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Scuola, arriva il posto fisso a insegnante precaria. Lei rifiuta: ha 62 anni

Post n°96 pubblicato il 31 Agosto 2013 da franonna1950
 

Lia Baffetti era tra i 11.268 nuovi docenti immessi in ruolo in questi giorni, ma per motivi personali ha rifiutato l'incarico. E a causa della riforma Fornero ha dovuto posticipare la pensione. "Non potrò smettere prima dei 65 anni"

“Mi sarebbe piaciuto, se non altro per provare l’emozione della prima volta”. La prima volta di un posto fisso a 62 anni, quasi 63, però Lia Baffetti non l’ha potuta vivere nemmeno questa volta. Lia vive a Castell’Azzara, 800 metri d’altitudine in provincia di Grosseto e doveva essere uno degli11.268 nuovi docenti immessi in ruolo in questi giorni. Per motivi personali ha dovuto rifiutare. L’Anief (Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione, ndr) ha calcolato che quasi il 60 percento dei vincitori del concorso ha oltre 50 anni di età.

“Le regole che l’amministrazione scolastica italiana si è data produrranno nel tempo un’ulteriore innalzamento dell’età media dei nostri docenti”, ha spiegato Marcello Pacifico, presidente dell’associazione di insegnanti e formatori. Questo per via della riforma Fornero, a cui si aggiunge la decisione di lasciare fuori dalle graduatorie ad esaurimento i circa 20mila neo-abilitati attraverso tirocini ordinari. Quella di Lia Baffetti è una storia limite, ma non è un caso unico nella scuola italiana di oggi. La professoressa di educazione artistica la racconta volentieri, con una buona dose di autoironia.

Parte da una settimana prima, quando squilla il telefono di casa sua. Era il provveditorato che la convocava per assegnarle una cattedra a tempo indeterminato. Un’opportunità arrivata dopo oltre trent’anni da precaria nella scuola. “Ho dovuto dire di no”, dice Lia. “L’unico istituto che mi proponevano era troppo lontano. Ho rifiutato perché la situazione familiare non me lo permette. Sia chiaro: la mia non è pigrizia, è mancanza di alternativa”. Così anche quest’anno dovrà aspettare il suo turno e attendere la chiamata di qualche scuola vicino a casa. “Come al solito saprò se avrò una cattedra solo a anno scolastico iniziato”, spiega. “Nelle prime settimane di lezioni vengono stabiliti gli organigrammi, si vedono se sono necessarie supplenze o sostituzioni per maternità. Oppure – precisa – bisogna sperare che qualcuno rinunci”.

Trentasei anni fa Lia conseguiva l’abilitazione, nel 1980 la prima cattedra. Prima le affidavano solo poche ore alla settimana, poi ha iniziato a lavorare in modo più stabile. Sempre con le chiamate dirette dei presidi. Negli ultimi trent’anni ha girato tutte le scuole medie alle pendici del Monte Amiata, dove lei vive da quando è nata. Castell’Azzara, Piancastagnaio, Sorano, Semproniano, Santafiora: l’elenco dei paesini è lunghissimo. Anni e anni a spiegare ai ragazzi come si usano pennelli e righello, fino all’esperienza da insegnante di sostegno. “Ho iniziato nel duemila ed è stato molto bello, ti apre nuovi punti di vista. Dovrebbero rendere obbligatorio un periodo di sostegno per ogni docente”.

“La mia – prosegue – è stata una carriera professionale dissestata. Ogni estate, inevitabile, scattava l’ansia. Senza la continuità di un posto fisso, inoltre, è come ricominciare tutto da capo ogni volta”. Nonostante le difficoltà non ha mai pensato di cambiare lavoro perché, aggiunge, “sono partita molti anni fa con grande convinzione: mi piaceva e mi piace tuttora stare con i ragazzi. E poi qua in montagna mica è facile trovare un’altra occupazione”. Negli scorsi mesi Lia pensava di essere arrivata al traguardo. “Dopo aver raggiunto i 60 anni ero pronta alla pensione”, racconta. “Sarebbe stata una pensione minima visti tutti quegli anni di precariato, ma non importava. Avrei colto l’occasione al volo”. Poi è arrivata la riforma Fornero. “Non potrò smettere prima dei 65 anni”, conclude, “e magari nel frattempo alzeranno ancora l’età della pensione. Chissà quando sarà il mio turno”. Troppo giovane per l’Inps, Lia affronterà un altro settembre precario. Di quelli in cui si trascorre molto tempo a casa nella speranza di una telefonata. Nulla di nuovo rispetto agli ultimi 33 anni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/31/scuola-insegnante-precaria-riceve-offerta-di-posto-fisso-ma-ha-62-anni/697383/

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devils_angels_love
devils_angels_love il 26/09/13 alle 21:09 via WEB
Le pagine della vita dovrebbero essere colorate: di verde per la speranza di un mondo migliore, l'azzurro per i giorni sereni, il rosa per quelli di gioia, ma su queste pagine variopinte non devono mancare pennellate di grigio sparse qua e là per i giorni tristi perché solo così potremo apprezzare pienamente i bei colori che ci offre la vita.
 
astrale50
astrale50 il 19/11/13 alle 08:46 via WEB
Sconcerto generale sull'Italia di oggi .
 
Fenice_A_ngela
Fenice_A_ngela il 22/12/13 alle 17:19 via WEB
MESSAGGIO COLLETTIVO. Un regalo per Natale che resterebbe indelebile nel mio e nel tuo cuore. Due ore, solo due ore del tuo tempo per poter portare maglioni coperte, sciarpe, cappelli, cappotti e tutto ciò che è vitale per i senza tetto della tua città, e se proprio vuoi che Dio ti sorrida, sfama con qualche scatoletta di carne un pò di fratelli pelosi lasciati al freddo a morire di fame. Fatto questo, il tuo Natale sarà il più sereno e bello di chiunque altro al mondo. Buon Natale. Angela.
 
lo_snorki
lo_snorki il 20/01/14 alle 12:12 via WEB
Se questa insegnante non vorrà fare nemmeno gli ultimi tre anni delle sua carriera in ruolo peggio per lei. Avanti un altro ...
 
 
nonna.fra1
nonna.fra1 il 12/02/14 alle 18:03 via WEB
tu sei giovane e hai le forze intatte,non so se sai cosa vuol dire insegnare a un branco di bambini,credo di no ma a 62 anni magari con qualche acciacco si fa molta fatica e se devi fare molta strada per andare al lavoro,lo avresti fatto anche tu..
 
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