MARMOTTA

Mi sono sempre chiesta se dipendesse dal fall-out di Chernobyl, dagli ormoni coi quali nutrivano gli animali d'allevamento, o se addirittura nel mio DNA ci fossero per davvero tracce di geni di marmotte o di lupi mannari. Sta di fatto che a me i peli sono spuntati presto. Sulle gambe, sotto le ascelle, sulle labbra, sulle gambe... lì, OVUNQUE! A 8 anni, per la precisione. E naturalmente, avendo una pelle diafana e i capelli castano scuro (color Marmotta, appunto) erano evidentissimi.

Ricordo un luminoso primo pomeriggio del gennaio del 1989. Dopo pranzo Mamma Marmotta mi chiese sorridente "Posso sfoltirti un po' le sopracciglia?" Mi inchiodò letteralmente al muro di fronte alla finestra (la luce era migliore) e cominciò a strappar via furiosamente e senza alcun controllo ciuffi e ciuffi di peli innocenti dalla mia arcata sopracciliare! Ricordo il tocco freddo della punta della pinzetta che si conficcava nella mia carne e portava via peli e pezzi di pelle (a volte anche solo pelle), ricordo il bruciore sulle palpebre, e soprattutto ricordo che, mentre mi dimenavo per liberarmi, Mamma Marmotta mi teneva ferma con una forza sovrumana, tenendosi schiacciata su di me a peso morto, incurante delle mie grida e delle mie lacrime.

Nell'estate del 1990, Mamma Marmotta mi si avvicinò con un minuscolo contenitore di plastica nel quale era contenuta una cremina semiliquida bianca. Sempre sorridendo mi chiese "Posso mettertene un po' sui baffetti?". Mentre lei mi impediva di andarmi a risciacquare stando seduta sopra di me, mi rivelò che si trattava di acqua ossigenata 40 volume mischiata con ammoniaca e per questo "forse, pizzicava un pochino". Il "pizzicorino" di quella mistura mi schiarì i baffi, ma mi creò anche una bruciatura chimica che andò via solo dopo molti giorni.

Nel giugno del 1991, un mattino sentii provenire dalla cucina un dolcissimo odore di miele sciolto, proprio come quando a Natale si preparano gli struffoli Mamma Marmotta, sempre sorridendo, mi assicurò che era un metodo di depilazione indolore e delicato. L'urlo che lanciai fu atroce: ustione di terzo grado nell'interno coscia e contusione alla caviglia (ero scivolata tentando di scappare). Decisamente io e Mamma Marmotta attribuiamo due diversi significati al termine "tiepido"

Agosto 1992. Mamma Marmotta mi informa che per il mio compleanno ha voluto farmi un bel regalo costoso: 100mila lire di Silk-èpil! Dopo un'ora e mezza passata con un fazzoletto di stoffa tra i denti e le gambe completamente rosse e piene di lividi da colluttazione, leggo sul libretto di istruzioni che sì "la prima volta che si usa un epilatore elettrico, potrebbero presentarsi dei lievi arrossamenti".

Ormai è da più di 13 anni che una volta al mese do un discreto gruzzolo di denaro all'estetista affinché mi ranchi via i peli con una rapida ceretta. E in alcune parti ho anche imparato a fare da me. Nel frattempo, ho anche provato molto altri metodi di depilazione definitiva.
Ho fatto la radiofrequenza [si spalma un gel sulla zona da trattare e poi ci si passa sopra un elettrodo dal quale escono radiazioni a forte intensità per indebolire il pelo sino alla morte] e posso assicurarvi che serve solo a permettere alla vostra estetista di comprarsi la Maserati!
Ho provato la luce pulsata [viene "sparato" un raggio di luce sul bulbo che viene così atrofizzato], utile sì, ma che ti riempie di macchie rosse, ti fa puzzare di pollo bruciato con tutte le piume, COSTA e ti costringe a girare col burqa perché dopo la zona diventa fotosensibile.
Ho provato il laser, che su di me ha funzionato fino a un certo punto. I peli sono più sottili, ma sempre là stanno: tutti!
E adesso sto facendo l'elettrocoagulazione, in assoluto la cosa più dolorosa che abbia mai provato, e non sto parlando solo di metodi di depilazione! L'estetista mi infila nel bulbo un ago sottilissimo e poi dà una scarica elettrica che brucia il pelo alla radice. È come avere una rasoiata sulla zona, che rimane dolorante per diversi giorni.

Io sono pronta a sopportare qualunque cosa pur di non sembrare un orango. Sono disposta a sopportare il dolore, i soldi spesi, l'appiccicosità delle cere, il prurito dopo il rasoio, tutto, ogni cosa!
E con un po' di sforzi posso anche sopportare quelle luride bastarde che hanno la fortuna di avere pochissimi peli, per di più chiarissimi, che manco si vedono. Le sopporto perché so che con tutte le maledizioni che mando loro sicuramente non avranno vita lunga
Ma c'è UNA cosa che davvero non riesco a sopportare! Che la testimonial della Corporaciòn Dèrmoestètica (pronunciato come se foste Banderas mentre doppia il Gatto con gli Stivali), la quale probabilmente non ha più di 12 anni, indossa la taglia 36 per 1.80 di altezza, ed è naturalmente GLABRA come una trota, mi fissi dallo schermo e mi dica "Anche tu puoi sentirRrti meglio"!

Sarà la prima a morire!