011 da Spitama
 
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<< La Global Commision on Drug Policy, presieduta dall’ex presidente brasiliano Fernando Enrique Cardoso, ha presentato il suo rapporto alle Nazioni Unite. Dobbiamo ascoltare gli autori di questo  rapporto sulla “guerra contro la droga” . Non sono dei fanatici dello spinello, né degli entusiasti del libero mercato. Sono ex presidenti, noti scrittori, alti responsabili delle Nazioni Unite, imprenditori. Kofi Annan, Javer Solana, Ernesto Zedillo, Giorgos Papandreou, Mario Vargas Llosa, Richard Branson e molte altre personalità internazionali fanno parte di questa commissione nata nel 2010. e la loro constatazione è inesorabile: la proibizione del consumo di droga e la repressione dei trafficanti hanno fallito.

 

 

      Questa “guerra”, per usare il termine adottato dagli stati, ha avuto come “danno collaterale” la morte di centinaia di persone innocenti, soprattutto in America Latina, troppo vicina agli Stati Uniti e ai suoi cocainomani. Ma la legalizzazione delle droghe è possibile e basterebbe da sola a decriminalizzare il mercato degli stupefacenti ? Gli autori del rapporto rispondono che per la cannabis funzionerebbe, e per le droghe pesanti incoraggiano le sperimentazioni. La legalizzazione, che certamente non ha il sostegno della maggioranza dei cittadini, non è una soluzione miracolistica.

 

      È difficile che uno stato possa davvero organizzare il consumo di  prodotti altamente tossici come il crack o l’eroina. . e neanche la deregolamentazione può essere considerata una risposta accettabile a un problema di sanità pubblica. Solo tenendo conto delle differenze tra i tipi di droga e tra le categorie di consumatori, molti dei quali sono dei malati, si potrà trovare una soluzione al problema al tempo stesso legale e moralmente accettabile >>.

 

Questo che avete appena letto è un spezzone dell’ articolo di Francois Sergent, pubblicato giorni fa sul settimanale francese Libération, dopo che il sindaco di Sevran, comune a sedici chilometri da Parigi, aveva chiesto al governo francese  l’intervento dell’esercito per combattere i narcotrafficanti.

 

 

 

 

        Ma qui in Italia, come stiamo messi ? Quale è l’opinione dominante ? Quello che attualmente possiamo constatare è che abbiamo un classe politica sempre più  convinta che la repressione e la recrudescenza delle pene siano le uniche strade percorribili per reprimere il fenomeno, che però, nel contempo, mai si farebbe sottoporre a delle analisi cliniche per dimostrare la  totale buona fede. Con il risultato che in Italia,  dove il boom di antidepressivi ( vedi ultimo rapporto del Censis ) e più che raddoppiato negli ultimi dieci anni, si può ancora rischiare di perdere la vita non  per overdose ma  per qualche semplice spinello ( vedi il caso Cucchi).

 

 Come direbbe “Quelo” di Guzzanti memoria:<< in Italia in questo momento c’è una grande crisi, c'è grossa ipocrisia, c'è molta violenza, c'è molto egoismo ... qua la gente non sa più ... quando stiamo andando >>.

 
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The Magdalene Sisters: le schiave d'Irlanda

Foto di Spitama

Forse aveva ragione James Joyce quando diceva:<< chi ruba al povero, presta al Signore ! >>. Giustappunto,  il caso delle donne “perdute” in custodia di quattro ordini religiosi, dal 1922 al 1996, chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali, ci fa capire quanto fosse presa sul serio in un certo ambiente ecclesiastico  irlandese quella “santa” riflessione del famoso connazionale. Tutto ciò, in barba ai nomi che i quattro ordini religiosi coinvolti si erano dati: The Sisters of Mercy, The Sisters of Charity, The Good Shepherd Sisters, The Sisters of Our Lady of Charity. 

 All'inizio, quasi un secolo fa, le Maddalene erano davvero prostitute, come quella dei Vangeli, inviate dalle suore perché le spingessero verso la purificazione e la trasformazione in Sorelle di Santa Margherita. Scelte perché, appunto, Maddalene “perdute” alla causa di una famiglia cattolica osservante: categoria che tutto includeva, dalla madre nubile alla piccola ladra, passando per il carattere ribelle e quella troppo bella e corteggiata, arrivando fino a chi aveva l'unica “colpa” di essere stata violentata, come è accaduto a Mary-Jo McDonagh, una delle poche che poi hanno avuto la forza di testimoniare sui successivi abusi nella lavanderia che doveva "salvarla". Espulse spesso adolescenti da famiglie e comunità che non le volevano, quelle ragazze finivano chiuse a lavare panni gratis agli ordini delle suore cattoliche, a subire  anche  regolari violenze psicologiche, fisiche, spesso sessuali.  

