Origami

Nella mia ricerca ossessiva di acqua (lavoro), nell'attraversare i deserti assolati di questo nostro paese che non offre molto ai morti di sete (disoccupati), di tanto in tanto, vuoi perchè qualche anima buona, a cui ho fatto una buona impressione o a cui in qualche modo sono legata da amicizia antica, si prodiga a farmelo sapere, mi giungono notizie di realtà lavorative in cui ci potrebbe essere un'opportunità.
Sollecitata da queste pie persone, alcune delle quali non hanno ben presente quali siano le mie reali capacità o competenze, ma sono mosse solo da una simpatia a pelle, che deriva magari da anni di amicizia, ergendosi a mie paladine, mi invitano ad inviare il mio curriculum a questo o quel tal posto.
Sarà perchè ormai è da più di un anno che sono fuori dal giro, sarà che invecchio e mi faccio più seghe mentali del dovuto, fatto sta che il secondo sentimento, dopo il primo di una leggera euforia è... il senso di panico.
Come al solito non riesco ad essere consapevole delle mie capacità, tendenzialmente mi sminuisco, accampo giustificazioni più o meno lecite, mi vengono delle fisse che, se fossi realista, non mi dovrei proprio far venire.
Perchè?
Perchè l'inviare un curriculum, pur se instradate da persone fidate,non garantisce che faccia poi  seguito un colloquio.
Allora,  perchè già pensi a possibili domande che ti mandino in crisi?
Perchè sono pirla dico io, perchè nella mia vita ho incontrato persone laureate che a mala pena sapevano allacciarsi le scarpe da sole, che un titolo altisonante non garantisce una professionalità, essere giovani non sempre è sinomino di entusiasmo e voglia di mettersi in gioco e soprattutto, non si può temere per qualcosa che non si è ancora affrontato.
La mia deformazione di voler avere sempre tutto sotto controllo, mi porta già a ipotizzare gli scenari futuri, le eventuali domande, l'atteggiamento da avere, il percorso per arrivare all'appuntamento del colloquio (il più breve, perchè metti che vada bene e poi tu ci debba andare tutti i giorni...meglio essere consapevoli prima dei tempi e dei costi).
Insomma un tale lavorio mentale, da cui spesso esco più impanicata che rasserenata.