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Letteratura, musica e quello che mi interessa

CHIARIMENTI

Le notizie riportate nel presente blog, ove altrimenti non specificato, sono affidate alla memoria dell' autore e non possono pertanto essere considerate degne della minima fede. Ritengo sia mio preciso obbligo morale diffondere bufale, spacciandole per vere e viceversa. Chi si fida di me sbaglia a farlo, ma, volendo, potrebbe prendere spunto da quel bel po' di verità che sarà in grado di trovare in ciò che scrivo, per approfondire l' argomento, se gli interessa, altrimenti, ciccia.

Chi volesse comunque riferirsi a fonti ancor meno affidabili di una vacillante memoria di un incallito bufalaro, potrà consultare Wikipedia o, peggio ancora, la Treccani Online che a Wikipedia spesso rinvia. Degno di considerazione è il fatto che le idiozie di cui Wikipedia è spesso -non sempre, siamo onesti- intrisa fino al midollo sono consultabili gratis, laddove per la redazione della Treccani online lo Stato ha erogato all' ente, presieduto da un non bene amato ex ministro di nome Giuliano, due bei milioncini di euro nostri: che fine avranno fatto? Non c'è alcuna malizia da parte mia, s'intende, nel formulare questa domanda: solo semplice curiosità.

La lettura di questo blog è vivamente sconsigliata a chi ignora cosa sia l'ironia e/o non è in grado di discernere il vero dal falso.

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Ex libris

Post n°196 pubblicato il 18 Ottobre 2010 da valerio.sampieri

Tag: Ex libris

Dopo l'invenzione della stampa, la diffusione del libro crebbe rapidamente. Era motivo di grande prestigio il possesso di un libro.

Tra il 1470 ed il 1480 un cappellano bavarese, certo Hans Jgler o Igler, pensò bene di inserire in un libro della sua biblioteca un foglietto -che rappresentava un porcospino ed un ramoscello (si veda la foto del titolo)- che ne attestasse la proprietà. Fu questo il primo ex libris della storia, sebbene il primo ex libris che rechi una data certa risalga al 1516.

La pratica degli ex libris si diffuse con una certa celerità. A volte, soprattutto inizialmente, l'ex libris era costituito da un semplice timbro, ma più spesso si trattava di cartoncini o di foglietti rettangolari sui quali erano rappresentate una effige ed un motto, in qualche modo correlati tra loro, dai quali trasparisse la peculiarità della figura del possessore del libro.

Col tempo gli ex libris divennero delle vere e proprie opere d'arte e la loro realizzazione venne affidata ad artigiani specializzati. Disegno e testo dovevano fondersi in un unicum nel quale doveva essere presente l' anima, in un certo senso, del possessore del libro. Anche i materiali impiegati divennero col tempo sempre più pregiati.

Dato che le biblioteche erano custodite, oltre che nei monasteri e nelle università, nelle case nobiliari, il rapporto tra ex libris ed araldica si fece sempre più stretto.

Soltanto verso la fine del 1800 gli ex libris iniziarono a diventare di dominio pubblico: uscirono dai libri, per così dire. Al principio e soprattutto verso la metà del del XX Secolo, cominciò a svilupparsi una forma di collezionismo di ex libris che, ai nostri giorni, è diventata una vera e propria mania, sicché ogni collezionista si industria per acquisire qualche migliaio di ex libris per la propria collezione. Perciò è molto diffusa oggidì la realizzazione di ex libris, basandosi su una filosofia spicciola: ciò che è nuovo oggi, non lo sarà nei secoli a venire. Gli ex libris da collezione dei tempi moderni sono pertanto qualcosa di ben diverso da quelli del bibliofilo dei tempi andati.

Le biblioteche pubbliche (per chi lo ignorasse in Italia ce ne sono 46, inserite in un mastodontico progetto di informatizzazione) e private dispongono spesso di una sezione dedicata agli ex libris "del bibliofilo" ed anche su internet è possibile trovare cataloghi di grande interesse. Ho raccolto un gran numero di informazioni ed immagini di elevato valore artistico in proposito, tale da poter offrire una bibliografia ragionata che vorrebbe tentare di andare ben oltre i sommari spunti forniti in questo post. Peraltro, per offrire una bibliografia ragionata, si deve disporre di tempo e, soprattutto, di materia grigia in grado di realizzarla; malauguratamente i negozi che vendevano "materia grigia" sono al momento sprovvisti di tale merce, in quanto quella che avevano, invenduta da qualche secolo, è rimasta irrimediabilmente avariata e sembra che i produttori -quasi tutti "ditte individuali" sorte dopo il 1968- abbiano risentito sin dalla loro nascita di tale avarìa.

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