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Mondo Jazz

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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MARONI, UN PIRATA ALL'ARREMBAGGIO

Post n°1484 pubblicato il 13 Aprile 2010 da pierrde

Scaricare musica da internet? «Non la considero un’azione illegale». A ribadirlo dalle frequenze di Radiouno è il ministro dell’Interno, Roberto Maroni , che accende una polemica con la federazione italiana dei musicisti, ferrea nel perseguire la linea dura contro i cyberpirati. «Si è detto che è come andare in un supermercato e rubare la merce - osserva Maroni - Non è così, sarebbe così se io entrassi in un un sito che vende e rubassi la musica da lì; ma quando io scarico c’è il collegamento peer to peer, cioè tra computer privati. È come se il proprietario di questo computer dove io vado a prendere la musica facesse una copia di un cd che ha comprato e me la regalasse, cosa che avviene normalmente quando compriamo un cd e facciamo la copia per i nostri amici: è lo stesso meccanismo». 


Per il ministro, «proporre sanzioni pesantissime come quelle in Francia, fino alla disconnessione da internet, è sbagliato e non funziona, anzi in Francia da quando c’è questa legge severissima il download è aumentato. La soluzione è un altra: quella di fare un grande sito nazionale, l’ho proposto da tempo ma senza essere ascoltato, dove si possa scaricare musica gratis legalmente e trovare degli sponsor che paghino il diritto d’autore a chi la musica la fa e ha diritto ad essere pagato per questo». 

Un punto di vista, quello di Maroni, che non piace per nulla alla Fimi, la federazione dell’industria musicale italiana, che risponde al ministro snocciolando una serie di numeri: «Qualche milione di brani musicali scaricati legalmente e gratis, più di un miliardo di click gratuiti sui video ufficiali degli artisti italiani tramite Youtube, più dell’90% dei singoli file venduti a meno di un euro da decine di piattaforme. Un mercato della musica legale su internet che oggi è il 14 % del totale. Il ministro dell’Interno dovrebbe valutare che vi sono in gioco posti di lavoro e ricavi per lo Stato a causa della pirateria digitale». 
Fonte : La Stampa

Non c'è che dire, capita cosi' raramente di udire ragionamenti sensati e anti-convenzionali da parte di politici del partito a cui appartiene Maroni  (e non solo....) che questa appare veramente come una notizia. A prima lettura questa intervista parrebbe addiritura rilasciata da un illuminato politico di sinistra (peccato che nel frattempo la suddetta si sia estinta ed i suoi rappresentanti si occupino esclusivamente di guerre intestine ). Qualsiasi tipo di proibizionismo ha sempre storicamente fallito, quello digitale ha già perso da tempo la guerra, e questo lo riconoscono perfino i discografici più intelligenti. A mio modo di vedere nessuna norma, neanche la più restrittiva potrà arginare il fenomeno. Grazie ad internet è possibile riascoltare album fuori catalogo da anni, concerti trasmessi dalle radio di tutto il mondo, e , certo, anche album nuovi che in negozio vengono venduti a 20-25 euro. Ecco, forse uno dei motivi più importanti della disfatta delle major è proprio questo: per decenni hanno imposto un assurdo prezzo di mercato, adesso la tecnologia digitale li ha puniti. Se avessero mantenuto prezzi equi il fenomeno della "pirateria" sarebbe di gran lunga marginale. Conoscete qualche appassionato di musica che preferisce la copia digitale (e "pirata") all'originale con copertina, note  e fotografie ?

 
 
 
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