Cogito ergo sum

a proposito di suocere

Ho un bellissimo rapporto con mio marito . Davvero . Ridiamo spesso insieme delle stesse cose. Litighiamo raramente. Riesce a smorzare con un sorriso il mio tono di voce che si alza perche' sono incazzata. Dopo trent' anni ancora mi fa sentire desiderata. Mi accontenta in ogni richiesta. Non posso lamentarmi insomma.

Pero' sulla sua famiglia e i rapporti che intercorrono tra noi e loro proprio non ci intendiamo. Ha una madre anziana, vedova,  che vive sola. E una sorella piu' grande di lui , sposata, che vive fuori. Questa mamma in definitiva e' a carico di mio marito per ogni richiesta. E , vi assicuro, sono proprio tante . Spese, bancomat, bollette, lampadine fulminate, pile per apparecchietti acustici, telefoni che non suonano, sveglie che non si accendono, televisori che fanno le bizze, olio, frise, vino. E' tutto un "prendimi" "portami" "dobbiamo andare" "prenota". E si', ho dimenticato le visite mediche , i farmaci e i malesseri quotidiani. Non so quante telefonate riesca a fargli al giorno. Chiaramente sul telefonino personale.

Devo fare un passo indietro . All'epoca del nostro incontro lei storse il naso. Quando decidemmo di sposarci fece intervenire la figlia per farci rimandare la data dell nozze. Premature (eravamo insieme da sette anni) a suo avviso. La giustificazione ridicola fu che mio nipote all'epoca in scuola elementare "non poteva perdere giorni di scuola". Quindi mia cognata non avrebbe potuto  essere presente  alle nozze. In piu' di qualche occasione ha ribadito in mia presenza che il figlio sarebbe dovuto rimanere con lei, vedova , invece di sposarsi. Queste erano le premesse per il mio matrimonio. Io testarda, sono andata avanti perche' credevo e credo nell'amore che mi lega a  mio marito. E lei, mia suocera , se ne sarebbe  dovuta fare una ragione. Almeno, io credevo che se la sarebbe fatta.

Ora. Mia cognata viene a trovarla raramente. Quando pero' viene a trovarla  invece di liberare dagli impicci il figlio almeno nei  rari  giorni di permanenza in casa della madre,  le richieste  , mia suocera, continua a farle al figlio. Per non recare "disturbo " alla figlia "in vacanza". Io mi lamento. Ma non per me. Ma perche' trovo inconcepibile questo atteggiamento. Perche' mi sembra una forma di abuso su mio marito. E sistematicamente ho uno scontro con mio marito che continua a essere disponibile con la madre. Non solo. Continua a essere disponibile anche con la sorella invece di dirle " datti da fare un po' tu, del resto e' pure mamma tua ". A me la situazione fa girare le  scatole. Ma io sono figlia unica e " non so cosa voglia dire avere una sorella". Ma meno male che sono figlia unica . Aggiungo. Con una sorella cosi'.

Mia cognata ormai ha una vita indipendente in un'altra citta', organizza viaggi e spostamenti a suo piacimento. A  noi quando andiamo fuori , per poco tempo e le poche volte che cio' accade, arriva, sistematicamente la telefonata di mia suocera che lamenta qualche malessere e che si preoccupa di informare il figlio, "in vacanza con me ", che ha fatto venire la tal parente in casa per non restare sola. Quindi riesce , anche a distanza , a farlo sentire in colpa. Ma vi pare corretto?  E lui? Niente. Piu' affettuoso di prima con lei.

Sono io a essere sbagliata, lo so. E' quello che starete pensando tutti.

Io so solo che di questa faccenda ne ho le scatole piene. Mi sembra una forma di possesso esagerato. Esasperante a volte. E piu' d'una volta ho deciso di tirarmene fuori dai loro giri. Per tutelare la mia salute mentale. E' quello che faro' anche stavolta. Almeno mi sono sfogata. E visto che con mio marito questo e' un argomento tabu' , grazie per avermi ascoltata.