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La storia der monno 11

Post n°2141 pubblicato il 22 Ottobre 2015 da valerio.sampieri
 

La storia der monno

LI

La Bibbia? È er mejo libbro de lettura,
perché nun solo ch’è un racconto vero
- e pe’ questo se chiama «La Scrittura» -
ma dice bianco ar bianco e nero ar nero;

dove, si quarche cosa resta scura,
co’ la meditazione der mistero
la mente che lo studia se matura
a esercità lo sforzo der penziero.

’Sto libro quer che dice è ’na sentenza:
nun c'è ’no sbajo, nun ce stanno zeppe,
pieno com’è de pratica de scienza;

l’omo, quello che sa, da lui lo seppe
perché da lui proviè tutta la sapienza
come spiega la storia de Giuseppe.

LII

Era Giuseppe giovene e robusto,
mejo assai de Rodolfo Valentino:
la gente je diceva ch’era un fusto,
ma lui rideva come un regazzino

perché era bono, affezionato, giusto,
semprice, ma d’ingegno sopraffino.
Er Padreterno in lui ci aveva gusto
e je diede la laura d’indovino

che quanno quarcheduno s’inzognava
lui co’ l'aiuto della provvidenza
e colla smorfia in mano je spiegava

tutta quanta der sogno la sentenza
e come procedeva e come annava
er sapé l’avvenire in precedenza.

LIII

Perché li sogni, si so’ sogni veri,
nun so’ ’na cosa d'immaginazione
che fai quanno sei svejo: so’ misteri
della natura e no della ragione;

so’ figure, fantasime, penzieri
che te vengheno in mente, confusione
che puro li posati e li più seri
nun so’ boni da dà ’na spiegazione.

E procede così: te metti a letto;
te stenni lungo lungo; facirmente
te pija er sonno; er sonno co’ diletto

te chiude l’occhi e t’addorme la mente
e, senza sapé er come dell’effetto,
t’aritrovi in un monno inesistente.

LIV

Senz’avecce un controllo volontario,
er cervello se mette in movimento
e scommussola tutto er calennario
perché da solo fa un ragionamento

dove er penziero resta seconnario
e se trasforma, mentre er sentimento
diventa da reale immaginario
e cambia de figura ogni momento.

E nascheno li sogni; sogni: draghi,
nuvole, stelle, femmine, assassini,
pugilati, coride e antri svaghi;

voli pe’ l’aria, vedi burattini.
Li sogni, poi, li spiegheno li maghi
e chi sa smorfià bene fa quattrini.

LV

Fu così ch’er governo inventò er lotto
e che l’omo scuprì er significato
de quello che ner sonno ce sta sotto;
seppe che er nove è l’omo innamorato,

er defunto che parla quarantotto
e ventisette è «va’ a morì ammazzato».
Però sortanto un santo o ’n omo dotto
pò dà alli sogni er suo significato

perché er santo, che vive in penitenza
co’ le rinunzie e colle privazioni,
s’acquista la divina provvidenza;

er mago, invece, colle sue ragioni
va avanti colla cabbala de scienza
e s’aiuta a campà sulli cojoni.

Gustavo Quadrini
Tratti da: La storia der monno
Cento sonetti spubbricati ner 1962

 
 
 
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