Creato da scricciolo68lbr il 17/02/2007

Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 23/12/2023

CANCELLARE GESÙ NON SIGNIFICA INTEGRAZIONE E MULTICULTURALISMO!

Post n°1702 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 

CI RISIAMO. QUANDO ARRIVANO LE FESTE I FANATICI DEL GLOBALISMO CI PROVANO SEMPRE.

Anche quest’anno come ogni anno da un po' di tempo a questa parte, riparte l'attacco e si registrano manifestazioni di intolleranza nei confronti delle tradizioni religiose del nostro Paese, indebitamente fatte passare per possibili lesioni di altrui convincimenti oppure azioni atte a non urtare la sensibilità altrui: stupidaggini! E c’è pure chi vuole la profanazione del Santo Natale, trasformandolo in "festa dell’inverno" oppure registriamo chi decide in autonomia, di sostituire in una recita natalizia (accade a Padova) Gesù con un anonimo «cucù».

Costoro devono avere l’onestà intellettuale di ammettere che si tratta di una scelta propria e non scomodare altre religioni, perché con questi sistemi l’Italia conferma la sua debolezza nel difendere tradizioni che hanno valenza anche di natura culturale.

Tuttavia, al di la delle buone intenzione o della malizia in certe scelte, quando in una scuola si arriva a cancellare dalla canzoncina di Natale, destinata ad un pubblico composto di bambini senza malizia, la parola Gesù sostituendola con «cucù» (la cometa viene giù non per annunciare Gesù ma per fare cucù), come è successo ad Agna, in provin-
cia di Padova, significa che certi individui sembrano senza speranza. In nome di un malinteso multiculturalismo, in nome dell’accoglienza, in nome dell’integrazione, finiamo per dimenticare chi siamo. Io mi domando da anni: come si fa a dialogare con qualcuno se
smettiamo di essere noi stessi? Come si fa a integrarsi con qualcun altro se distruggiamo tutto quello che siamo? Se cancelliamo la nostra storia e le nostre tradizioni? Stiamo fa-
cendo di tutto per tagliare le nostre radici. Eppure dovremmo sapere che le civiltà sono come gli alberi: senza radici, risecchiscono e muoiono.

 
 
 

IL NO AL MES NON È UNA TRAGEDIA!

Post n°1701 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 
Tag: #mes

LA STAMPA MAINSTREAM DIPINGE LA DECISIONE DEL PARLAMEMTO ITALIANO DI NON RATIFICARE LA MODICA AL MES COME UNA TRAGEDIA. VI SPIEGO PERCHÈ NON È COSÌ.

