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Mondo Jazz

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LA DECIMA STAGIONE DEL BLUE NOTE

Post n°2361 pubblicato il 24 Agosto 2012 da pierrde

 

Giovedì 6 settembre riparte la programmazione del BLUE NOTE MILANO (Via Borsieri, 37) che, nato come prima sede europea dello storico jazz club di New York, festeggerà in questa stagione il traguardo del 10° anno di attività.

Nel mese di settembre il jazz club milanese ospiterà 21 serate di concerti di artisti jazz e non, italiani e internazionali: dalla inedita coppia Luca Jurman e Antonio Faraò (7 e 8 settembre), che si esibirà nel progetto JaZoul, in un incontro tra jazz e soul, al sassofonista Benny Golson (12 settembre), una vera e propria leggenda del jazz, dal batterista Ginger Baker (13 e 14 settembre), noto anche per aver fatto parte dei Cream, e che si esibirà accompagnato da Pee Wee Ellis, a Nicola Conte (21 e 22 settembre), live con il suo album “Love & Revolution”, al ritorno del celebre gruppo fiorentino Dirotta Su Cuba (25 settembre), da Sarah Jane Morris che si esibirà per tre sere (27, 28 e 29 settembre), alle Sorelle Marinetti (30 settembre), dal vivo insieme al quartetto jazz dell'Orchestra Maniscalchi.

Questi tutti i concerti in programma per il mese di settembre:

6 settembre FLABBY 7 settembre LUCA JURMAN e ANTONIO FARAÒ 8 settembre LUCA JURMAN e ANTONIO FARAÒ 11 settembre ROSALBA PICCINNI 12 settembre BENNY GOLSON 13 settembre GINGER BAKER’S JAZZ CONFUSION ft. PEE WEE ELLIS 14 settembre GINGER BAKER’S JAZZ CONFUSION ft. PEE WEE ELLIS 15 settembre JAMES CARTER ORGAN TRIO 16 settembre MARCO MASSA CON FRANCESCO BACCINI 18 settembre BIG ONE - PINK FLOYD TRIBUTE 19 settembre DAJANA – SPECIAL GUEST ROBERTINHO DE PAULA 20 settembre PATRICIA BARBER (in collaborazione con MITO SETTEMBRE MUSICA) 21 settembre NICOLA CONTE JAZZ COMBO 22 settembre NICOLA CONTE JAZZ COMBO 23 settembre REGINELLE 25 settembre DIROTTA SU CUBA 26 settembre GET'EM OUT - GENESIS TRIBUTE 27 settembre SARAH JANE MORRIS 28 settembre SARAH JANE MORRIS 29 settembre SARAH JANE MORRIS 30 settembre SORELLE MARINETTI – QUARTETTO ORCHESTRA MANISCALCHI

Il BLUE NOTE MILANO, che ha aperto i battenti nel 2003, con esibizioni di artisti di fama internazionale e una programmazione che offre il meglio della scena jazz aprendosi anche alle contaminazioni, al contemporary jazz, al blues, al rhythm ‘n’ blues, al latin e brasilian e al pop, si è guadagnato una posizione tra i migliori “club d’Europa”.

Il jazz club milanese si estende su una superficie di 1000 metri quadrati con 300 posti a sedere su 3 diversi livelli. L’atmosfera è quella di un elegante jazz club, e da ogni posizione della platea e della balconata lo spettatore può ascoltare le esibizioni di artisti di fama internazionale con il massimo della qualità acustica. La struttura e le dimensioni del locale permettono a tutti di essere ad un passo dai musicisti e godersi appieno il concerto.

Questo il comunicato con cui il locale annuncia la riapertura. Inutile sottolineare che il programma per due terzi prevede musiche e musicisti, naturalmente rispettabilissimi, ma di nessun interesse per un appassionato di jazz. 

Vecchio problema; comprensibile che una attività imprenditoriale debba far quadrare i conti, peccato che piano piano questo comporti lo snaturamento dello stesso motivo ispiratore.

Eppure leggo proprio oggi su La Republica che tutti i concerti di Jazz della rassegna Mi-To in programma a Milano hanno già il tutto esaurito. Come spiegarlo ?

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Commenti al Post:
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loopdimare il 24/08/12 alle 22:42 via WEB
dovrebbero vietare per contratto ad un locale che si chiama Blue note, di scritturae gente come Baccini, Dirotta su Cuba, sorelle marinetti ecc.
 
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negrodeath il 25/08/12 alle 13:27 via WEB
Concordo con tutte le perplessità, però un salto per rivedere l'immenso James Carter lo prendo in considerazione...
 
