Kremuzio

Avete presente quando inseguite una carota e non riuscite a raggiungerla? Quando avete in mente un fine e vi preparate a raggiungerlo, ad ottenerlo? Ma come nei sogni, lo spazio si dilata, si allunga, e l’oggetto del desiderio si allontana, un po’ come diceva il presocratico Zenone di Elea ed il suo paradosso di Achille piè veloce che non raggiungerà la tartaruga? Mi sento tale. Ma non dipende da me, purtroppo. Se dipendesse da me mi darei da fare anima e corpo per terminare progetti pianificati decennalmente. Devo continuare ad aspettare, tanto lo so che il tempo vola.

Già negli anni ’60 aspettavo febbrilmente il giorno in cui l’uomo sarebbe andato sulla Luna, e sognavo sognavo che poi si sarebbe andati su Marte. Che ci voleva? Solo tanti soldi ed una sana competizione tra superpotenze. Ed insieme a me tanti altri sognavamo. Poi è arrivato quel tir degli spazi che era lo Shuttle ed abbiamo perso 40 anni che sono volati via in un soffio. Bisognava fare la stazione spaziale internazionale, la ISS, un accrocco multinazionale fatto di bidoni e pannelli solari. Ora è quasi finita e poi dopo qualche anno lo lasceranno ricadere e distruggersi nell’atmosfera. Nulla a che vedere coni  progetti di von Braun e gli altri sognatori che pensavano ad una enorme ruota da cui spiccare il salto verso l’esplorazione dei pianeti. Ma dobbiamo lasciare che siano gli altri a pensare, progettare, costruire. Lasciamo fare alla Nasa, che lo sa fare. Lasciamo che i presidenti degli Stati Uniti decidano se dare soldi ai militari o agli scienziati. Partita persa in principio, si deve dare la precedenza all’esportazione della democrazia ed in ogni bomba che cade ce n’è un pezzetto. In ogni aereo che costa decine di miliardi c’è qualche bullone democratico. In ogni missile intelligente c’è un po’ di esplosivo bipartisan.

Clinton, Bush in campagna elettorale promettono soldi per la ricerca spaziale, per l’avventura, per la nuova frontiera. Obama non poteva esser da meno, e l’abbiamo anche perdonato quando cominciava a dire di diminuire i fondi per lo spazio. Doveva dare una copertura sanitaria a centinaia di milioni di persone. Ed ora i soldi non ci sono più. Dove si tolgono? Dall’esercito? Si costruirà qualche superbombardiere in meno? Magari! La democrazia a piccole gocce, anzi a piccole bombe deve continuare. Magari aumentiamo i militari in Afghanistan e prepariamoci al prossimo scontro con l’Iran. Serve ancora il petrolio per lo stile di vita americano. E noi che credevamo fosse diverso dagli altri. Forse lo era, ma probabilmente non puoi esserlo veramente.

Allora via i fondi alla Nasa. Se volete andare sulla Luna rivolgetevi ai privati. Che poi a ripensarci bene, è quello che forse è successo in passato. La Nasa dava il lavoro alle varie ditte aeronautiche, vedi la Grumman, Boeing o Lockeed e si andava avanti. Ma se ora vengono cancellati i progetti Constellation, Aries ed Orion, cosa faremo in futuro? Si ricomincia da capo. Diranno che tanto il progetto era brutto, raffazzonato, che non avrebbe portato niente di buono, quasi un ritorno al progetto Apollo, un ritorno indietro come concezione esplorativa. Boh? Io so solo che in una decina di anni si sarebbe tornati sulla Luna, ed in 30, su Marte.

Cosa fare adesso? Farsi dare un passaggio dai russi fino ad entrare in orbita, ma poi? Aspettiamo i cinesi? O gli indiani? Altri 20 anni forse, soldi permettendo, fame permettendo, sovrappopolazione e guerre permettendo.