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.- Oltre l'insignificanza

Post n°2448 pubblicato il 20 Ottobre 2022 da misteropagano
 

 

Milan Kundera, 'La festa dell'insignificanza' - La recensione - Panorama

 

 

La festa dell’insignificanza

«Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l’unica moralità del romanzo».

Insignificanza – che non rappresenta solo la “mancanza di senso”, ma ne è soprattutto “assenza” .

Con La festa dell’insignificanza si torna a parlare di un altro autore di cui conosciamo tutti la Leggerezza dell'essere e forse il Il valzer degli addii  o L’arte del romanzo e  Libro del riso e dell’oblio. 

Poco in realtà. Soprattutto perché col tema dell'insiginificanza Kundera si affianca ad una altra pensatrice che con "La banalità del male" (H.Arendth) ha reso il senso di quanto, apparentemente, l'insignificante banalità fatta di omissioni e omertà sia capace del male, anzi in questo, date le euforie responsive allo stesso - leggi pandemia, carestia e guerre contemporanee ad esempio-  la leggerezza stessa non si mostra come più il paradigma di onesta serenità, ma una vigliacca fuga dalla conoscenza e dalla verità. O il tentativo di avvicinarvisi.

L’insignificanza – quintessenza del fitto intreccio delle danze umane – è stata sempre celata sotto l’ossessivo preconcetto del suo contrario, ovvero il vuoto del significato, l’obbligo del significato. Eppure, se la si osserva da vicino, essa affina per gli impavidi le sue arti rivelatrici.

Infatti:

«L’insignificanza, amico mio,

è l’essenza della vita. È con noi ovunque e sempre. È presente anche dove nessuno la vuole vedere: negli orrori, nelle battaglie cruente, nelle peggiori sciagure. Occorre spesso coraggio per riconoscerla in situazioni tanto drammatiche e per chiamarla con il suo nome».

OST,  np

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Commenti al Post:
jigendaisuke
jigendaisuke il 20/10/22 alle 19:49 via WEB
In verità ti dico, Kundera non mi ha mai detto niente.
 
 
misteropagano
misteropagano il 20/10/22 alle 20:01 via WEB
;iconizziamo la festa dell'insignificanza ..?Non è gradevolissimo però i concetti si, sono utili. Buonaserata
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 23/10/22 alle 08:30 via WEB
"E quell'irrisolto che ognuno si porta dentro è al contempo tanto pesante, individuale (ma l'individualismo non esiste, fa dire Kundera a uno dei suoi personaggi), da essere insignificante e universale. E allora tutto diviene insignificante: i gesti, le parole, le bugie, gli scherzi, le assenze, gli amori mancati, la morte. In una parola: ad essere insignificante per Kundera è l'individuo, la vita stessa di personaggi del tutto comuni e senza storia. Ma insignificanti e quasi clowneschi appaiono anche grandi personaggi storici come Stalin e Cruschev che Kundera fa comparire nell'opera: tutti leggeri, inconsistenti come una piuma che all'improvviso qualcuno s'accorge cadere dal soffitto alto di una sala da ballo. Una scena affollata, costellata di esistenze che trascolorano nel personaggio successivo, incapaci di segnare un sentiero, di lasciare traccia. Tanto nella vita quotidiana quanto nella storia." E, a parere mio, meritava riportarlo (CriticaLetteraria.org)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 23/10/22 alle 08:31 via WEB
insignificanti e quasi clowneschi appaiono anche grandi personaggi storici come Stalin e Cruschev che Kundera fa comparire nell'opera: tutti leggeri, inconsistenti come una piuma che all'improvviso qualcuno s'accorge cadere dal soffitto alto di una sala da ballo. Una scena affollata, costellata di esistenze che trascolorano nel personaggio successivo, incapaci di segnare un sentiero, di lasciare traccia. Tanto nella vita quotidiana quanto nella storia." E, a parere mio, meritava riportarlo (CriticaLetteraria.org)
 
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