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fabio il 25/08/12 alle 15:54 via WEB
Se per sopravvivere il Blue Note deve scendere a qualche compromesso ci sto. Basta che il jazz non finisca in qualche angolino come capita in troppi festival. Però c'è da chiedersi pure come fanno nella microscopica Zurigo - rispetto a Milano - ad avere locali come il Moods che con la sua programmazione di qualità quasi sempre sold out invita a non poche trasferte. Forse in certi casi è l'offerta a generare la domanda. Fabio
 
 
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fiorenzo il 26/08/12 alle 20:58 via WEB
Prima di tutto la "microscopica" Zurigo a confromto con Milano è un Gigante in tutti i sensi. gli zurighesi non sono milanesi la Svizzera non è l'Italia gli svizeri non sono italiani... cultura politica senso civico responsabilità....
 
   
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loopdimare il 27/08/12 alle 10:50 via WEB
vorrei sapere che c'entra il senso civico e la responsabilità, caro Fiorenzo. non si va a sentire il jazz per senso civico. forse bisognerebbe rendersi conto semplicemente che la gente che va nei locali a Milano, se ne frega della musica. dico musica in generale, visto che i gruppi rock se vogliono suonare lo debbono fare gratis.
 
   
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fabio il 27/08/12 alle 19:28 via WEB
Microscopica in senso geografico neh. Che sono Giganti in molte cose. Fabio
 
     
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fiorenzo il 28/08/12 alle 18:02 via WEB
Beh!certo comunque non è tanto microscopica. A Loop, ho frequentato alcune volte il Blue Note ma con tutto quel casino non ci vado più mentre frequento regolarmente il Moods. Qui la gente ci viene perchè il jazz piace, poi c'è rispetto sia per gli altri che per i musicisti, nessuno frequenta il Moods per darsi delle arie e questo succede in tutta la Svizzera sopratutto in quella tedesca. Senso Civico e responsabilità ci possono anche stare.
 
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riccardo il 25/08/12 alle 16:54 via WEB
io non la farei tanto lunga e schizzinosa. Se siete stati al BN di Milano sapete che ci sono appese gigantografie di Allevi, tanto per dire, e la gente che viene al primo set mangia, fa casino e della musica sostanzialmente se ne fotte, se non che deve essere in funzione del fatto di sentirsi chic ed esclusivi a buon mercato. Pagano per questo non per la musica. L'importante è che non infastidisca troppo. In fondo se fosse esclusivo andare a mangiare salsicce con sottofondo "Romagna mia" adrebbero a sedersi ad una qualunque tavolo di una festa di paese. Per quel che ho visto sono interessati alla musica un pochino quelli che vengono al secondo set. Poi sinceramente, se la situazione dei festival è quella descritta in questi mesi, credo che anche gli operatori del settore e appassionati a vario titolo dovrebbero farsi qualche domanda, andando oltre alle usuali lamentazioni snob a proposito della incultura musicale e jazzistica italica. Siamo sicuri che non si sia contribuito più o meno involontariamente a questo?
 
 
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loopdimare il 26/08/12 alle 19:50 via WEB
non per fare lo schizzinoso ( e men che meno per polemizzare con te) ma un locale che si chiama Blue Note e che dichiara a dritta ed a manca di ospitare il jazz, dovrebbe essere un po' più rigoroso. capisco che si debba andare anche sul commerciale, ma Baccini o Dirotta su Cuba. altrimenti si cambia nome e ci sipresenta come locale di musica live crossover...
 
   
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riccardo il 27/08/12 alle 09:07 via WEB
hai ragione, loop, ma devi prendere atto che il loro target non è il jazz, ma l'uso del nome per acquisire un certo tipo di pubblico che sostanzialmente considera la musica in subordine, non il main. Peraltro mi pare che non sono gli unici a comportarsi in un certo modo, visto l'andazzo generale, il che non giustifica ma bisogna prendere atto. Il Jazz in Italia per come la vedo è "usato" da molti in modi differenti e non tutti "appassionati". D'altronde approfittano della confusione che si fa intorno all'etichetta Jazz da molti anni e, ripeto, a questo a mio avviso hanno contribuito in tanti...
 
