Creato da sarchiaponicamente il 22/11/2010

SARCHIAPONICON

osservazioni "politicamente" scorrette

 

 

Sviluppo, Giustizia, Istituzioni

Post n°458 pubblicato il 11 Marzo 2013 da a_tiv
 
Foto di sarchiaponicamente

L'Italia ha bisogno di un Governo che abbia la possibilità e la forza politica di raddrizzare la barca.
Ha bisogno di un esecutivo che si occupi di almeno tre cose con urgenza.

La prima in assoluto è lo sviluppo puntando sulla liberalizzazione del mercato del lavoro, sulla ricostituzione del potere di acquisto delle famiglie, sulle defiscalizzazioni per le imprese, sull'azzeramento degli oneri a carico dei datori di lavoro per le nuove assunzioni e sugli incentivi per alcuni settori strategici. Tra le priorità si pensi ad un piano casa per le nuove famiglie; si pensi all'abbattimento dell'IMU sulla prima casa; si pensi a riportare l'IVA al 20%.

Bisogna porre riparo ai guasti di Monti.

La seconda questione è la giustizia. Peggio di così in Italia non può andare. Non è un caso che la giustizia italiana sia agli ultimi posti al mondo. La peggiore in Europa. La giustizia è diventata una "variabile indipendente" nella galassia di un concetto mal interpretato di democrazia. E’ un bastimento carico di zavorra che affonda trascinandosi l’intero Paese. Mancano regole e limiti, manca responsabilità, manca il carattere democratico del suo Ordinamento. E’ pervasa dall’arroganza di protagonisti incapaci di rispettare le regole della legalità ed i principi dell'uguaglianza.

La terza questione attiene alle riforme. L'Italia ha bisogno di un assetto istituzionale che gli garantisca la governabilità e il rispetto della sovranità popolare. Va rivista la legge elettorale e vanno introdotte alcune forme di democrazia diretta. E’ sempre necessario, però, un quadro parlamentare di riferimento che abbia carattere di continuità e che garantisca l’impegno e il sostegno politico all'esecutivo scelto dagli elettori. Non è pensabile, invece, proporre il sistema assembleare in cui prevale sempre il più prepotente e chi grida di più. Né è possibile, infine, farneticare sulla democrazia del web, conoscendone, invece, le sue derive autoritarie e la sua predisposizione a essere veicolo di rozze e odiose parole d'ordine.

Vito Schepisi

 
 
 

