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Mondo Jazz

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martedì 9 ottobre 2018 alle 20.30

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Registrato il 26 ottobre 2017 a Villa Attems, Lucinico (GO)



 

 

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UN (BRUTTO) PROGRAMMA

Post n°2230 pubblicato il 21 Aprile 2012 da pierrde

Finalmente un'annata come si deve

Non ho parole...stupendo festival

Cartellone spettacolare

Programma pazzesco quest'anno

Great line-up

 

Sono solo alcuni dei commenti su Facebook relativi al programma di Umbria Jazz per quanto riguarda i concerti in prima serata all'Arena Santa Giuliana.

E' curioso, nemmeno una persona che dica: ma guarda, per la ventesima volta c'è Pat Metheny, che fantasia, come al solito non mancano ne Sonny Rollins ne Enrico Rava ne Chick Corea ne Stefano Bollani....

Oppure un commento di un jazzofilo che esprima soddisfazione per la presenza di Stan Tracey o di Joe Lovano e Dave Douglas e che ricordi che, per quanto abusati, i nomi precedenti sono comunque di molte spanne superiori al solito scialbo minestrone di soul, rythm & blues e pop di cui è infarcito il (brutto) programma anche quest'anno.

Invece sono tutti commenti che, poveri noi jazzofili, traboccano di soddisfazione (legittima, naturalmente) per la presenza di Erikha Badu, Macy Gray, Alpha Blondy, Sting et similia.

Tutto ciò credo imponga una riflessione: sappiamo che da molti anni Umbria Jazz ha imboccato un percorso simile a quello di altri grandi festival: meno jazz e molto più pop.

Indubbiamente cio' ha una giustificazione economica che rende felici gli sponsor: le moltitudini richiamate dalla musica commerciale portano maggiori introiti sia diretti sia indiretti.

Naturalmente all'interno del cartellone, che sarà reso noto  per intero il 14 maggio, ci sarà anche molto e ottimo jazz (per quanto sempre più minoritario e confinato nei teatri).

Dicevo prima che Umbria Jazz, come Montreaux, come Estival, come molte altre realtà, è un grande festival. In passato lo è stato per i nomi, oggi lo è per i numeri  più che per la qualità e la voglia di innovazione che da molto si sono spostate verso altri lidi .

Peccato, per fortuna c'è un esempio luminoso di festival di dimensioni simili (Marciac), che ha fatto della indipendenza dagli sponsor una linea programmatica vincente e non ha bisogno di stelle più o meno appannate del pop per riempire uno stadio.

Eppure per molti anni a Perugia si sono ascoltate in anteprima le formazioni più avanzate e le proposte più coraggiose e, a mia memoria, sia i Giardini del Frontone sia la chiesa di San Francesco al Prato erano sempre stipate fino all'inverosimile.

Cosa è successo dunque ? Difficile dare una risposta da semplice appassionato che  non conosce persone e interessi che stanno dietro l'organizzazione. Naturalmente anche quest'anno il direttore artistico ci spiegherà in mille interviste che i concerti in prima serata rappresentano al meglio la musica nera in tutte le sue sfaccettature indipendentemente dalle etichette cosi' superate e che è quantomeno demodè pensare che ad un festival jazz ci si possa limitare alla sola musica afro-amricana .

Non so Carlo Pagnotta ma personalmente se decido di andare alla sagra della porchetta di Roccafritta e mi viene servito un piatto di minestra con le rape qualche fuck off anche se demodè mi viene spontaneo.....

Il programma completo dell'Arena: 

http://www.umbriajazz.com/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=5&explicit=SI

 
 
 
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