 
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Angela il 28/08/12 alle 17:51 via WEB
vorrei precisare solo una cosa, qualche anno fa al Blue Note, se desideravi cenare dovevi arrivare e finire entro una certa ora per non disturbare i musicisti...La Musica, ora si tengono pranzi aziendali durante il concerto, con il caos di sottofondo conseguente a un convivio di questo tipo. Ci sono Artisti (per altro sempre meno) che impongono alla direzione che la cucina chiuda prima dell'inizio della Musica...ma non tutti possono permettersi di dettare queste condizioni. Il Blue Note di oggi, non è affatto a buon mercato anzi! Sfrutta rigorosamente l'onda dello snobbismo cavalcandola, perchè è fortemente redditizzio, perchè tutto è fatto secondo quell'obbiettivo e poco conta la musica...Il Jazz...le serate in cui non volava una mosca e i camerieri stessi passavano tra i tavoli (servendo solo da bere) badando di non disturbare, il silenzio assoluto e religioso permettera di vere in modo intenso e profondo l'emozione di una Musica straordinaria, sono tristemente tramontati, affondati senza rimedio da una logica di budget che oggi sembra essere l'unica cosa che conta....
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
loopdimare il 29/08/12 alle 10:28 via WEB
ma facessero pure il locale per buzzuri in passerella, facessero pure festival di musica d'intrattenimento, ma perchè il jazz deve essere sempre usato come ALIBI? una copertura "culturale" ad attività che per fare soldi scelgono la strada più facile. fare soldi no è un peccato ma il gioco deve essere leale. per questo si dovrebbe fare più casino e "sputtanare" quegli eventi che dietro la parola jazz propongono di tutto. e mi riferisco anche ai festival di "jazz". almeno a Lugano hanno abbandonato da tempo qualsiasi richiamo al jazz. facessero così anche altrove...
 
     
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fiorenzo il 29/08/12 alle 12:40 via WEB
da questo punto di vista si sono d'accordo
 
     
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riccardo il 29/08/12 alle 14:16 via WEB
Ogni cosa è oggi in funzione di un business, non capisco di cosa vi sorprendete e anche il Jazz da tempo lo è, seppur in un settore di nicchia. In questo caso, la parola Jazz permette agli avventori di darsi un tono musicalmente colto a buon mercato e il BN segue semplcemente un certo target di persone. L'obiettivo non è la musica, ma è il cliente e le sue esigenze, la musica è una scusa, un dettaglio. E' un fatto pressoché di cosmesi, un elemento estetico, di contorno, che serve ad apparire persone più "belle", piacevoli, colte etc.etc. Tutta apparenza perché oggi viviamo nell'apparenza e anche il Jazz ne sta risentendo. Oggi è importante apparire persona di un certo status economico e sociale, ma che anche non sembri il solito pidocchio rifatto, come dicono i romani, privo di cultura. Questo è un modo semplice, rapido e poco impegnativo per raggiungere un tal obiettivo. La conoscenza approfondita delle cose non serve se l'obiettivo è apparire agli altri, perché la conoscenza è un fatto di crescita interiore, non esteriore e soprattutto richiede troppo tempo per chi lo impegna da mane a sera a trovare il modo di far soldi, possibilmente tanti. Comunque per come la vedo io, la parola Jazz oggi è usata in tanti modi, anche molto più subdoli e ipocriti, a volte anche da chi opera nel settore con apparenti intenti esclusivamente culturali, ma è un discorso lungo e complesso e non mi sembra né il caso né la sede per parlarne. Non esagererei quindi con le critiche negative verso certi locali come il BN. I tempi sono questi.
 
     
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loopdimare il 30/08/12 alle 12:33 via WEB
invece dovremmo impuntarci. non lasciare perdere. ed impuntarci con Umbria Jazz per le sue marchette (altro che contaminazioni!) consolandoci che il menù è così vasto per cui c'è (miracolo) anche il jazz. d'accordo che il jazz oggi è così vago da definire che ci sta parecchia roba al limite, ma certi limiti sono stati superati anche troppo! e non mi consola il fatto che spesse volte nella sua lunga vita l'uso della parola jazz è stato fatto a sproposito (più di metà del repertorio delle big band bianche della swing era era saccarina con cantanti carine ed insulse...) adesso, comunque si sta esagerando. in certi negozi, il jazz è diventato "tutta la musica difficilmente catalogabile": ho visto coi miei occhi negli scaffali demoninati "jazz" cd di Nana Mouskuri ed Edith Piaf!!!!
 
     
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riccardo il 30/08/12 alle 13:45 via WEB
Già incazzarsi o impuntarsi con Umbria Jazz o le manifestazioni che investono denaro pubblico ha più senso. Non credo che ad un gestore privato di locale si possa impedire di proporre quel che gli pare. D'altronde la materia si presta a mistificazione e disinformazione, come anche con l'esempio marchette-contaminazioni, riporti nel tuo scritto.
 
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