Bersani è un perdente

Post n°457 pubblicato il 05 Marzo 2013 da a_tiv
 
Foto di sarchiaponicamente

E’ evidente che Bersani si debba togliere di mezzo.
Le motivazioni sono tantissime, ma ne basterebbe solo una per comprenderne le ragioni.
Il leader della sinistra è un perdente.
Non lo è per natura, non si nasce semplicemente perdenti. Lo è per un limite.
E’ perdente perché non è capace di fare le scelte giuste e perché non ha l’elasticità per comprendere le situazioni e tradurle a proprio vantaggio.
Un leader deve essere prudente ed avere buon senso. Deve saper capire quando fermarsi. Bersani, invece, è un umorale per indole. Ha quei modi da retrobottega di bar, dove è più facile lasciarsi andare nei detti popolari, tra un bicchiere di birra e l’altro.
Voleva fare il premier ad ogni costo. Pensava d’aver le carte buone, e le ha giocate sbattendole sul tavolo con beffarda arroganza, come nei retrobottega di un bar della sua natia Bettola.
Cinico. Tra le sue colpe c’è anche quella di aver soffiato sul fuoco della crisi recessiva mondiale. Ha provato, riuscendoci, a mettere in difficoltà il Paese quando, per superare le turbolenze, l’Italia, con le sue difficoltà finanziarie, aveva bisogno di fiducia e di compattezza. L’obiettivo era di far cadere il governo in carica, costasse quel che poi è costato all’Italia.
Ha bucato. Una legge elettorale, però, ora gli consente di far valere l’ultima occasione che ha. Messo da parte per lui tutto finirebbe qui: un altro arnese politico da rottamare. E’ un politico al capolinea, incapace d’essere vincente. E’ l’uomo che ha perduto ciò che sembrava avesse già vinto. Un dramma per l’uomo Bersani, ma si è cacciato dentro da solo.
Alzare la voce ora, con lo 0,36% di voti in più sul suo avversario Berlusconi, dopo essere stato in vantaggio di oltre 20 punti nei sondaggi, rasenta il ridicolo. In un paio di mesi, Bersani ha perso dal 10 al 12% di voti, mentre il suo avversario ne ha guadagnati altrettanti. Una disfatta.
Ora corre come un disperato dietro a Grillo che, invece si fa beffe di lui.
Un giorno si e l’altro ancora Bersani chiedeva a Berlusconi di dimettersi, facendone un tormentone, quasi fosse un mantra del suo pensiero. Si sentiva vincente sui problemi degli altri, confortato dai sondaggi che vedevano il Pdl, dopo lo strappo di Fini, dilaniato ed in caduta libera. Troppo poco per chi pretende d’essere premier. Bisogna avere idee per farlo.
Gli elettori di centrodestra non sono militanti da zoccolo duro, come quello che mantiene il PD fermo al suo 25%. Dinanzi alle buffonate e ai litigi, a destra non si soffermano a pensare di chi sia la colpa. S’incazzano e basta e, per bene che vada, non vanno a votare. Quando va male, invece, riversano i loro consensi sui partiti che più alzano la voce e che più fanno casino.
Ne ha beneficiato Grillo. Il comico ha raccolto la reazione di chi si è sentito tradito e di chi pensa che il modo migliore sia quello di mandare tutto in malora, come se in questo bistrattato Paese non si debba realizzare il loro futuro e quello dei figli e nipoti.
Sulla disfatta del Pdl, Bersani aveva programmato la vittoria. Senza idee, ha fatto campagna elettorale solo sulla “guerra” al Pdl. Appiattito sul disastro di Monti, benché con il PD diviso nelle primarie con Renzi, Bersani pensava di vincere facile.
Non aveva più bisogno dell’inaffidabile Di Pietro, fatto dissolvere in tv sulla storia delle case già nota da anni. Anche il traballante livello morale dell’Idv era noto prima del caso Maruccio.
Bersani non voleva altri gruppi della sinistra. Per assicurarsi il Senato aveva provato accordi sottobanco con Ingroia, senza riuscirci. Si sentiva vincente e voleva il controllo di tutto, premio di maggioranza compreso, dopo aver impedito ogni modifica del “porcellum”.
Senza fare i conti con gli elettori, Bersani, aveva programmato le cose, come le campagne del grano russo durante il regime sovietico.
Teneva aperto il dialogo con Monti, per legittimare il suo Governo. Teneva a distanza Fini e Casini, due volpi, già usate contro Berlusconi.
Li ha trascinati tutti nel baratro, però. Peggio per loro. Il terzo polo ha rischiato di scomparire. Il solo Monti si è salvato per il rotto della cuffia, sostenuto dall’Europa, dalle banche, dalla finanza e dai media, a spese dei suoi compagni di viaggio cancellati o quasi dal palcoscenico politico.
Vito Schepisi

 
 
 