     Per le donne perdute d'Irlanda non c'è giustizia, né identità. Niente scuse, né indennizzi, sono passati diciotto anni e nessuno accenno. Secondo le stime, sono passate per le lavanderie gestite da quattro ordini religiosi, fra il 1922 e il 1996, circa trenta mila Maddalene. Alcune di loro sono ancora nei conventi. Non saprebbero dove andare. Altre non hanno mai denunciato nulla. E ci sono i parenti, che non sanno niente del loro destino. Sono morte, spesso, ma senza un nome sulla tomba, come si scoprì nel '93.

     Fu la prima conferma di quello che l'arte aveva cercato di denunciare fin da Eclipsed, una commedia scritta all'inizio degli anni 90 da Patricia Burke-Brogan sulla sua esperienza di Maddalena trent'anni prima. Ma non è bastata la prima scoperta di alcuni casi nel 1993, non è bastato il film di denuncia The Magdalene Sisters di Peter Mullan nel 2002, condannato senza incertezze dal Vaticano, né sono bastati libri, opere teatrali, canzoni di autrici come Joni Mitchell e ancora poesie, poemi,racconti susseguitisi dagli anni 90 a oggi. Non è servito il documentario The Forgotten Maggies di Steven O'Riordan, che nel 2009 ha raccolto molte delle loro storie vere. 

 

 

                  

 

 

     Non è servito neppure l'esempio dello scandalo della pedofilia degli ultimi anni, davanti al quale la Chiesa è invece arrivata a scusarsi. Il Comitato contro le torture delle Nazioni Unite chiede ora un'inchiesta, cosa che dovrebbe obbligare la Chiesa a rendere conto dell'accaduto.  Però, nonostante il clamore finora suscitato dalle Sorelle di Maddalena, gli ordini religiosi e lo Stato irlandese fanno ancora orecchie da mercante.

 
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Vecchio da subito

Post n°369 pubblicato il 09 Giugno 2011 da Spitama
 
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Se tutto ciò che acquistiamo avesse una durata lunga quanto dicono le pubblicità, probabilmente molte aziende chiuderebbero. Televisori, cellulari, iPad, ma anche abiti e giochi non avrebbero mai bisogno di essere sostituiti. Invece c’è una scadenza, proprio come per latte e formaggi.

      Non una data “entro il”, ma qualcosa di simile: si chiama “obsolescenza programmata e secondo i consumatori è quasi una truffa, soprattutto se l’apparecchio in questione smette di funzionare proprio,  guarda caso, alla scadenza della garanzia.

Un problema che riguarda soprattutto i beni tecnologici, come lettori mp3, telefonini, computer e quant’altro, ma che non dipende soltanto dal loro buon funzionamento, ma anche dalla percezione che se ne ha. Ci sono casi in cui effettivamente dopo pochi anni l’oggetto smette di funzionare, in altri invece è solo passato di moda. In pochi utilizzano ancora i vecchi lettori cd, abbandonati in un cassetto per essere sostituiti da lettori mp3 e iPod: il mercato, con nuovi prodotti e tanta pubblicità, ha fatto scadere gli strumenti più vecchi nell’angolo dei beni obsoleti.

        A parlare per primo di “obsolescenza programmata” è stato l’economista Bernard London. Era il 1932, pochi anni dopo la crisi del ’29, quando scrive un articolo intitolato “Ending the depression trough planned obsolescence", dove spiegava che la definizione di un tempo di vita determinato per le cose avrebbe portato alla loro distruzione e all’immissione di nuovi prodotti sui mercati per prendere il posto di quelli obsoleti. In pratica, si garantisce così una domanda continua, nonostante la crisi.

       E anche negli ultimi due anni, secondo i dati di Ceced, l’associazione nazionale dei produttori di apparecchi domestici e professionali, sono usciti centinaia di nuovi elettrodomestici. Un frigorifero dura in media 12 anni, una lavatrice 8, ma in realtà ogni due o tre anni la gamma di prodotto cambia e il nostro elettrodomestico diventa, quindi, obsoleto. Il consumatore rischia di essere indifeso davanti ad apparecchi destinati a morire dopo pochi anni, ma in Gran Bretagna i cittadini possono denunciare i casi sospetti di obsolescenza programmata all’Office of Fair Trading, che può procedere con indagini di verifica. Dall’altra parte, però, per non gettare tra le cose vecchie un abito considerato obsoleto solo perché vogliamo seguire le mode, basterebbe essere consumatori attenti e consapevoli.

