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Mondo Jazz

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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FACCIAMO UN GIOCO....

Post n°2391 pubblicato il 17 Settembre 2012 da pierrde

Il commento di Elfio al post precedente mi da la possibilità di chiarire ulteriormente il pensiero e di allargare il discorso.

Quello che ho scritto è semplicemente l'opinione di un qualsiasi appassionato di jazz come io sono, senza patenti per assolvere  e tanto meno per accusare di alcunchè l'organizzazione di Umbria Jazz, che, detto per inciso, non sa neppure che esistiamo e se anche fosse non si fa certo impressionare dalle nostre critiche.

Loro pare siano lanciati ossessivamente all'inseguimento sempre di nuovi records: più biglietti, più concerti, più pubblico. Io farei radicalmente la scelta inversa, preferirei 1500-200 persone per Terence Blanchard alle 7-8 mila per Sting, e mi piacerebbe ascoltare del buon jazz in spazi adeguati e non in uno stadio.

Detto questo, e detto che il pubblico di "bocca buona" che oggi applaude con eguale enfasi Vinicio Capossela, gli Incognito e Lee Konitz (programma di Pomigliano dei prossimi giorni) è parente stretto di quello di ieri che fischiava Stan Getz perchè bianco e perchè jazzista lontano dal free, propongo un gioco: per qualche minuto ognuno di noi diventa il direttore artistico di Umbria Jazz e prova a inventare qualche nuova idea per il festival.

Inizio io, ovviamente, e pongo la prima condizione:

1) per fare il direttore artistico debbo avere la fiducia incondizionata e la conseguente carta bianca sul programma da parte di sponsor sia commerciali che politici 

2) ridurrei immediatamente la durata del festival ad una settimana

3) ridurrei drasticamente anche i concerti gratuiti, spesso poco significativi

4) abbandonerei senza indugio l'Arena Santa Giuliana e tornerei ai Giardini del Frontone

5) banditi rock, pop e derivati, ma anche nessun nome di jazzista pescato tra quelli presenti nelle     ultime tre edizioni

6) concerti quotidiani in teatro alle 11 e alle 17 dedicati ad un paio di etichette discografiche "minori" selezionate precedentemente e libere di proporre i loro artisti (Clean Feed, Cam, El Gallo Rojo, Aum Fidelity.......)

7) concerti quotidiani in teatro alle 17 e alle 24 con carta bianca a due-tre musicisti scelti tra le nuove proposte internazionali più intriganti e liberi di proporre solo, duetti, trii, e via discorrendo  

8) i concerti delle 21 ai Giardini del Frontone devono proporre un solo gruppo e ovviamente all'interno del grande jazz, dalle nuove proposte ai grandi della tradizione (ma sempre con la clausola che esclude i presenti nelle ultime tre edizioni).

9) mi piacerebbe anche riservare uno spazio, possibilmente in una location adatta, a sperimentazione e innovazione. Concerti che possono attrarre da poche decine a, massimo, qualche centinaio di persone. Musicisti scelti con competenza e gusto, lontano da qualsiasi risvolto commerciale, spaziando dalla contemporanea agli incontri tra jazz e culture emergenti

10) Farei la metà o un terzo dei biglietti e degli incassi rispetto a prima ? Certamente, ma la qualità del pubblico e la considerazione verso il festival salirebbe immediatamente rinverdendo fasti oramai quasi dimenticati. 

Sono un sognatore, lo so, e questo è solo un gioco. Qualcun'altro si vuole cimentare ?

 

 

 
 
 
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