Le foto di Panorama e la giustizia pugliese

Post n°456 pubblicato il 28 Febbraio 2013 da a_tiv
 
Foto di sarchiaponicamente

Riepiloghiamo la storia.
Il 31 ottobre del 2012 il Gup Susanna De Felice assolveva Vendola perché “il fatto non sussiste”.
Vendola era imputato assieme alla Dr. Lea Cosentino per “abuso di ufficio”.
Erano accusati di aver riaperto i termini di un concorso per la nomina di un primario, per dar modo di partecipare ad un altro concorrente che poi avrebbe vinto il concorso.
Vendola e Cosentino si erano rimpallate le responsabilità.
Al momento del processo, però, con rito abbreviato, dinanzi al giudice monocratico e con sentenza inappellabile, i due imputati ritiravano le reciproche accuse.
Dopo qualche giorno l’edizione locale di Repubblica darà notizia di una lettera riservata dei magistrati dell’accusa, i pm Desirèe Digeronimo e Francesco Bretone, indirizzata ai vertici delle Procure e del Tribunale barese. E’ un mistero come Repubblica sia venuta in possesso dell’esistenza di questa lettera riservata.
Nella lettera i due PM sostenevano che Il Gup avrebbe dovuto astenersi dal giudizio in quanto amica della signora Patrizia Vendola, sorella del Governatore pugliese.
Alla luce dei fatti, delle testimonianze e delle foto, l’esposto appare un atto dovuto. Non avevano altro mezzo i due PM per far rilevare l’opportunità dell’astensione del Gup. La forma, inoltre, appare rispettosa del codice di procedura penale.
La notizia, però, provocava una rapida reazione in Procura a Bari. Un gruppo di magistrati esprimeva solidarietà alla De Felice e censura per la lettera della Digeronimo.
Se ineccepibili appaiono la forma e la fondatezza della lettera riservata, deve averla pensata diversamente la sezione barese dell’ANM che ha chiesto al CSM il trasferimento per incompatibilità ambientale della PM Desirèe Digeronimo.
Di questa e d’altre questioni si sta ora interessando anche la Procura di Lecce, competente per le indagini sugli uffici giudiziari di Bari. La Procura salentina ha raccolto anche i due esposti-denuncia per diffamazione della Dr. Digeronimo contro Repubblica e contro Vendola.
In seguito a questi fatti, il PM Desirèe Digeronimo ha dovuto astenersi dai procedimenti in corso sulla Sanità pugliese.
Non è una buona notizia per i pugliesi.
La rivista Panorama ha aperto un’inchiesta giornalistica.
In un’intervista, la sorella di Vendola ha confermato i ripetuti incontri a feste e cene con la De Felice. Nell’ intervista è stata ipotizzata anche la possibile esistenza di foto che ritrarrebbero il Governatore col suo giudice.
La Pm Digeronimo, magistrato che ha come stella polare la legalità e che non guarda in faccia a nessuno aveva così visto giusto. L’indignazione di quanti, dopo l’assoluzione di Vendola, le avevano inviato SMS, chiedendole come potesse accadere, era ben che motivata.
Escono le foto e Vendola minaccia querele a Panorama.
Querele per cosa? Cosa deve fare un giornale se non denunciare gli abusi? Cosa se non smascherare i prepotenti, gli impuniti, gli ipocriti, i mammasantissima?
Vendola parla di macchina del fango.
E del fango che è sulla faccia dei pugliesi per l’indecenza con cui è stata gestita la sanità pugliese?
E dei costi che i pugliesi stanno pagando per togliersi il fango dalla faccia?
Nessuno deve darne conto?
Nell’edizione di Panorama in edicola, il cronista racconta che gli sono state mostrate altre foto, alcune più recenti in cui il giudice De Felice ha incontrato la sorella di Vendola. La data - sostiene Panorama - risalirebbe al 1 maggio del 2012. Solo pochi mesi prima della sentenza e pochissimo tempo prima che al giudice fosse affidato il procedimento.
Nell’articolo si cita un signore che avrebbe incontrato il cronista e offerto le foto.
Tutto, però, avvolto nel mistero, a partire dall’identità di questo signore. Non sono note la provenienza delle foto e la legittimità del possesso.
Il cronista di Panorama racconta d’aver poi incrociato per le strade di Bari lo stesso signore che passeggiava in compagnia di Patrizia Vendola.
La prudenza non è mai troppa e il cronista conclude il suo pezzo riflettendo: “gioco o doppio gioco? In ogni caso non è divertente”.
Figurarsi come si stanno divertendo i pugliesi!
Vito Schepisi

