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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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Messaggi di Febbraio 2024

Il bicchiere mezzo pieno

Post n°603 pubblicato il 27 Febbraio 2024 da irene.74

Sfatiamo un mito. Non è la filosofia di vita degli sfigati. Anzi... Può realmente rappresentare una risorsa trasformativa potentissima.

Sono pochissime le vite che, in valore assoluto, possono essere considerate tutte rose e fiori. Nella maggioranza dei casi tocca fare i conti con un alternarsi di up & down che finisce col riguardare un po' tutti gli ambiti dell'esistenza.

C'è chi spontaneamente si concentra sull'aspetto negativo delle varie situazioni che vive. Mosso da fragilità umana e da paure legate a traumi subiti, tende a prestare attenzione prevalentemente agli aspetti spigolosi della vita. Vuoi perché risuonano alla sua stessa frequenza (negativa, appunto) o perché risultando predominanti nel suo bilancio esistenziale, più o meno consapevolmente finiscono con l'assumere un ruolo in primo piano. Purtroppo però, dando energia tanto alle percezioni quanto ai pensieri negativi, non si ottiene nulla di buono.

C'è altresì chi osserva i vari accadimenti come fosse uno spettatore passivo al cospetto di scenari che sembrano non appartenergli. Se è vero che non corre il rischio di cadere in disperazione, c'è però da aggiungere che può realmente auto-condannarsi all'apatia come stile di vita...

"E allora la direzione giusta qual è??" Ti starai chiedendo.

Quella del bicchiere mezzo pieno. E' oggettivo: non può esistere bicchiere mezzo vuoto senza che si constati contemporaneamente l'esistenza del bicchiere mezzo pieno. Sono due facce della stessa medaglia. Poi, è chiaro, ognuno è libero di scegliere di concentrare la propria attenzione su ciò che preferisce. A condizione di essere in grado di assumersi la diretta responsabilità delle conseguenze della propria scelta.

Vedere il bicchiere mezzo pieno ci permette di coltivare spontaneamente la gratitudine. Perchè piuttosto che lamentarci di quel che manca osservando il bicchiere mezzo vuoto, prendiamo coscienza di quanto abbiamo. Nella dimensione del bicchiere mezzo pieno, scorgiamo elementi che possono rivelarsi semi fecondi di qualcosa di ancora più importante.

Vedere il bicchiere mezzo pieno ci permette di scorgere segni di opportunità all'interno di uno scenario che, se interpretato diversamente, avrebbe potuto apparire ai nostri occhi per certi versi persino inquietante.

Vedere il bicchiere mezzo pieno ci permette di assaporare step by step le conquiste che andiamo a fare e che ci portano a raggiungere l'obiettivo che è per noi prioritario.

Il bicchiere mezze pieno ci motiva a continuare a riempirlo, non ci getta nello sconforto di temere di vederlo inevitabilmente svuotare del tutto. Pensaci: la condizione di partenza è la medesima. C'è un bicchiere che per metà è pieno e per metà è vuoto. Eppure a seconda di come scegliamo di interpretare quella realtà oggettiva, siamo in grado di mutare il nostro stesso approccio alla vita!

Con quanti bicchieri mezzi pieni ti ritrovi a fare i conti ogni giorno? Una relazione sentimentale può apparirti imperfetta ma comunque puoi scegliere di percepirne i punti di forza sui quali fare leva per riempire ulteriormente quel bicchiere a metà. Un lavoro può essere pesante o faticoso, tutt'altro che ideale ma nella percezione di quanto di buono ci comporta, ci permette di metterci in ascolto di ciò che necessita di essere migliorato. Un'amicizia che possiamo considerare insoddisfacente per certi versi, può altresì essere percepita nella pienezza che offre per altri. E potremmo continuare ancora con altri esempi...