                  

       Per spiegare come siamo sottoposti all’influenza delle strategie di marketing la televisione spagnola La2 ha recentemente mandato in onda un documentario girato in Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti e Ghana. Il film “Comprar, tirar, comprar” è diretto da Cosima Dannoritzer ed è il risultato di tre anni di ricerca che spiega le pratiche industriali, come la riduzione deliberata della durata di un prodotto, e le sue conseguenze. Spesso però basta solo un attimo di riflessione e una domanda: “Mi serve davvero? ”.

 
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Social Housing: a che punto siamo in Italia ?

Foto di Spitama

Da noi ormai si sa, l’emergenza casa è una realtà: sono sempre più le giovani coppie, i single, i “bamboccioni”, e gli anziani che richiedono case popolari il locazione, perché faticano a trovare banche che eroghino mutui con contratti a progetti o pensioni troppo basse.

        Eppure nel resto d’Europa non esiste la stessa emergenza, vi siete mai chiesti il perché ? La risposta si chiama Social Housing, ed è una vera e propria politica abitativa che si fonda su tre principi fondamentali: progettare abitazioni di qualità, garantire sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, contenere i prezzi. Nel Nord Europa la politica del Social Housing è ormai affermata da un po’ ed ha un grande riscontro. Qui le istituzioni mettono a disposizioni “case sociali” in cambio di affitti equi, con la soddisfazione ed il guadagno di entrambe le parti.

        L’Italia, anche se in ritardo, pare che abbia compreso i vantaggi di questa politica, tanto è che è stato costituito un Fondo Immobiliare Chiuso , che permetterà la realizzazione di nuove edilizie residenziali, su terreni o immobili ottenuti a condizioni agevolate e gestiti da soggetti  no-profit, il cui scopo finale è di immettere sul mercato nuove abitazioni con un canone d’affitto calmierato che non superi il 25-30% dello stipendio.

       Il Social Housing, così come è inteso dalla legge italiana,  riguarderà solo ed esclusivamente case che, seppure costruite in edilizia libera o in cooperativa, verranno esclusivamente date in affitto permanente e non potranno mai essere acquistate.

      A dire che anni  fa sembrava che in Italia una soluzione al problema abitativo, almeno per chi avesse avuto un piccolo “gruzzolo”, si fosse trovata: consisteva in una sorta di Social Housing ibrido, dove era sì prevista la proprietà dell’immobile, ma a costi contenutissimi di costruzione.

Infatti una Ong di Milano, l’ Alisei, che realizza case scuole ed ospedali nel sud del mondo, aveva firmato un accordo con alcuni Comuni italiani, per realizzare abitazioni sfruttando come mano d’opera gli stessi futuri proprietari.

       Insomma questi “muratori del week end”, uniti in cooperativa, avrebbero dovuto  imparare, sotto la guida di esperti del mestiere,  a fare i muratori, gli idraulici, gli elettricisti , e costruirsi così una casa da soli, nel tempo libero che avevano a disposizione. L’idea  pareva che funzionasse alla grande, tanto è che  nel luglio 2004  a Piangipane, in provincia di Ravenna, ci fu l’inaugurazione del primo cantiere di “auto costruttori” , e oggi quelle case sono abitate dai legittimi proprietari, oltre che costruttori.

       Però, stando a quanto riportato da Ravenna24ore.it, qualcosa poi non ha funzionato a dovere, perché nei comuni di Savarna e Filetto l’Alisei ha dovuto dichiarare fallimento per due progetti simili, lasciando ventiquattro famiglie nella disperazione. Secondo l’ Alisei di  Milano le cause del fallimento sono da addebitarsi per buona parte  al  “poco lavoro” dedicato dagli auto costruttori che, allungando i tempi di costruzione, ha fatto sì che i costi lievitassero fino a diventare insostenibili. Ipotesi questa respinta categoricamente dai rispettivi Comuni.

       Ma insomma, se nel resto d’Europa funziona, cosa si è sbagliato in Italia? << Forse la metodologia, servivano schemi più rigidi, modalità diverse >> così hanno concluso i responsabili della Ong , riconoscendo quindi le proprie responsabilità. È ovvio che non si può denigrare il progetto, perché è buono e va salvaguardato, come lo dimostrano gli alloggi già costruiti a Piangipane, e quelli tuttora in progetto di essere avviati in Umbria.

       Però, a mio modesto parere, per il futuro conviene rivolgersi a chi le case  le sa tirare su il più fretta possibile. Poi, se il problema abitativo è davvero “impellente”, ci si potrebbe rivolgere a chi una casa può consegnartela, pronta per essere abitata, in capo a poche ore. Non ci credete ? Beh, guardatevi questo video…

 
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