 
 
 

Il Giudizio degli elettori

Post n°455 pubblicato il 27 Febbraio 2013 da a_tiv
 
Foto di sarchiaponicamente

Alcune riflessioni vanno fatte.
Queste elezioni, se è vero che destano inquietudine per la mancanza di una soluzione politica che impatti contro la crisi economica e sociale dell’Italia, è vero anche che hanno fatto un po’ di chiarezza.
I risultati elettorali hanno, infatti, ridimensionato le smisurate esposizioni di alcuni politici sempre in primo piano e hanno sfrondato quelle foglie del fico che nascondevano i presunti attributi di alcuni assieme alle ipocrisie e ai falsi pudori di un esercito di finte verginelle.
Qualche risposta queste elezioni l’hanno si data.
Hanno ridimensionato pesi e valori, hanno segnalato le contraddizioni ed hanno condannato uomini e partiti.
In fondo in fondo c’è sempre un giudice fuori dall’Ordinamento Giudiziario italiano.
Gli elettori, quando è stato il loro turno, hanno emesso anche qualche inappellabile giudizio.
Ed è proprio sui giudizi, questa volta, più che sui contenuti e sulle scelte, è sugli uomini, che appare ora opportuno soffermarci. Sui personaggi, sui loro pregi, sulle loro virtù - se ce ne sono – e, soprattutto, sui loro difetti che non mancano mai in nessuno. A volte le caratteristiche umane possono aver origine persino dai nomi. Perché i nomi sono spesso la conseguenza delle cose, com’è scritto nelle “Istituzioni” di Giustiniano. Così la pensavano i nostri antenati. La commedia degli equivoci, che è buona parte della commedia italiana, riviene proprio dalla nostra antica cultura latina.
Da dove iniziare?
Iniziamo dalla tavola da cui, spesso, passano i destini del mondo.
E dove lo metteremmo, infatti, un Buttiglione, se non sulla tavola? Tra qualche tempo, ad esempio, quando si parlerà di Buttiglione, qualcuno penserà ad una grossa bottiglia con dentro vino di cantina. Non è che la cosa abbia troppa importanza, ma un buon vino di cantina sulla tavola ci fa la sua onesta e bella figura, Buttiglione sulla tavola invece non faceva pensare a niente di buono.
Oltre che dalla tavola, i destini del mondo passano da un arredo della casa, il letto, che non serve solo al riposo, ma anche a battaglie di grande impegno. Cosa, allora, tra qualche tempo, la gente potrà pensare di un Italo Bocchino? Per tutti, resterà sempre quella parola che non è elegante far passare sulla bocca delle signore, ma che nella pratica crea immenso piacere e nei pensieri di letto stimola indicibili sensazioni morbose.
Fini, invece, sarà ricordato per quel politico “Che fece per viltade il gran rifiuto”, ma all’incontrario. Non come Dante Alighieri disse di Celestino V, che rinunciò al trono pontificio per mancanza di coraggio, ma per chi, in mancanza di altre qualità, restò attaccato alla sedia più alta di Montecitorio, senza possederne meriti e legittimità morale, contraddicendo persino i suoi impegni assunti pubblicamente in video con gli italiani, oltre che gli impegni politici assunti con gli elettori. L’ironia fa la sua parte e se fini sono i pensieri di chi ha ambizioni, fini-ti diventano i sogni di chi vuol troppo.
Di Granata e Briguglio cosa dire se non che il nulla si elide come lo zero non preceduto da numeri? Di doppio zero che servano a qualcosa si conoscono solo i cessi e la farina.
Ora mi tocca parlare di Di Pietro e di Ingroia, cercando di non beccarmi la querela.
Il primo si è trascinato tutta una catena d’orrore parlamentare. Il suo Mariuccio si è giocato al video poker anche il partito, il resto l’ha fatto la gestione immobiliare della Srl con cui gestiva i rimborsi elettorali, l’opacità di una gestione familistica e la smascherata ondivaga furbizia levantina. Non gli mancheranno 4 mura ed un tetto sotto cui dimorare.
Ingroia, invece, deve avere pensato che l’attacco tentato al cuore dello Stato, respinto dalla Consulta, potesse essere sufficiente per farlo passare per un’eroica vittima di un sistema di potere, e così riscuotere crediti sufficienti tra chi mira a colpire il cuore dello stato per far precipitare il sistema di democrazia liberale. C’è stato, però, chi l’ha preceduto: Grillo.
La differenza tra i due è che Grillo fa ridere, Ingroia, invece, fa piangere.
Devo scusarmi con le altre inutilità non citate. E’ evidente che la storia non parlerà mai di loro.
Vito Schepisi