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"Una tragedia". Per i giornalai e la stampa nostrana mainstream (di sinistra), l'aver votato "no" al Mes, meccanismo europeo di stabilità, equivarrebbe, per il nostro Paese, a un danno incalcolabile. Le pagine del gruppo Gedi (ossia di Repubblica e della Stampa, vale a dire di casa Elkan Agnelli) sono lenzuolate di dolore, con titoli da far tremare le vene dei polsi. «Un no che Meloni pagherà caro», strilla Marcello Sorgi sul giornale sabaudo, che vagamente sa pure un po' di beanche tanto celata minaccia. «Grave errore, Roma isolata nella Ue», va in soccorso Tito Boeri sul medesimo quotidiano. «Strappo con l’Europa», si preoccupa la testata fondata da Eugenio Scalfari. «Scelta folle che isola il Paese e lo rende più debole dentro e fuori», rincara la dose Romano Prodi, che da una settimana a questa parte è resuscitato dall’oltretomba. «Danni a tutta la Ue. L’Italia inaffidabile torna a preoccupare alleati e mercati», sentenzia in sovrappiù il giornale diretto da Maurizio Molinari. Per non essere da meno anche il Corriere della Sera ha voluto dire la sua, scomodando un becchino d’eccezione, ovvero Mario Monti. «Adesso l’Italia esca dall’angolo» è il titolo dell’editoriale in cui si presuppone che votando contro il Mes sia finita. Pezzo di approfondimento dello stesso tono degli altri: «La (brutta) fiera delle ambiguità. Così si riaffaccia il fronte populista». Ho voluto fare una piccola rassegna stampa, restringendo il campo ai giornaloni, e posso serenamente dire quanto sia facile per questi quotidiani e gli editori che li controllano deformare la realtà. Infatti, a testate unificate qualcuno ha deciso (neppure troppo difficile da immaginare chi sia), che dire no al Mes, ossia al fondo Salva Stati (ma sarebbe meglio dire "Salva banche", degli altri, in particolare della Germania) sia un grave errore che l’Italia pagherà a caro prezzo. Anzi, secondo l’organo unico del partito catastrofista, sta già pagando, con l’aumento dello spread e un crescente isolamento. Ma né l’una né l’altra cosa si stanno verificando. La prima, ossia il differenziale fra i nostri titoli di Stato e quello dei bund tedeschi, è semplicemente un’aspettativa di quanti sperano che il nostro Paese sia punito perché loro non hanno ottenuto ragione. Da Monti a Prodi, i principali becchini del Mes, passando per i vari commentatori, erano tutti certi di una reazione negativa dei mercati di fronte alla bocciatura del Meccanismo europeo di stabilità: peccato che il giorno dopo il voto parlamentare che ha messo la parola fine su una discussione che andava avanti da anni, i cosiddetti investitori internazionali non hanno fatto un plissé. Anzi: lo spread è leggermente calato. Dunque, invece di reagire negativamente, si può dire che se il mercato non l’ha presa con favore, di certo la decisione del Parlamento italiano non ha spaventato nessuno, men che meno i grandi fondi d’investimento internazionali. Del resto, se rifiuti di assoggettarti alle norme capestro per assicurarti di avere credito anche in una futura crisi bancaria e finanziaria, vuol dire che ritieni di non correre alcun rischio e dunque il no al Mes si traduce in pratica in un messaggio rassicurante, che non può certo allarmare i desk delle società che pianificano su quali mercati puntare. Quanto all’isolamento in Europa e alla preoccupazione degli alleati, di cui a Repubblica e in altre redazioni sono tanto sicuri, forse è bene segnalare che sulle principali testate del Vecchio continente non c’è traccia né della decisione presa ieri alle Camere né dei giudizi allarmati ed allarmanti che sarebbero stati emessi dalle principali cancellerie. Non c’è giornale che abbia espresso critiche nei confronti della decisione, né articolo che abbia messo in dubbio l’affidabilità del nostro Paese, che - evidentemente - sta tutto nelle teste dei colleghi che ieri hanno steso veli funebri e articoli a tinte fosche. Però, oltre ai riflessi negativi che non si sono verificati, c’è un altro aspetto interessante ed è costituito dal fatto che la grande stampa pare sorpresa che Giorgia Meloni abbia tenuto fede alla parola data. Evidentemente abituati a politici burattini sinistroidi che promettono una cosa e poi ne compiono un’altra, i cronisti parlamentari di parte nostrani, invece di lodare la coerenza del presidente del Consiglio, la bacchettano. Fino all’ultimo infatti, avevano scommesso che il governo sarebbe stato costretto a fare retromarcia, ma una volta sbugiardati, invece di fare ammenda se la prendono con chi ha mantenuto la parola. Semmai ci sarebbe stato da prendere per i fondelli altri personaggi, come ad esempio Giuseppe Conte o il Pd. Loro sì hanno dimostrato di essere facili banderuole. Il capo dei 5 stelle nel 2018, prima di accoppiarsi con i compagni, era un fiero avversario del Mes, poi nel 2021, quando già era spacciato, ignorando le disposizioni del Parlamento, diede il via libera alla procedura di ratifica. Giovedì, dopo aver sparato a zero su Giorgia Meloni, è tornato sui suoi passi votando contro: un normale esempio di politico che segue il vento, pronto a tutto e al contrario di tutto. Lui si, Conte, il principe degli indecisi e dei cambio idea all'ultimo minuto. Anche nel Pd un tempo erano contrari, da Enrico Letta a David Sassoli non ne volevano sapere del Mes. Ma poi è arrivata Elly Schlein, che credo capisca di Mes quanto io di fisica nucleare, ed ecco rivoltata la frittata. Quei pochi che il trattato che regola il Meccanismo europeo di stabilità lo hanno letto veramente, come ad esempio il nostro Giuseppe Liturri, sanno che cosa ci siamo evitati e si rallegrano per la decisione della maggioranza. Gli altri parlano per partito preso. O meglio, per il partito che vorrebbero essere, vale a dire la sinistra tedesca e francese, che a differenza della nostra fa l’interesse del proprio Paese.

