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La Statua di Santa Teresa

Post n°1644 pubblicato il 25 Maggio 2015 da valerio.sampieri
 

La Statua di Santa Teresa

Rientrando in città, si vede, a fianco della fontana Felice, la chiesetta dei Carmelitani, chiamata Madonna della Vittoria. Questa chiesa è una delle più decorate di Roma. È completamente ricoperta di marmo e oro, al punto che le pareti sembrano quasi scomparse. Nella cappella di sinistra, appartenente alla famiglia Cornare, originaria di Venezia, vi è la famosa statua di Santa Teresa in estasi, che l'Angelo si accinge a ferire. Si tratta di un capolavoro del Bernini. Questo pezzo è sublima per Paria di verità che lo caratterizza, ma si stenta a credere, guardandolo, che si tratta di una santa, poiché dall'aria estatica di Teresa, nelle sembianze investite dalla fiamma, sarebbe facile sbagliarsi. L'Angelo potrebbe essere preso per l'Amore, e Teresa per sua madre o per una bella vittima della malizia di Cupido. Comunque questa statua è ammirevole. C'è soltanto, mi sembra, un eccessivo drappeggio negli abiti della santa, eun'aria troppo affettata nel modo con cui l'Angelo sorregge il dardo. Ma si sa che l'eccesso di ricercatezza era il difetto naturale del Bernini. Sarebbe ugualmente opportuno che questa statua fosse situata un po' meglio: è molto alta e troppo affossata, e si stenta parecchio ad osservarla bene.

I bassorilievi di destra e di sinistra rappresentano dei busti in marmo bianco di questa famiglia. Di fronte vi è la cappella di san Giuseppe, e la statua situata sopra l'altare, che fa do. pendant con quella di santa Teresa, rappresenta san Giuseppe nel momento in cui l'Angelo l'avverte che bisogna fuggire. Questo pezzo di Domenico Guidi non può certamente essere paragonato con l'altro, benché abbia una certa bellezza. I bassorilievi di destra e di sinistra sono di un altro autore, ma infinitamente migliori. Riguardano la fuga in Egitto. In quello di sinistra si vede il buon san Giuseppe in contemplazione del piccolo Gesù che Maria sorregge sulle ginocchia. Lo guarda con un compiacimento assai ben caratterizzato, ma si legge negli occhi, attraverso questo compiacimento che ha della Vergine: «Convenite cara sposa, che non si tratta di opera mia!».I quadri degli altari di questa chiesa sono tutti di eccellenti maestri. Si venera, sull'altare principale, un dipinto della Vergine, portato dalla Germania, verso il quale il popolo mitre la massima fede. Si chiama della Vittoria per l'aiuto che i cristiani pretendono di averne tratto in una guerra contro gli infedeli, di cui si vede qualche trofeo sospeso sul fregio. Il corpo intero di santa Vittoria si vede sotto l'altare di san Giuseppe. La santa è conservata interamente. È vestita con ricchezza, distesa in tutta la sua lunghezza, la testa appoggiata su dei cuscinetti che ella sostiene con la mano sinistra. Tutta la testa e il collo sono assai ben conservati. La pelle è quasi nera, la bocca serrata, il ventre ben formato, ma gli occhi mancano. Questo corpo è in venerazione.

La Fontana Felice, cui ho accennato sopra, trae il suo nome da Sisto v che la ordinò e che così si chiamava prima di diventare papa. Portava l'acqua da Colonna, villaggio lontano 22 miglia da Roma. Questo monumento fu diretto dall'architetto Fontana. Vi si vedono quattro leoni antichi, di cui due in porfido bianco e due in granito nero. Questi ultimi due furono trasportati dal tempio di Iside, che sorgeva a Roma dove si trova attualmente la chiesa di Santo Stefano del Cacco. La statua del centro, di grandezza al di sopra del naturale,rappresenta Mosè che batte la roccia per far uscire l'acqua. A destra vi è Gedeone e a sinistra Aronne. Così si è sicuri di bere soltanto acqua del Vecchio Testamento.

Nei pressi vi è la Certosa, che faceva parte delle terme di Diocleziano, ridotta in chiesa dalla forma immensa e singolare da Michelangelo. Vi si ammirano le otto colonne di granito che sono disposte a croce e che erano le stesse che ornavano un tempo questa parte delle terme. Ve ne sono molte altre che la simmetria ha reso necessario, ma non sono originali.

In questa chiesa vi sono gli originali che si ammirano in mosaico a San Pietro. Vi si vede anche una celebre meridiana, opera di monsignor Bianchini, grande matematico agli ordini di Clemente XI. Il convento ugualmente posto fra le rovine di queste terme, è immenso,e bisogna soprattutto ammirare i chiostri che sono di un'estensione di cui non si ha l'idea. Al di sopra vi regnano gallerie coperte della stessa grandezza, nelle quali si notano bellissime stampe.

In questo stesso quartiere, e sempre fra le rovine di queste terme,vi sono i granai pubblici, costruiti per essere ammirati sia per la loro immensità che per la buona amministrazione del grano. Furono costruiti da Gregorio XII, da Paolo V, da Urbano VIII e da Clemente IX.

A fianco della chiesa della Vittoria vi è la chiesa di Santa Susanna,le cui pareti sono tutte affrescate. Vi si vede anche una cappella sotterranea che viene chiamata Confessione, perché vi riposano alcuni martiri. Voi sapete, signora contessa, che la parola martire, in greco,vuoi dire confessore.

Un po' più lontano, di fronte alla collina del Quirinale, vi è la chiesa di Sant'Andrea, su disegno del cavalier Bernini, un tempo noviziato dei Gesuiti e oggi occupato dai Padri della Missione. E rotonda, e la forma è piacevole come gli ornamenti sono preziosi. Soprattutto i quadri sono ammirevoli, ad eccezione di uno che stavano sistemando quando visitai questa chiesa, rappresentante il fondatore e che sembra totalmente fuori luogo al centro com'è dei capolavori che ornano questa piccola chiesa. Ma la cosa più spaventosa è che per sistemare questo sgorbio è stata tolta e messa in sacrestia una Morte del Salvatore, pezzo sublime nel quale soprattutto è caratterizzato fantasticamente il dolore di Maddalena che bacia piangendola mano del Cristo.

Marchese De Sade (Donatien Alphonse François de Sade)
Tratto da "Viaggio in Italia"

 
 
 
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