 
 
 

Niente giochi. Si faccia ciò che vuole il Paese

Post n°454 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da a_tiv
 
Foto di sarchiaponicamente

Ora non si facciano giochi.
Il PD ha avuto un vantaggio sul Pdl dello 0,36% alla Camera.
Ha 340 deputati, come aveva sperato ostacolando la riforma del “porcellum”.
Alla Camera ha il 55% dei seggi.
Al Senato, però, il gioco non gli è riuscito ed è minoranza.
Sono dati di cui Bersani deve tener conto.
Sappia, però che oltre il 70% degli elettori italiani non ha fiducia nel PD.
Bersani è ben lontano dal 50% più un voto che in democrazia legittima.
Il porcellum, pensato per un sistema bipolare, diventa perverso in un quadro politico frastagliato.
Fatte queste premesse bisogna riflettere sull'incarico. Due le scuole di pensiero:
- incarico al partito più votato (vigeva con il sistema proporzionale);
- incarico alla coalizione più votata (più consono al sistema bipolare).
Prevarrà l'incarico a Bersani. E forse è bene che sia così. Potrà scegliere per una soluzione di pacificazione nazionale. Non venga, però, a dire che ha vinto qualcosa, perché non ha vinto niente.
Vedremo se il PD saprà uscire dall’idea della catena di montaggio che si snoda sul territorio nazionale e che produce appalti, posti di comando e gestione del potere.
La cosa più importante è il programma di governo. Butti quello farlocco che ha.
Per avere i voti del Parlamento deve partire dalle riforme condivise: la riforma dello Stato, ad esempio.
La seconda parte della nostra Costituzione non consente la governabilità e mortifica il principio costituzionale della sovranità popolare. Perché non pensare di far lavorare il Parlamento alle modifiche dell'assetto rappresentativo dello Stato? Magari non proprio democrazia diretta, come vorrebbe Grillo, ma sistemi che rendano attuabili le indicazioni degli elettori.
Il taglio dei parlamentari farebbe felice tutti gli italiani. Ed ancor di più lo sarebbero se si tagliasse una camera, cosa che potrebbe trovare attuazione con la riforma delle autonomie locali, creando un consiglio nazionale delle autonomie composto dalle rappresentanze degli eletti nelle regioni. Anche le prerogative della Presidenza del Consiglio, per rendere più snelli i provvedimenti del Governo, senza ridurre i rapporti di fiducia con il Parlamento, andrebbero riviste.
Tutti lamentano il peso della burocrazia sui cittadini e sulle attività economiche. Se il limite è la legalità, è anche possibile farla rispettare, senza vessazioni e senza atteggiamenti da stato di polizia.
I privilegi e gli abusi sono le cose che più irritano. Bisogna tagliare e stroncare le caste. Non si possono vedere, mentre il popolo è in difficoltà, doppi stipendi, doppie pensioni e vitalizi ottenuti senza contribuzione.
L’ordinamento giudiziario italiano è fanalino di coda nel mondo per efficienza. Bisogna riformarlo. Non è giusto, però, che quando se ne parla provino ad arrestare qualcuno per strozzargli la voce.
Trovare su queste cose in Parlamento una maggioranza che s’impegni a risolverle in 6 mesi non dovrebbe essere difficile.
Subito, invece, sarebbe da ricercare una maggioranza che abbatta l'IMU sulla prima casa. Le risorse siano ricercate nel taglio delle spese dello Stato. Di economie ce ne sarebbero tantissime da fare. E’ più giusto tagliare privilegi, ritrovare la fiducia delle famiglie, spingere sui consumi con l’allargamento dei redditi, frenare la chiusura delle piccole attività commerciali, anziché tutelare redditi e spese improponibili di manager e di alti funzionari dello Stato, senza dimenticare la RAI, le cui spese sono un pugno sugli occhi della povera gente.
Si provveda ad aumentare con urgenza le pensioni minime, oggi al di sotto di 500 euro.
Anche nelle imprese commerciali i privilegi non devono più esistere. Si pensi alle cooperative che svolgono attività d’impresa e che godono di privilegi fiscali. E che dire della pressione fiscale? Con il carico di tasse che si ha in Italia non ci può essere impresa e sviluppo.
L’Italia, infine, deve ritornare ad essere una parte importante dell’Europa, senza che sul suo territorio sconfinino i moralismi interessati di burocrati senz’anima. Il Parlamento ritrovi la sua unità per guidare la resistenza dei paesi dell’area mediterranea contro la politica del rigore che sta distruggendo il bel “sogno” liberale dell’Europa unita.
Bersani si faccia avere l’incarico e vada in Parlamento per parlare agli italiani.
Se sarà sincero e se parlerà puntando al cuore dell’Italia potrà governare.
In caso contrario tutto sarà molto difficile.
Vito Schepisi

