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Pensieri e parole...

Riflessioni, emozioni, musica, idee e sogni di un internauta alle prese con la vita... Porto con me sempre il mio quaderno degli appunti, mi fermo, scrivo, riprendo il cammino... verso la Luce

 

Messaggi del 06/12/2023

SALARIO MINIMO: SOLITA PAGLIACCIATA DELLA SINISTRA.

Post n°1684 pubblicato il 06 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 

Il salario minimo è una discussione sterile, che non ha senso, perchè la causa della compressione dei salari è l'euro. Però vedere coloro che negli ultimi 35 anni hanno dedicato la loro attività politica alla distruzione dei salari dei lavoratori (voucher, abolizione art. 18, jobs act) e una ferrea difesa della moneta unica europea, sventolare cartelli in difesa del lavoro da loro stessi ucciso, col benestare del centrodestra, fa sicuramente un certo effetto. In Italia oramai dalla maggioranza degli elettori di destra, la sinistra viene accusata di essere stata «totalmente subalterna e intimorita di fronte alle grandi imprese globali industriali e finanziarie» (come disse Goffredo Bettini nel 2020, in un’intervista al Corriere della Sera), che si scaglia inoltre, in maniera convinta contro i leader di quella sinistra che avrebbe "regalato" a più riprese, da Prodi a Draghi, i beni pubblici a privati senza scrupoli; oramai la sinistra viene tacciata di aver venduto l’anima e soprattutto il Paese, al grande capitale!

Sul salario minimo: va in onda l'ennesima sceneggiata delle opposizioni. PD e M5S sfiorano il ridicolo. Bagarre in Aula con show di Giuseppe Conte che straccia la delega mentre la destra urla: “Facce Tarzan!”

Si avvicina Natale la TV riproporrà i grandi classici, e per non sbagliare, risponde l’opposizione alla Camera. E così l’attonito cittadino si gusta (disgustato e scusate il gioco di parole) la recita, sgranocchiando i pop corn. Premessa: tra maggioranza ed opposizione si era raggiunto un faticoso accordo: 9 euro lordi di salario minimo ma poi c’è stato un maxi emendamento di Walter Rizzetto (FdI), che a dire della sinistra ha stravolto l’accordo con conseguente indignatissimo ritiro collettivo delle firme e grave danno dei lavoratori.

Del resto Giorgia Meloni non ha tutti i torti quando dice: “I sindacati siano più coerenti, accettano contratti da 5 euro”. Ed è vero. Inizia lo show un grande attore, che ci ha abituato alle recite carnascialesche, attore di provata esperienza, Giuseppe Conte, prima leader della coalizione giallo – verde di destra e poi di quella giallo – fucsia di sinistra.

“Ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo. Meloni volta le spalle a 3 milioni e 600 mila lavoratori poveri. Oggi Meloni e soci tolgono la maschera”.

Lo dice uno che si è “comprato” i voti con il reddito di cittadinanza ed ha messo in ginocchio le finanze italiane con i bonus, spessissimo esitati in maxi truffe. Il capo dei Cinque Stelle fa così il gran gesto: straccia l’emendamento a favore delle telecamere pronunciando la frase di stampo ciceroniano prima riportata.
L’opposizione ride. Si sente un “A Co’ facce Tarzan!”. Lui incassa con aplomb, si sistema la pochette, s’addrizza la cravatta penzola e si risiede tra gli applausi dei peones. Poi è la volta di Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), quello che ha portato in Parlamento Soumahoro ed adesso dopo tutto quello che è successo con i fondi fa finta di non conoscerlo: “Ritiro la firma da un atto indecente, di pirateria politica e istituzionale, è uno schiaffo a tutto il Parlamento”.

Anche Matteo Richetti di Azione, ritira la firma. E poi c’è lei, Elly Schlein, la donna dell’armocromismo da 300 euro l’ora adesso in difficoltà pure col padre perché lei è ebrea ed è a capo di un popolo di filopalestinesi. “Comunico la mia volontà di togliere la mia firma da questa proposta di legge, questa non è più la proposta delle opposizioni perché la maggioranza l’ha svuotata con la consueta arroganza. Non nel
nostro nome state tradendo le attese dei lavoratori che avete pugnalato alle spalle, senza neppure
avere il coraggio di guardarle in faccia. Governare non vi autorizza a umiliare le prerogative delle
opposizioni, la Costituzione non vi autorizza ad abusi di potere. Vergogna”.

Lo dice una che è segretaria del Pd, il partito cioè che ha abolito l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori grazie a Matteo Renzi e alla Cgil, per l’occasione latitante. Certo che l’opposizione non è che abbia fatto una gran figura visto che la sua proposta è diventata una delega al governo dimostrando -qualora ce ne fosse ancora bisogno- che non sono proprio fulmini di guerra. Ma tant’è. Alla fine “o’ presepio” se lo devono far piacere per forza. Si chiama democrazia.

E la recita di Natale è servita!

 
 
 

DE BENEDETTI CONDANNATO, ERA ORA!

Post n°1683 pubblicato il 06 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr
 

Gedi e le finte pensioni: no al patteggiamento. "16 mln di danni all'Inps"Doccia molto gelata per De Benedetti, che all'epoca dei fatti era il proprietario di Gedi. Bocciato l'accordo con la Procura.

"Gedi e le false pensioni", il gip ribalta tutto: niente patteggiamento: "Fu danno grave all'Inps".

Il gip ha ribaltato la decisione dei pm, no al patteggiamento. Doccia gelata per i De Benedetti, ex proprietari del gruppo Gedi. La vicenda dei prepensionamenti farlocchi - si legge su La Verità - non si chiuderà con un accordo tra le parti. Questa la motivazione del giudice: "Il danno da 16 milioni all'Inps non può essere considerato tenue". Cinque società minori del gruppo e due imputati nei giorni scorsi si erano recati in Procura e avevano chiesto di chiudere la partita, l'accordo con i pm prevedeva 5 mesi di reclusione con pena sospesa. Ma il gip Andrea Fanelli ha detto no.

 
 
 

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tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
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