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Il dilemma dei promessi sposi

Post n°263 pubblicato il 20 Dicembre 2013 da Mr.Nice.Guy
 
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Quando si parla di promessi sposi, inevitabilmente il pensiero corre verso quel mattone indigeribile scritto, riveduto e corretto dal Manzoni nazionale. Non quello della “merde d’artiste”, quello del Milleottocento. Eppure, in molti ignorano che i promessi sposi propriamente detti, sono quelli che si sono scambiati le promesse di matrimonio. Insomma, i fidanzati. E che pure loro, come Renzo e Lucia, hanno le loro belle gatte da pelare.

Per quanto riguarda l'italia e i cattolici in genere, matrimonio e fidanzamento come li conosciamo adesso derivano direttamente dal diritto romano. “Chiedere la mano di una donna” è un modo di dire che ha almeno 2500 anni, e l’anello di fidanzamento è ciò che rimane della procedura di con cui il marito acquistava la “manus” della sposa. Fatto l’acquisto, si restava in attesa del  matrimonio, che il rito cristiano ha preso pari pari dalla cerimonia pagana, solo col prete a posto dell’aruspice. Ma uguale, con tanto di fiori bianchi, testimoni, e attraversamento della porta di casa in braccio al marito. Del resto, il matrimonio cristiano l’hanno inventato a Roma, mica a Timbuctù.

In ogni caso, senza andarla a pescare tanto lontano, il concetto del matrimonio nell’era più o meno civile prevede un passaggio concettuale. In sostanza, si passa dall’unione di fatto a quella di diritto. Prima sfoderavi la clava, facevi piazza pulita degli avversari, e andavi a spupazzarti la tua bella in una comoda e confortevole caverna. E guai a chi rompeva le scatole. Col passare del tempo, la clava non si è dimostrata più sufficiente, e si è dovuti passare alle vie legali. Perchè la clava risolve tanti problemi, ma quando ci sono i soldi di mezzo, o anche semplicemente la stalla o le capre, bisogna passare dall’avvocato tanto oggi quanto allora.

Tuttavia, spesso ci si dimentica che al giorno d’oggi il passaggio da fidanzati a sposati non è per niente istantaneo. Se una volta, fatto l’acquisto della manus, poi si partiva direttamente coi preparativi per le cerimonie e tempo un mesetto si era ufficialmente sposati, adesso le tempistiche si sono allungate parecchio. Prima c’è la fase della frequentazione, poi quella della “storia seria”, poi ci si fidanza, e dopo un certo periodo da fidanzati, si comincia a pensare ai preparativi per le nozze. Tutti questi passaggi, generalmente si misurano in anni, non in mesi. E quella è la fregatura.

Non è che ti fidanzi e in quattro e quattr’otto sei sposato. No, devi passare almeno un paio d’anni da fidanzato ufficiale, e rischiare di farti le paranoie. In quel tempo, se poco poco cominciano a sorgere delle difficoltà, ti ritrovi a guardare la relazione da tutti i punti di vista possibili ed immaginabili. A rivoltarla come un calzino, cercando di trovarci i difetti, perchè è di matrimonio che si sta parlando. Roba grossa. Una cosa che dovresti fare una volta nella vita, non tre o quattro.

Nel momento in cui uno dei due formula la domanda “ma sarà veramente la persona giusta?” finisce l’idillio, e cominciano i problemi. Che prendono il nome di “dubbio” e di “paura”. Perchè solo gli idioti non hanno né dubbi né paure. E quello è il dilemma dei promessi sposi. Una metà della coppia pensa a bomboniere, invitati e tovaglioli coordinati con i fiori, e l’altra metà è tormentata dal dubbio e se la fa sotto dalla paura.

Purtroppo, quando una coppia arriva a questo punto, ci vogliono in alternativa una gran maturità, una grande incoscienza, o veramente un gran culo. Chi scrive, l’argomento lo conosce. Io, il dilemma dei promessi sposi, ce l’ho già avuto e sapete tutti come è andata a finire. Prima di rendermi conto che è tutto dubbio e paura, ci sono dovuto passare più volte. Tre, per la precisione.

E quando mi sono reso conto di questa cosa, non ho potuto fare a meno di pensare agli antichi romani, e come certe cose, a quei tempi, fossero più semplici. Andavi da uno, gli chiedevi la mano della figlia, e se la figlia era d’accordo, con un po’ d’oro e qualche capra in un mese eri sposato. Un sano spirito pratico, insomma, senza tante storie inutili. Che per carità, sarà stato meno romantico, più affrettato e tutto quello che volete. mica dico di no.

Però funzionava, cacchio.

 

 
 
 
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CHI è IL MISTER

Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".

Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.

 

 

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Scendi tra noi umani qualche volta.

Inviato da marematite il 21/10/08 @ 10:45 via WEB
ma vaffanculo...

Inviato da  mr.controcorrente il 18/09/08 @ 13:15 via WEB
... e, aggiungo, da perfetto cattolico quale sei, dovresti sapere che uno dei 7 peccati capitali è la SUPERBIA.

Inviato da vargoli il 01/09/08 @ 16:31 via WEB
Beh, sai, forse hai trovato solo stronze egoiste perché, come si dice, "similes cum similibus congregantur".
 
 

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