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KEYNES … CHI ERA COSTUI ?

Post n°366 pubblicato il 05 Maggio 2012 da kiwai
 

 

Di questi tempi i “non più comunisti”, orfani delle fallimentari teorie economiche di Carletto Marx, (prossimamente voglio cimentarmi a “sparare sulla croce rossa” e farò un post in merito) sembrano convertiti in massa alle teorie “pseudoliberiste” del signor Keynes …

 

In contrasto con la teoria economica più classicamente liberale, Keynes ha sostenuto la necessità dell'intervento pubblico nell'economia con misure, destinate a stimolare la domanda in periodi di disoccupazione, ad esempio tramite un incremento della spesa pubblica.

 

Sulla scia del New Deal americano, è più o meno quello che hanno fatto i nostri governanti negli ultimi quarant’anni, passando dalle partecipazioni statali ai “lavoratori socialmente utili” … col brillante risultato che ci ritroviamo oggi …

 

Si perché nel bilancio dello Stato esistono solo tre variabili, che il governo può manovrare:

le imposte riscosse (date da una aliquota T calcolata sul reddito Y);

la spesa pubblica;

i trasferimenti (quota di denaro che lo Stato eroga per servizi);

 

In generale le manovre attuabili dallo Stato sono di due tipi: manovre espansive e manovre restrittive.

Una manovra espansiva consiste nell'aumento della spesa pubblica o dei trasferimenti, oppure in una riduzione delle imposte;

Una manovra restrittiva, consiste nella riduzione della spesa pubblica o dei trasferimenti, oppure in un aumento delle imposte.

La prima genera, almeno nel breve termine, un disavanzo nel bilancio dello Stato, cosa che evidentemente non è proponibile nell’attuale contingenza, visto il livello del nostro debito e i diktat della kulona … quindi già così tanti saluti al signor Keynes …

Dunque sembrerebbe che non vi sia alternativa alla riduzione della spesa e all’aumento della pressione fiscale … una manovra classicamente restrittiva (e Monti – colmo dell’ironia – l’ha battezzata “CrescItalia”)

 

Ma, se per la riduzione della spesa esiste solo la strada dell’eliminazione degli sprechi, dei privilegi e delle inefficienze …

 

Per la politica fiscale esistono due distinte e contrapposte soluzioni:

da una parte un'imposizione fiscale sui redditi alti, favorendo così una redistribuzione del reddito nella società (vecchia favoletta di sinistra), ma che può tramutarsi in una limitazione sugli investimenti da parte delle imprese e quindi determinare in ultimo una limitazione sulla crescita economica;

dall’altra un'imposizione fiscale sui redditi medio-bassi ovvero sul ceto medio, preservando gli investimenti da parte della classe imprenditoriale, ma con possibili conseguenze negative sui consumi e quindi conseguentemente una limitazione sull'offerta e sulla crescita economica stessa.

 

È di tutta evidenza come sia preferibile stimolare una crescita economica dal basso, favorendo i consumi, e quindi contenendo la pressione fiscale sui meno abbienti, piuttosto che stimolarla dall'alto favorendo investimenti e innovazione in quanto l'innovazione senza consumi non porterebbe ad alcuna reale crescita per semplice calo della domanda.

 

Ed ecco che subito i “non più comunisti” si esaltano e osannano la Kulona tedesca, “santificata” dalla concertazione con i sindacati, perché avrebbe promesso di “aumentare i salari” (per il momento solo dei dipendenti pubblici .. poi si vedrà) e la spacciano per una “trovata” keynesiana …

 

Non è così!

È una banale manovra di stimolo dei consumi interni, a fronte di una contrazione della domanda sul mercato estero di riferimento (Europa) che la stessa politica di “rigor mortis” imposta dalla Germania agli europei ha determinato.

Insomma la kulona “predica bene” e “razzola male”!

 

Noi invece che di politiche keynesiane non ce ne possiamo permettere … facciamoci qualche domanda, chiediamoci:

il Robot nostrano, grande professore di economia, tassando le prime case (e magari fosse solo questo) ha scelto di stimolare i consumi ?

Evidentemente no …

Allora avrà scelto di incentivare gli investimenti?

Nemmeno?

Ma almeno vorrà tagliare la spesa?

Ancora niente?

Ultima domanda:

Ma che ce lo teniamo a fare?

 

 
 
 
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