Post n°1626 pubblicato il
21 Gennaio 2013 da
nom_de_plume
Possiedo una pagina Facebook e ogni qualvolta mi sposto sulla home page del frequentatissimo sito, m'imbatto su delle "simpatiche" foto umoristiche in cui i vari rappresentanti del nostro parlamento vengono derisi e, a volte, insultati. Senza contare le richieste di condivisione di tali derisioni e le varie bufale che circolano. A mio avviso mi guarderei bene di diffondere tali, a volte divertenti, insulti.
Ma ciò da cui scappo come dalla peste, sono dalle ingiurie rivolte a terzi, di chi pensa che le pagine Facebook, ma anche Twiter, servono a tale scopo.
"Insultare qualcuno sulla propria pagina Facebook può essere considerato “un delitto di diffamazione aggravato dall’avere arrecato l’offesa con un mezzo di pubblicità” equiparato “sotto il profilo sanzionatorio alladiffamazione commessa con il mezzo della stampa”.
Lo stabilisce una sentenza del tribunale di Livorno, come riferisce Il Tirreno, le cui motivazioni sono state depositate nei giorni scorsi. Secondo la sentenza, Facebook ha una “diffusione incontrollata”. Esprimersi su Facebook implica quindi una “comunicazione con più persone alla luce del cennato carattere pubblico dello spazio virtuale in cui si diffonde la manifestazione del pensiero del partecipante che entra in relazione con un numero potenzialmente indeterminato di partecipanti e quindi la Conoscenza da parte di più persone e la possibile sua incontrollata diffusione”. E’ con questa sentenza che è stata condannata una ragazza di 26 anni per le ingiurie all’ex datore di lavoro".