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Picchiabbò (di Trilussa)

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Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
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C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

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Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
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« Colonna Infame 03-cLa notte de Pasqua Bbefania »

La viggijja de Pasqua Bbefania

La viggijja de Pasqua Bbefania

La bbefana, a li fijji, è nnescessario
de fajjela domani eh sora Tolla?
In giro oggi a ccrompà cc’è ttroppa folla.
A li mii je la fo nne l’ottavario.

A cchiunque m’accosto oggi me bbolla:
e ccom’a Ssant’Ustacchio è cqui ar Zudario.
Dunque pe st’otto ggiorni io me li svario;
e a la fine, se sa, cchi vvenne, ammolla.

Azzeccatesce un po’, d’un artarino
oggi che ne chiedeveno? Otto ggnocchi;
e dd’una pupazzaccia un ber zecchino.

Mó oggnuno scerca de cacciavve l’occhi;
ma cquanno sémo ar chiude er butteghino,
la robba ve la dànno pe bbajocchi.

Giuseppe Gioachino Belli

La Befana è da sempre una figura molto amata e attesa a Roma, e lo era ancora di più prima dell'importazione di Babbo Natale, avvenuta nel dopoguerra: era infatti la Befana l'unica dispensatrice di doni per grandi e piccini.
Il giorno della Befana si chiamava il giorno di "Pasqua Bbefanìa" in quanto ancora fino alla fine dell'800 tutte le feste venivano definite con la parola "Pasqua".
Befana deriva dalla parola Epifania, apparizione, ed è legata alla visita dei Magi a Gesù, ma l'origine di questa festa sembra avere origini molto più antiche, legate alle antiche feste agresti pagane: la befana rappresenterebbe la conclusione reale dell'anno vecchio e il suo aspetto di vecchia, e quasi di strega, potrebbe essere legato a questa antica origine.
Giggi Zannazzo (1860 - 1911) scrive che la Befana ai bambini "ortre a li ggiocarèlli, s'ausa a ffaje trovà a ppennolone a la capa der cammino du' carzette, una piena de pastarelle, de fichi secchi, mosciarelle, e un portogallo e na' pigna indorati e inargentati; e un'antra carzetta piena de cennere e ccarbone pe' tutte le vorte che sso' stati cattivi".
L'arrivo della Befana era festeggiato dai romani per le strade della città in modo moto chiassoso. Sempre Zannazzo ci racconta che i festeggiamenti si facevano a "Ssant'Ustacchio e ppe' le strade de llì intorno. In mezzo a ppiazza de li Caprettari se ce faceva un gran casotto co ttutte bbottegucce uperte intorno intorno, indove ce se venneveno un sacco de ggiocarelli, che era una bbellezza. Certi pupazzari mettevano fòra certe bbefane accusì vvere e brutte che a mme, che ero allora regazzino, me faceveno ggelà er sangue da lo spavento".
Nel sonetto il Belli scrive, in modo piuttosto polemico, come i commercianti si approfittino del clima festivo per aumentare ingiustamente il prezzo delle merci, per svenderle poi a poco prezzo alla fine della festa (Mò oggnuno scerca de caciavve l'occhi: ma cquanno sémo ar chiude er butteghino, la robba ve la danno pe bbajocchi).
L'attuale sede dei festeggiamenti della Befana, Piazza Navona, fu scelta solo dopo l'Unità d'Italia.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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