Il 10% della nostra esistenza è determinato da ciò che ci accade. Il 90% da come reagiamo. Non mi stancherò mai di ripeterlo. E come reagiamo dipende anche dal modo in cui scegliamo di vedere le cose. Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? A te la scelta

 

 

 

 

 
 
 

Non voglio le briciole

Post n°602 pubblicato il 20 Febbraio 2024 da irene.74

Dovremmo trascrivere questa frase sui post-it e collocarli un po' ovunque: nell'agenda, sul comodino, sul frigorifero... Tenerla a portata di mano in modo da leggerla ripetutamente durante le nostre giornate.

Mi dirai: "Ma chi le ha mai volute le briciole??" Razionalmente, consapevolmente, nessuno. Ma se osservi con distacco e freddezza ti ritrovi a constatare che è successo pure a te di esserti adagiato, in determinate situazioni, al di sotto di quello che sapevi di meritare.

Il più delle volte prendiamo coscienza di questa cosa solo in un momento successivo. Perchè è chiaro che nessuno possa avere l'ambizione di elemosinare le briciole.

Perchè succede allora? Che ci si spinga tanto in basso? Che si mettano da parte le aspettative? Che ci si accontenti di poco, pochissimo?

A volte è la stanchezza a farla da padrone. Le mete più ambiziose richiedono impegno e fatica, non si raggiungono automaticamente. Occorre perseverare. E strada facendo può pure succedere che si molli la presa e si preferisca accontentarsi di qualcosa di meno ma che sia più facilmente raggiungibile.

In altri casi è lo sconforto a prendere il sopravvento. Non si crede più possibile conquistare l'ambito traguardo, si perdono le speranze e ci si adagia su qualcosa di molto più semplice.

Il punto è che questi atteggiamenti ci portano a spegnere inesorabilmente gli entusiasmi. A vivere in condizioni che non ci piacciono ma che ci facciamo comunque andar bene. A demotivarci.

Quanti anni hai sprecato andando avanti per forza d'inerzia?

Quante attività hai svolto che mal sopportavi, che ti stavano strette, semplicemente perché hai reputato meno faticoso restarvi impantanato piuttosto che aprirti al cambiamento?

Quante relazioni hai portato avanti coi paraocchi salvo accorgerti dopo moltissimo tempo, di necessitare di un'analisi più attenta del rapporto?

E pensare che siamo venuti al mondo per evolvere in Amore ed essere felici...

Correggi il tiro, che non è mai troppo tardi. Preoccupati di mantenerti sempre in linea coi tuoi obiettivi. Non smettere di puntare in alto. La Vita ti vuole libero e soddisfatto. Non distrarti...

 

 

 
 
 

Dove mi sono persa?

Post n°601 pubblicato il 13 Febbraio 2024 da irene.74

Succede a tutti di attraversare un periodo di smarrimento. Legato ad eventi che ci hanno messo a dura prova o più semplicemente ai nostri stati d'animo diversi dal solito. L'essere stati forti per troppo tempo, l'aver dovuto "resistere" ad oltranza... l'accumulo delle delusioni collezionate o le tensioni legate agli eccessivi carichi che si è stati costretti a portare... Mille possono essere i fattori scatenanti individuati. Quel che è certo è che non ci si sente più come prima. Come se si fosse rotto qualcosa (ma cosa, poi?) E non fossimo più in grado di ripararlo...

Quando la confusione della mente è esagerata, quando si ha la sensazione di poter esplodere da un momento all'altro, può rivelarsi decisamente prezioso il silenzio.

Come l'animale ferito cerca rifugio nella sua tana sicura, così anche noi, per prima cosa, dovremmo porci al riparo da tutto quel caos interiore.

Scegliere di ritagliarsi un momento della giornata per ritrovarsi soli con se stessi, limitarsi a zittire la mente e concentrarsi esclusivamente sul respiro, è un approccio che può riservarci un grado di benessere che non sappiamo immaginare finché non ci decidiamo a cominciare a sperimentarlo.