 

© RIPRODUZIONE VIETATA.

 
 
 

ANCORA GUAI PER META (FACEBOOK).

Post n°1700 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 

I GUAI PER ZUCKERBERG NON FINISCONO MAI (PER FORTUNA, DICIAMO NOI!).

Agcom sanziona Instagram e Facebook con una multa da 5,85 milioni di euro

L'Agcom ha sanzionato lasocietà Meta per 5.850.000,00 euro per la violazione del divieto di pubblicita' del gioco d'azzardocosì come previsto dal Decreto Dignità. Il procedimento, avviato a seguito di numerose segnalazioni pervenute all'Autorità ha accertato la presenza di contenuti di promozione o comunque di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro, su 18 profili-account (5 su Instagram e 13 su Facebook), nonchè di 32 contenuti "sponsorizzati", ossia diffusi dietro pagamento sui social media, atti a promuovere e/o pubblicizzare attraverso video e immagini attivita' di gioco e scommesse online con vincite in denaro.

Meta, analogamente a quanto recentemente deliberato nei confronti di Google Ireland Ltd. e Twitch Interactive Germany GmbH , è stata ritenuta responsabile, in quanto titolare dei mezzi di diffusione, ossia le piattaforme di condivisione video "Facebook" e "Instagram".

In particolare, è emerso come la Società non si sia limitata ad ospitare, con modalità puramente tecniche, passive ed automatiche, i contenuti caricati dagli utenti, ma abbia offerto un vero e proprio servizio pubblicitario; tale circostanza mette la stessa Società in condizione di conoscere l'illiceità del contenuto. Per quanto concerne i 18 profili-account la Societa' e' stata ritenuta responsabile solo per 5 account in quanto, a seguito della notifica dell'atto di contestazione, che segna il momento in cui la società ha avuto piena consapevolezza dei contenuti illeciti diffusi, ha provveduto a rimuovere solo 11 dei 18 profili/account segnalati.

All'irrogazione della sanzione si accompagna, inoltre, un ordine di notice & take down, nonchè un ordine di notice & stay down.

 
 
 

PADOVA (VENETO) CANCELLA CRISTO DALLA STORIA: VERGOGNA TUTTA ITALIANA!

Post n°1699 pubblicato il 23 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 

PADOVA (VENETO), SI TINGE DI VERGOGNA!

Padova, Gesù diventa "Cucù". I genitori ritirano i figli dalla recita natalizia.In una scuola elementare spariscono i riferimenti alla festività cristiana. Le maestre cambiano i testi delle canzoni per non offendere le altre religioni. Padova, la recita scolastica diventa un caso. Scontro tra insegnanti e genitori.

Scoppia la bufera in una scuola elementare di Padova, la recita di Natale si trasforma in uno scontro aperto tra genitori e insegnanti. Le maestre hanno deciso di cambiare i testi delle canzoni natalizie facendo sparire i riferimenti alla festività cristiana e anche il nome di Gesù, diventato Cucù: su tutte le furie alcune mamme e papà, che hanno addirittura ritirato i loro bambini dalla recita. La trovata ha scatenato un putiferio di polemiche. Le maestre hanno optato per questa scelta in un’ottica di inclusione nei confronti delle famiglie di diversa nazionalità e religione, ma le polemiche non si placano. "Quale errore di valutazione porta delle insegnanti a comportarsi così? Un insegnante - tuona l'assessore veneto all'istruzione Donazzan - non può fare errori così grossolani. Il Natale è una festa religiosa, ma coinvolge l’intera civiltà occidentale, nei i tempi della vita e della scuola".

"Non a caso, - prosegue Donazzan - nel calendario scolastico ci sono le vacanze di Natale. Questa festività è parte della vita della comunità civile, negarlo è un grande errore di valutazione". L’idea poi di rischiare di offendere altre religioni "è folle. I bambini di famiglie che professano un’altra religione sanno benissimo chi è Cristo, che siamo in Italia, che il calendario scolastico e la nostra cultura sono fatti di Cristianità, di campanili e Chiese, di vie dedicate a Santi. Se vogliamo davvero favorire l’inclusione, allora dobbiamo far conoscere la cultura su cui la nostra comunità si poggia. Nessuna famiglia islamica si è sentita offesa, tutte hanno firmato".

 

 
 
 

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     IL TIBET NASCE LIBERO

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                       I

Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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