 
 
 

NONOSTANTE IL PRESSANTE INVITO SOPRARIPORTATO, IL DIALOGO ED ANCHE IL DISSENSO SONO BENE ACCETTI, PURCHE’ ISPIRATI DA RISPETTO ED EDUCAZIONE

 

AREA PERSONALE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

fin_che_ci_sonourlodifarfallacassetta2EremoDelCuoretempestadamore_1967lascrivanaVince198avvbiaQuivisunusdepopulokimtyfedechiarasofya_mRavvedutiIn2SONIA.DIAMANTE
 
 

DAI BLOG SARCHIAPONICI

 

AUTOBUS DEL GIORNO BY ROBERTO

Caricamento...
 

BENVENUTI! BY VINCE

Caricamento...
 

C'E' TUTTO UN MONDO BY KIWAI

Caricamento...
 

ENTRO NELL'ANTRO BY PIERLUIGI

Caricamento...
 

ETNEGO BY ELIO

Caricamento...
 

IL LIBERO PENSIERO BY VITO

Caricamento...
 

LA MIA PELLE BY LAMIAPELLE

Caricamento...
 

KLUTI BY MADROCS

Caricamento...
 

LA RIVA DEL MARE BY STEFANO

Caricamento...
 

SICILIA TERRA NOSTRA BY NEREIDI

Caricamento...
 

CHE ITALIA! BY CALIPSOM1

Caricamento...
 

VIVERE BY GINO

Caricamento...
 

UNA DONNA PERDUTACHISSà DOVE L'AVRO' MESSA.....

Caricamento...
 


Ti senti
SARCHIAPONE
anche tu?
Allora meriti un
DIPLOMA
e una medaglia!
Preleva la medaglia di
Sarchiapone Onorario
e mettila nel tuo blog,
potrai trovarci con un clik

Il blog dei sarchiaponi

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

BOX FEED

 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963