Quando avremo iniziato a percepire una quiete interiore capace di infonderci benessere, potremo fare un passo in più e rivolgerci una domanda che sarà in grado di rappresentare la bussola che ci guiderà fuori da tutto quello smarrimento.

Dove mi sono persa?

Hai presente la sensazione di stupore che ti assale quando passando davanti allo specchio, nella figura stanca e sofferente che vedi riflessa, non ti riconosci più? Hai mai provato amarezza nel constatare che (da non sai più neanche quanto) la tua vita procede in una direzione che non hai scelto consapevolmente e che ti conduce in una traiettoria assolutamente incompatibile con gli obiettivi che razionalmente credevi di star perseguendo?

Dove ti sei persa?

Come hai potuto spingerti fino a questo punto senza renderti conto di nulla? La verità è che se smettiamo di focalizzarci consapevolmente sul raggiungimento dei traguardi che ci siamo prefissati, se non teniamo gli occhi ben puntati su ciò che per noi conta davvero, ci vuole appena un attimo perché tutto cambi prospettiva.

Qualcuno può distoglierci dalle nostre priorità ed indurci a fare nostre le sue, a voler inseguire i suoi obiettivi. O possiamo fare anche tutto da soli, auto-sabotarci. Ecco che il tempo sembra non bastarci mai, che le cose che consideravamo importanti finiscono rinviate a data da destinarsi. E contemporaneamente ci ritroviamo a constatare che arriviamo a sera distrutti, che di cose ne abbiamo fatte mille, ma ci sentiamo sopraffatti dal senso di inconcludenza perché, nella realtà dei fatti, abbiamo agito col pilota automatico svolgendo azioni che poi tanto importanti per noi non erano mica...

Nei casi più estremi lo smarrimento arriva a creare confusione anche in quegli ambiti in cui avevamo radicato le nostre certezze. Credevamo, infatti, di sapere benissimo cosa ci piacesse fare, quali sogni sperassimo di trasformare in realtà... Ma poi, all'improvviso, Stop! Non lo sappiamo più?! Ci ritroviamo storditi, incapaci di recuperare quel bandolo della matassa che ci porterebbe a credere possibile il ritorno alla normalità.

Dove ci siamo perse?

Non è importante individuare il momento preciso (e neppure il "luogo") in cui questo smarrimento è cominciato. Ma dobbiamo indubbiamente comprendere in quale parte del nostro percorso qualcosa ha cominciato a non andare per il verso giusto.

Qual è stata l'ultima volta in cui ti sei svegliata felice della giornata che a breve avresti cominciato?

Quando hai vissuto una serata spensierata in cui sei stata talmente bene da non sentire il bisogno di guardare l'orologio e neppure il telefonino?

Qual è stata l'ultima persona con cui ti sei ritrovata a ridere a crepapelle?

Non è immaginabile una vita scandita solo ed esclusivamente dai ritmi dei doveri. E non si può rinunciare ai sogni, a nessuna età.

Se prendi coscienza di aver rincorso i treni sbagliati, di aver voluto compiacere gli altri piuttosto che pensare al tuo benessere ed alla tua felicità, se hai sacrificato i tuoi progetti per fare spazio a quelli delle persone che ami, se hai accettato di portare pesi che non ti spettavano, se hai smesso di sorridere e ridere, fermati. Prima che sia troppo tardi. Ritrovati. Correggi il tiro. Mettiti in cima alle priorità. Dimostrati amore. E salvati. 

 

 

 
 
 

E che problema c’è?

Post n°600 pubblicato il 06 Febbraio 2024 da irene.74

Non sempre ci rendiamo conto del potere che hanno le parole che pronunciamo. Tanto quelle che rivolgiamo agli altri, quanto quelle che riserviamo al nostro dialogo interiore. Eppure è immenso. Le parole danno vita a pensieri che inevitabilmente generano in noi delle emozioni.

