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Avvertenza

Post n°1002 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
 

Avvertenza

L'abate Francesco Cancellieri, morto a 75 anni nel 29 dicembre 1826 aopo aver consumato la vita a ben meritare della storia di Roma con le sue abbondanti pubblicazioni (centottanta fra grandi e piccole!), intorno al quale pubblicai nella Rivista Europea del 16 aprile 1877 uno studio non rimasto inutile, quantunque poco o punto considerato, per chi più di recente ha discorso dell'illustre romofilo; r abate Cancellieri, fra le sue opere inedite che, secondo il nuovo Catalogo riordinato ed illustrato dal conte Alessandro Moroni (Roma 1881), ascendono al bel numero di 114, lasciò un manoscritto in due grossi volumi in 4" col seguente titolo: « Il Carnovale di Roma antico e moderno, ossia descrizione degli antichi baccanali e de'giuochi d'Agone e di Testacelo, celebrati nel giovedì grasso, nel sabato e nella domenica di Quinquagesima e per la festa dell'Assunta, ne' quali avevano parte le comunità di Acquapuzza, Anagni, Cornato, Magliano, Piperno, Sutri, Terracina, Tivoli, Toscanella e Velletri, e specialmente gli ebrei, con l'indicazione di altre feste, giostre, tornei, conviti, ingressi di sovrani e di personaggi, coronazione di poeti, e delle strade entro e fuori di Roma, in cui nel carnevale e in altri tempi dell'anno si sono fatte le corse. »
Di questo titolo si può dire, come di molti altri del Cancellieri, che vale un indice, e 1' indice basta a farci intendere che in quest'opera sul Carnevale di Roma vi dev' essere un po' di tutto, ed anche forse qualche notizia delle cose carnevalesche romane; ma non mai la storia vera, propria e ordinata del Carnevale di Roma. E valga il vero, sappiamo dal conte Moroni, che il manoscritto del Cancellieri, da esso studiato, per gli ultimi tempi non dà più che il registro dei vincitori delle corse.
Questa storia, che non troverebbesi dunque neppure nei due grossi volumi del Cancellieri se venissero pubblicati, il lettore non si aspetti di trovarla nel nostro tenue libretto, che si guarda bene dal cominciare ah ovo col risalire alle origini del Carnevale di Roma. Ci vorrebbe altro! poiché le origini si vogliono vedere nei giuochi in onore del Dio Pane, che erano licenziosissimi, e sotto il nome di lupercali cadevano precisamente alla metà di febbraio, cioè nel periodo ordinario del Carnevale moderno, che appunto dei lupercali è legittimo discendente.
Cosicché il popolo romano nei suoi desideri di Carnevale obbedisce ad un irresistibile istinto tramandatogli dall' antichità, e buon prò gli faccia; oggi l'istinto irresistibile assolve ben altre magagne che la mania di andare in maschera.
Ma, a dirla schietta, nonostante tutta la buona volontà del senato e del popolo, è lecito non aver fiducia nella forza vitale della rinascenza carnevalesca. Il carnevale di Roma, che negli ultimi tempi del regime pontificio era diventato una istituzione di polizia, cosa potrebbe mai essere nei tempi nuovi? Questione! Intanto le manifestazioni di quello che infierisce dal 1870 in qua non danno molte speranze di prosperità. - A leggere i suoi manifesti, a vedere i suoi comitati, fa proprio l'elfetto di un carnevale in extremis che chiede i sacramenti e questua per la buona morte. Nel 1876 alcuni romani con fine ironia mandarono fuori una supplica colla quale scongiuravano il comitato di dare grande importanza al convoglio funebre ed ai funerali del carnevale. L'idea è buona e merita di essere propugnata.
Fate un bel funerale al redivivo carnevale; erigetegli una tomba simile a quella di Cecilia Metella per lo meno, e mettetevi sopra un epitaffio che dica:
Di Roma il carneval qui morto giace ;
Dorma egli alfine e Roma lasci in pace.
Sotterratelo una volta per sempre e non si parli mai più del carnevale di Roma; o meglio, se ne parli soltanto come di cosa che fu, studiandone la storia che può essere di grande utilità per la conoscenza delle cose e degli uomini dei tempi andati.
Questo vogliamo far noi, limitando per altro il nostro studio, che deve esser breve per avere speranza di lettori, ai secoli decimosettimo e decimottavo soltanto, cioè al periodo in cui il carnevale di Roma salì al suo apogeo e quindi cominciò a decadere.
Roma, 1° dicembre 1882.

Tratto da: A. Ademollo, Il Carnevale di Roma nei Secoli XVII e XVIII, Appunti storici con note e documenti, Roma, Casa Editrice A. Sommaruga e C. 1883

INDICE
Avvertenza - pag. ix
I. I primordi, gli eccessi, la repressione » 2
II. Il Carnevale del 1634 in Piazza Navona » 35
III. I Palii » 19
IV. Le Maschere e le Mascherate » 75
V. I castigamatti del 1703 » 91
VI. I festini ; » 103
VII. Le descrizioni (Montaigne, de Brosses, Casanova, Goethe, de Stael) » 111
Documenti e Note » I37

 
 
 
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