Mr Nice Guy

I tatuaggi mi sono sempre piaciuti, è inutile che ci giro intorno. Li ho sempre trovati belli da vedere, ed anche se sono diventati una moda, continuo a trovarli affascinanti e pieni di significato. Certo, vedere il bimbominkia di turno con quello  tribale, il pirlotto con il megatatuaggio giapponese o la sciacquetta con il l’ideogramma cinese-giapponese-coreano sulla linea del tanga, un po’ mi fa cadere i maroni. E soprattutto, mi domando quanti sono quelli convinti di aver scritto “forza” (o un equivalente bimbominkiesco), quando l’ideogramma magari significa “cannelloni”.  Comunque, nonostante questa invasione di tatuati dell’ultimo minuto, io continuo a sostenere la bellezza di quest’arte antica, che da sempre simboleggia un rito di passaggio.

Fedele alla mia passione per i tatuaggi, anni fa ho deciso che avrei aggiunto un tatuaggio per alcuni dei momenti più importanti della mia vita. Chiamiamole “tappe”, se vogliamo. Tappe di una vita, che si sarebbero meritate il loro spazio sulla mia pelle in senso metaforico e letterale. Tra l’altro, tramite un processo dolorosissimo ed estremamente lungo. Per come la vedo io, infatti, i tatuaggi devono essere grandi, e quando un tatuaggio è grande, ragazzi, è una tortura. Tutti quelli che vi dicono che non fa male, stanno mentendo spudoratamente. Quando mi sono tatuato la scapola e parte di schiena, ci hanno messo qualcosa come 9 o 10 ore, a botte di 3 ore per volta. La sensazione che ho provato è che mi stessero staccando la carne dalle ossa con un punteruolo arrugginito. Solo che la carne non veniva via, e loro continuavano a provarci con tutta la calma di questa terra. Un tormento.

Chiaramente, uno la vita la vive una tappa per volta, per cui segnata una tappa, ho deciso quale sarebbe stata la tappa successiva. Nel momento in cui avessi avuto un lavoro con un contratto a tempo indeterminato, una casa di proprietà e una fidanzata con un progetto di matrimonio, mi sarei tatuato la “ruota della fortuna” sulla spalla destra. Non quella di mike bongiorno o della iva zanicchi, eh, capiamoci, la “ruota della fortuna” dei tarocchi. La carta. Ho scelto la “ruota della fortuna” proprio per ricordare a me stesso che, nel momento stesso in cui hai ottenuto il favore della sorte, la fortuna può girare e farti perdere tutto. Ma che in ogni caso, come dice il proverbio, “la fortuna è una ruota che gira”. Un messaggio di monito, e di speranza.

Il problema è che il tatuaggio me lo sarei dovuto fare 3 anni fa, solo che per motivi che non riesco a ricordare, ho sempre rimandato. Risultato, adesso non ho più il progetto di matrimonio, il lavoro con questa crisi è un casino (tra l’altro, da questo mese mi hanno pure dovuto abbassare lo stipendio perché lo studio è senza soldi) e la casa fra un paio d’anni mi sa che la vendo. E allora, che fare? Beh, ci ho pensato, e mi sono detto che non c’è un momento migliore di questo per tatuarmi la ruota della fortuna. Perché la fortuna gira, ed anche se adesso sono passato dall’avere tanto all’avere di meno, e ci sarà il momento in cui  probabilmente non avrò niente, tornerà prima o poi il momento in cui le cose andranno bene.

Quindi venerdì ho preso una stampa della carta, sono andato nello studio di tatuaggi vicino al mio ufficio, e ho spiegato cosa volevo. “Vorrei tatuarmi questa cosa qui sulla spalla, e unirla all’altro tatuaggio che ho sulla schiena”. Semplice.

E Invece no. Per prima cosa, a quanto pare sulla spalla non si può fare, perché viene male. Quindi dovrò farlo sul braccio, dalla punta della spalla al gomito. Evabbè, finchè sta sotto la camicia e non si vede, va bene. Poi mi fanno la foto della schiena per studiare il raccordo, e anche lì viene fuori che non si può fare. Comunque discutiamo un po’, ed arriviamo ad una soluzione. Fissiamo gli appuntamenti, e sono a MAGGIO. Che uno dice, alla faccia della crisi! Quindi mi chiedono (giustamente) la caparra. 100 euro. Alè! E alla fine, guardo la foto che mi hanno fatto, e mi accorgo che sul mio girovita spuntano due manigliette. Io, che a 35 anni, dopo secoli  di scrivania senza fare sport, sono riuscito ugualmente a non mettere su la pancetta, vedo che sulla foto che mi hanno fatto due donne ho le maniglie. Ennò cazzo!

Insomma, sono entrato che volevo una cosa e me ne fanno un’altra, devo aspettare fino a maggio, per farmi torturare tra l’altro, mi alleggeriscono di 100 euri in via preventiva, e sulla foto che mi fanno ci sono pure due orrende maniglie. Cominciamo bene, porca zozza!

Che uno dice “la fortuna”…