SARCHIAPONICON

W LA DEMAGOGIA?

Mi chiedo e chiedo a tutti Voi...

Recentemente commentando un post di K mi son lasciato andare ad una provocazione. Predicavo l' avvento al potere di un comico o un trattorista, che lungi dall' attirare le mie simpatie, porterebbero più velocemente lo stato alla bancarotta.

 L' idea sarebbe quella che solo una volta toccato il fondo, quello vero, si avrebbe speranza di rinascita...

Qualcuno potrebbe chiedersi... "perchè possiamo cadere più in basso di così?" La mia misera opinione è che purtroppo sì, non solo dico che è possibile, penso anche, ogni giorno che passa, stia diventando sempre più inevitabile.

K, con il suo pragmatismo, mi ha invitato a frenare la demagogia, mi ha incitato alla riflessione, a scegliere fra chi, onestamente, (e ce ne sono, lo credo anch' io) fa il suo mestiere di politico degnamente. Partecipando, interessandoci, possiamo sperare di far rivivere le nostre istituzioni. Il discorso di Napolitano, ieri, ricalcava in parte queste stesse tesi, parlava di riforme non più dilazionabili, di tensione morale, di eliminazione del marciume..

Unanime il coro di approvazione, il plauso, e con le lacrime agli occhi, commosso, anch' io grido GIUSTO! BRAVO! Ben venga il rinnovamento!

Avete presente le scoregge? Quelle forti intendo... Gran rumore, tanto odore, poi una sniffata per uno, se ne perde memoria.

Io sono solo un ragioniere. Non avevo tanta voglia di studiare, nè i mezzi, e, a pensarci bene, è stato meglio così. Quello che ho, poco, ma non pochissimo, mi consente di vivere dignitosamente, e me lo sono guadagnato lavorando... Probabilemte studiando, non sarei arrivato a nulla.. ma sto divagando.

Però un pregio, da ragionere , credo di averlo.. la fredda logica dei numeri, non perdona, non dice bugie, non lascia spazio a moti ideali. La realtà è che in Italia, propri per come sono fatte le nostre istituzioni, per la natura stessa della nostra Costituzione, non vi è spazio, allo stato attuale, per riforme vere, e non lo saranno per chiunque prenderà il potere. Troppa la frammentazione delle forze politiche, troppa la deresponsabilizzazione consentita da un bilanciamento dei poteri nato per evitare nuovi assolutismi, e freno reale per chiunque, pur dotato di maggioranza in parlamento voglia dire " ADESSO SI FA COSI'".

Nulla mi fa pensare che dalle prossime elezioni nasca una maggioranza così forte da poter imporre la propria visione, che, come in ogni democrazia "vera" (e penso a quelle di stampo anglosassone) possa prendersi la responsabilità di fare, decidere, e poi venir giudicata, realmente per quel che ha fatto al termine della legislatura. nel 2013 saremo alle solite.. divisi come non mai post comunisti di qua, post democristiani di là, post berlusconiani, post,,,it. 

Nascerà il solito governicchio, frutto di improbabili alleanze e spartizioni. Stanno già studiando nuovi nomi per le solite facce!

Rinnovo la provocazione...ben venga il trattorista, ben venga il comico! Almeno moriremo ridendo! Vi par poco?

 Ma voglio tornare al titolo... bisognerebbe pensare veramente  a cosa sia più demagogico... credere ancora ad un rinnovamento o cavalcare la "moda" dell' antipolitica? Già mi vedo il buon K, immune da ogni dubbio, spiegarmi in anticipo che no, non bisogna arrendersi, bisogna lottare, con la razionalità, con la partecipazione, con la scelta, e mi scuso in anticipo per questo processo alle intenzioni che sto facendo. In più potresti cogliere l' occasione per spiegarmi la differenza fra quella che è realmente demagogia (quella del comico) dalle aspirazioni, forse utopistiche, ma che rientrano, comunque, nella dialettica democratica. Anzi, già che ci sei, spiegami anche l' etimologia del termine, immagino   tu la conosca, e ne sono, realmente, interessato.

Ma spiegami anche, caro K, come pensi di poter cambiare lo stato delle cose, chè ogni tanto noto, nei tuoi post, lunghi elenchi di misfatti di questa o quella parte, della casta tutta, e da questi elenchi nessuno si salva, giustamente. Spiegami, se ci riesci, se veramente ci credi, o se la tua è una ideale, utopica, demagogica speranza.