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Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
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Il Novellino (di Anonimo)

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Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)

Palloncini (di Francesco Possenti)

Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)

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Storia nostra (di Cesare Pascarella)

 

OPERE COMPLETE: PROSA

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I primi bolognesi che scrissero versi italiani: memorie storico-letterarie e saggi poetici (di Salvatore Muzzi)

Il Galateo (di Giovanni Della Casa)

Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l'anno 1630 - Prima edizione 1804 (di Pietro Verri)

Picchiabbò (di Trilussa)

Storia della Colonna Infame (di Alessandro Manzoni)

Vita Nova (di Dante Alighieri)

 

OPERE COMPLETE: POEMI

Il Dittamondo (di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo, Libro Primo

Il Dittamondo, Libro Secondo
Il Dittamondo, Libro Terzo
Il Dittamondo, Libro Quarto
Il Dittamondo, Libro Quinto
Il Dittamondo, Libro Sesto

Il Malmantile racquistato (di Lorenzo Lippi alias Perlone Zipoli)

Il Meo Patacca (di Giuseppe Berneri)

L'arca de Noè (di Antonio Muñoz)

La Scoperta de l'America (di Cesare Pascarella)

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XIV Leggende della Campagna romana (di Augusto Sindici)

 

OPERE COMPLETE: POESIA

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Bacco in Toscana (di Francesco Redi)

Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici (di Torquato Tasso)

La Bella Mano (di Giusto de' Conti)

Poetesse italiane, indici (varie autrici)

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Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio, Genova, Bernardo Tarigo, 1753 (di Giovambattista Ricchieri)

Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)

 

POETI ROMANESCHI

C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

Er Libbro de li sogni (di Giuseppe De Angelis)

Er ratto de le sabbine (di Raffaelle Merolli)

Er maestro de noto (di Cesare Pascarella)

Foji staccati dar vocabbolario di Guido Vieni (di Giuseppe Martellotti)

La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

Li fanatichi p'er gioco der pallone (di Brega - alias Nino Ilari?)

Li promessi sposi. Sestine romanesche (di Ugo Còppari)

Nove Poesie (di Trilussa)

Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
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Poesie romanesche (di Antonio Camilli)

Puncicature ... Sonetti romaneschi (di Mario Ferri)

Quaranta sonetti romaneschi (di Trilussa)

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Clelia

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CAPITOLO L.
Clelia, vergine Romana.


Clelia, maravigliosa vergine: romana; di che parenti ella s’avesse principio, o gli antichi non l’hanno lasciato a noi di drieto; o è venuto meno per l’antichità. Ma assai si può pensare, che ella nascesse di nobile gente, perchè così mostra la nobiltà del suo attimo; e perchè ella era data per ostatica di pace tra gli altri nobili Romani al tempo di Tarquinio Superbo a Porsenna, re de’ Toscani. È da lodare lo suo ardire in più parole, e da considerare, che essendo cacciato Tarquinio Superbo per iscellerato peccato di Sesto suo figliuolo in Lucrezia; e avendo effetto i suoi inganni di tornare, vennesi in manifesta guerra. Alle quale essendo venuto a Roma Porsenna, re di Chiusi, a’ prieghi di Tarquinio, e essendo rimossi i Toscani dal passare il Ponte Sublizio per la gagliardia d’Orazio Coclite, lo quale la difendeva, ed essendo impaurito Porsenna per l’audacia di Muzio Scevola, e per la congiurazione di quello, venne a concordia co’ Romani, e per salvare quella, tolse più ostatichi; e avvenne che con più altre vergini fu mandata Clelia. Alla quale forse perchè pareva men che onore della repubblica, che tante vergini fossero tenute prese appresso uno re forestiere; armò il petto di sè, che era una fanciulla, d’audacia d’uomo; e ingannate le guardie, montò in su uno cavallo, lo quale a caso ella trovò di notte pascere sopra la riva del Tevere, non essendo stato altra volta a cavallo: e avendo tratte fuori molte delle prese fanciulle, tornolle ai suoi, non temendo la profondità del fiume.

La qual cosa la mattina veduta da Porsenna, dolsesi; e fu comandato nel pieno Senato, che quella, che era stata guida di quelle che erano fuggite fosse restituita al re. Ma il re maravigliatosi della virtù della fanciulla, dilettandosi del suo ardire, non solamente concedè a lei, che ella tornasse a’ suoi, ma diedele arbitrio che ella menasse con seco degli ostatichi quegli che ella volesse; la quale di tutti tolse solo i fanciulli. La qual cosa parve laudabile onestà di quella vergine: e agli Romani fu grata simigliantemente, perchè avea liberati quegli che erano più atti a ritenere l’ingiuria. Per la qual cosa ella fu onorata da’ grati cittadini di una maniera di non usato onore, e fu conceduto a quella una statua di cavalleria, la quale posta al fine della Sacra via per lungo tempo stette salva.

Giovanni Boccaccio

De claris muljeribus
VOLGARIZZAMENTO
DI MAESTRO DONATO ALBANZANI DA CASENTINO
[ca. 1336 - fine secolo XIV]

 
 
 
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