Kremuzio

Sono due giorni che mi è entrata in testa questa malsana canzoncina. Da quando specchiandomi con molta attenzione, ho notato troppi peli. Ho la barba incolta poiché sono dell’idea che se cresce un motivo ci sarà. Poi sono tutte cose legate agli ormoni. Da bravo maschietto, i capelli hanno cominciato ad indebolirsi già da quando avevo una ventina d’anni di età. Pian piano, senza traumi, continuano a cadere ed a non ricrescere, ma chissenefrega. In cambio hanno cominciato a spuntare peli in posti diversi e senza una logica che me lo faccia comprendere. Ma Darwin ed altri irsuti scienziati potrebbero avere la risposta.

Mi ha fatto compagnia da decenni un lungo pelo nerissimo su di un braccio. Perché? Lo ritenevo un portafortuna, una mascotte. Lo carezzavo ed allisciavo, ma lui cresceva arcuandosi e rigirandosi come un serpentello scherzoso. Anche la musica dei flauti non lo faceva destare dal suo cocciuto crescere anarchico. Poi un giorno ho cominciato a tagliarlo, ma questo ricresce, fortunatamente senza doppie punte, che avevo però sulla barba prima che cominciasse ad imbiancarsi.

Poi per farmi sentire affascinante, ecco che divento un po’ brizzolato, ed i peli cambiano. Qualcuno bianco, altri scuri, alcuni fini, altri spessi. Lunghi o corti, a seconda di qualche logica che ignoro. Ed eccoli sul collo, bianchi e lunghi. Che se uno ti guarda magari fanno un po’ impressione. E devi cominciare a tagliarli perché sembra come che ti cresca un vello come ad una iena, ed uno può immaginare che questa criniera cresca su tutta la colonna vertebrale fino a diventare una allegra codina. Pensi che potresti metterti a correre sulla spiaggia con la tua criniera bianca al vento come un famoso cavallo delle pubblicità. E la mattina, oltre a togliere qualche pelo nei dintorni del pomo d’Adamo, prendi uno specchietto e con un sapiente gioco di riflessi controlli dietro la nuca. Prendi il trilama e radi al suolo, sperando di non aver tagliato qualcosa di troppo. Poi vedi che anche la pelle che non sporge dal colletto ospita colonie di pelazzi strani, ma non si vede e non mi importa.

Ma l’orrore deve ancora venire. Parliamo di orecchie esterne? Su queste allignano strani peli sottilissimi e lunghissimi sul bordo e sui lobi, che se opportunamente illuminati possono sembrare raggi spettrali di aurore boreali o aure da camera Kirlian. In un furore da repulisti li stacco con un tiro netto. Solo un po’ di solletico ti fa capire quando ci sei riuscito. E visto che sono sottilissimi, accendi lucette, laser e fari alogeni per controllare meglio. Un’orrenda peluria vive da secoli, chiara e folta nei posti che normalmente non vedo. Penso che un mio qualunque interlocutore potrebbe essere attirato curiosamente da queste cornici vellutate, distogliendo l’attenzione dalle cose importantissime che dico.

Ma c’è di peggio. Nel naso, per esempio.

Dentro le narici crescono e fortificano foreste folte e fastidiosissime, che non puoi staccare con due dita o pinzette, pena lo svenimento. Ho provato anche a comprare diaboliche macchinette rasoiose sulle bancarelle cinesi, a due-tre euro. Ma sarò sensibile io, ma ho più terminazione nervose là dentro che nel resto dell’epidermide, perfino sulle parti deputate a dare buone sensazioni. E qui dentro non sono per niente buone. Terribili. Un solletico misto a dolore mi fa cominciare a starnutire non appena anche solo penso di introdurmi quel piccolo rasoietto ronzante. E’ più terribile di tutti i gironi dell’inferno messi insieme con sottofondo di una barzelletta di B.

Ma ho trovato che un paio di forbici che di solito uso per tagliare il petto di pollo e farlo come i cinesi con semenze varie, va benissimo per la bisogna. Ha le punte arrotondate e quando lo infilo nel naso taglia che è un piacere. Mi ricordo un po’ i vecchi imbalsamatori egizi quando dovevano sfilare il cervello ai faraoni, ma cerco di stare attento, e ci riesco con gioia.

Ma la domanda che rivolgo all’inclito pubblico è la seguente: Se vi do un pelo voi che mi date in cambio?