Ecco che quando siamo demotivati, spenti, annoiati... tendiamo a formularne di negativi. Perchè ci manca l'entusiasmo. Perchè vediamo il mondo esattamente come stiamo in quel momento. Dando vita - più o meno consapevolmente - ad un vortice negativo che tende a trascinarci sempre più in basso.

Allo stesso modo, quando siamo elettrizzati, pieni di gioia, fiduciosi... tendiamo a vedere tutto rosa e a formulare pensieri da cui scaturiscono ulteriori emozioni positive.

Se prendessimo coscienza dello stretto legame intercorrente tra i nostri pensieri e le emozioni, potremmo, con molta probabilità, imparare a gestire al meglio le varie situazioni.

Quando, ad esempio, un pensiero negativo si affaccia alla mente, ridimensionandolo a quel che oggettivamente è, un pensiero e non la realtà vera e propria, potremmo evitare di dar vita a quel vortice di cui parlavamo prima. Così come diverrebbe possibile evitare di ingigantire la visione catastrofica che può derivare dal rimanere impantanati nella negatività troppo a lungo.

Ok, mi dirai: "Tutto bellissimo. Ma quando ti capita l'imprevisto che proprio non ci voleva? Cosa si può fare??"

Di imprevisti la vita tende a mettercene parecchi sul cammino. Molti effettivamente capitano proprio nei momenti meno opportuni. E mantenersi calmi senza cedere il passo alla negatività è tutt'altro che un passaggio automatico.

Se è vero che le parole hanno, come dicevamo in apertura, un enorme potere, scegliere quelle giuste da dire quando si verificano gli imprevisti può realmente fare la differenza.

La prossima volta che ti capiterà di trovarti a dover constatare l'ennesimo imprevisto che rischia di mandarti all'aria i piani dell'intera giornata, prova a dire questa frase semplicissima: "E che problema c'è?" Ti invito a farlo sul serio. Ti stupirà constatare l'effetto che genererà. La stessa situazione che ha rischiato di mandarti in tilt viene, con questa frase, magicamente ridimensionata.

Ricordi quando da bambini ci disperavamo se il palloncino ci scappava dalle mani e se ne volava alto in cielo? O quando un amico dispettoso ce lo scoppiava? Per noi era un'autentica tragedia! Ma poi si avvicinava la mamma o il papà o il nonno che, mortificati dalle nostre lacrime disperate, ci dicevano proprio questo: "E che problema c'è? E' solo un palloncino!" Poi magari ce ne compravano un altro, per dimostrarci che quello che ai nostri occhi di bimbi era apparso praticamente un disastro, poi tale non era.

E la maggior parte degli imprevisti con cui ci ritroviamo a dover fare i conti da grandi, grazie a Dio, è ugualmente ben poca cosa. Dicendoci questa frase ci apriamo alla possibilità di osservare la situazione da un'altra prospettiva. Ecco che l'evento imprevisto si ridimensiona, non ci ferisce più, ci apre ad una consapevolezza nuova. Ma soprattutto ci permette di salvare la nostra serenità.

 

"Guarda che abbiamo ospiti a cena stasera!"

"Devi fermarti un'altra ora per chiudere un lavoro straordinario urgente"

"Non posso più accompagnare mamma a prendere la pensione domani, ci vai tu?"

"E che problema c'è?"

Prova e vedrai che...

- sprechi meno energie ad improvvisare una cena che ad imprecare contro la sorte

- un'ora di lavoro straordinario urgente imprevisto è un evento sporadico che affatica meno di una lotta messa in campo in difesa di quella presunta tranquillità che avrai già perso accarezzando l'idea di vivere l'imprevisto come fosse una tragedia

- anche negli eventi che tendono a mandare per aria i nostri programmi è possibile riscoprire qualcosa di buono.

Purchè si sia pronti a guardare alle cose dalla giusta prospettiva.

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: irene.74
Data di creazione: 30/09/2013
 
 

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