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Francobolli

Post n°299 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da kremuzio
 

Una volta all’anno esco dal mio antro del filatelico, fatto di classificatori, album, cataloghi, scatole di francobolli lavati e che puzzano di naftalina, per andare ad immergermi in quel bagno di folla che è la manifestazione annuale romana di filatelia. Avevo giusto libera la domenica mattina, e la fiera terminava alle 14. Per fortuna il ritorno dell’ora legale mi ha aiutato a trovare un’ora di tempo in più nel bussolotto delle ore a disposizione. Ottimo, mi piacerebbe ogni giorno un’ora in più e sarei più contento, ma la matematica e questo universo non sono opinioni, e questo sottile piacere ce lo meritiamo una volta l’anno, alla fine di ottobre, ma dopo aver sofferto per l’ora di meno un po’ di mesi prima. Ma questa è un’altra storia… Allora faccio subito un salto, in sella al mio scooter, così non perdo tempo per il parcheggio, ed entro nel capannone sistemato all’entrata del palazzo dei congressi. Enormi file di persone aspettano il loro turno di fronte agli stands delle poste italiane e vaticane. Sono in fila per un annullo (un timbro speciale) per il ricordo della manifestazione, per coloro che collezionano timbri (marcofilia). Ci sono parecchi stand riservati alla poste di tutto il mondo. Spicca quella dell’Ucraina perché ci sono parecchie ragazze con costumi tipici, poi i vari rivenditori sia di francobolli che di materiali. Guardo le facce dei visitatori. C’è quasi un segno di riconoscimento fra di loro. Molti di essi sono uomini alti, sembrano poco curati, distinti ma con barbe incolte, vestiti di grigio con un eleganza sobria e si guardano intorno e si fermano a tutti i banchi, si tolgono gli occhiali e si immergono nelle scatole stracolme di cartoncini plastificati pieni di serie multicolori. Cosa è che affascina tanto nel francobolli o nelle buste affrancate, timbrate e recapitate? Forse c’è la passione per gli anni passati, per la storia, sia quella ufficiale, sia quella delle persone, sconosciute, normali. E poi pensi a chi li abbia usati, di chi fossero quelle collezioni in vendita. E capisci che il loro vecchio proprietario è morto, dopo aver passato la vita a raggruppare serie complete, ora queste si disperdono verso nuovi collezionisti, che moriranno ed i cui eredi venderanno tutto, ridisperdendo il capitale accumulato, svendendo. Quando mi capitano per le mani buste che contengono ancora lettere, magari di 100 anni fa, non posso fare a meno di impicciarmi della vita di persone che non ci sono più. Ho una serie di buste, chissà di quale provenienza, di una nobildonna romana che aveva una corrispondenza con un capitano durante la prima guerra mondiale. Un giorno devo aprirle tutte e sistemarle in ordine cronologico per approfondire quel che accadde. Il capitano, al solito scriveva scriveva, quasi tutti i giorni, ma naturalmente non so se la donna gli rispondeva in quanto ho le lettere solo di una parte. In una, lui si lamentava che lei gli avesse dato buca non presentandosi ad un appuntamento, nonostante lui avesse bruciato una licenza per venirla a trovare a Roma. Che str..za che era stata… Ma dovrei continuare a leggere. Forse da un passaggio mi sa che lei se la facesse con un bellimbusto alle spalle del capitano guerriero.

Ma senza dover a tutti i costi farmi gli affari degli altri, io adoro osservare i francobolli liberty italiani o russi o francesi, austriaci degli anni 20-30 del secolo scorso. Erano vere e proprie opere d’arte, colorate, grandi. Mi piace mettermi con una lente di ingrandimento per godermi i più piccoli particolari. Anche se non hanno un valore economico apprezzabile, sono piccole opere d’arte.

E poi sono rilassanti, ti permettono di svuotare la mente, e poi ti impegnano tutti i sensi. Per la vista non c’è problema, ma per il resto? Mi piace sfogliare gli album, ed il rumore dei fogli separatori in pergamino sono una colonna sonora gradevole e continua quando sei alla ricerca di una serie particolare che sai di avere ma non trovi. Con le dita puoi sentire lo spessore, se sono in rilievo. A volte senti come se non fossero lisci, e per questo si differiscono dal normale. Il profumo poi è particolare a seconda delle epoche, e se apri una di quelle scatole che ne contengono molti alla rinfusa, senti odori dolciastri, di polvere, di cassetti, di fiori, naftalina, canfora, cartone. Tutto insieme. O anche quell’odore caratteristico di quando li metti a bagno nell’acqua tiepida per staccarli dai frammenti di carta, e l’odore della carta e dell’inchiostro dei timbri ti riempie la cucina fino a che non si asciugano a testa in giù sui giornali vecchi. Ma veniamo all’ultimo senso. Sì. Mi piace da sempre leccare la colla dei francobolli, quando spedisco una lettera. Per questo quando avevano tirato fuori quelli autoadesivi ero rimasto nervoso. Ma i francobolli di oggi hanno un saporaccio amaro, e non mi piace per niente, non come quello a base di gomma arabica di qualche decennio fa. Buonissimi! Ogni tanto mi capitano quei pezzi di bordi bianchi, dentellati, che fanno parte delle tavole intere, staccati. Allora mi apparecchio, prendo un pezzetto e ne lecco il retro. E riconosco le annate come un sommelier…

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Commenti al Post:
france.dagostino
france.dagostino il 26/10/09 alle 12:24 via WEB
Miiiii, Krem ma quanto scriiiiviii!! E mi ci vuole un quarto d'ora, torno dopo (hai visto che roba? primo commento). Intanto ti auguro sempre di diventare ricco, per quel fattuccio che tu sai. A dopo, F.
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 26/10/09 alle 12:27 via WEB
E quanto sei lento a leggere... Ti credo che non diventi ricco. I ricchi devono essere velocissimi in tutto, anche a scappare quando chiedono loro prestiti...
(Rispondi)
unionjackmi
unionjackmi il 26/10/09 alle 15:39 via WEB
Alcuni dei ricordi più belli della mia infanzia sono legati ai momenti che trascorrevo accanto al Nonno Guido mentre catalogava i francobolli. Perché allora era bello collezionarli, non comprarli. Visto che, da un certo momento in poi, sui cataloghi il valore dei nuovi ha superato quello dei bolli usati, in molti si sono limitati a prenotare le annate in posta e bella lì, era finita la fatica. Perché di fatica si trattava. Il Nonno accumulava un po’ di buste e cartoline, le metteva nelle buste di plastica vuote delle collants della NonnaBis perché non si alterassero e quando ce n’erano abbastanza ed aveva un po’ di tempo, metteva tutto a bagno nel lavandino della cucina. Si preparava un caffè, giusto per dare il tempo alla colla di staccarsi e poi pescava i bolli e li metteva ad asciugare sulle salviette stese sul tavolo in salotto. Quando aveva poco tempo metteva le salviette sul termosifone ma il risultato era che i bolli si arricciavano e lui brontolava. Prima di riporli nelle strisce trasparenti allora li metteva tra le pagine del dizionario per stirarli. Per spostarli usava le pinzette, perché le sue dita non erano abbastanza sensibili e lui non voleva rischiare di rovinarli. Usava la lente d’ingrandimento quando non riusciva a leggere le scritte in piccolo. A volte riponeva nei raccoglitori anche quelli con i denti rovinati, con la speranza di trovarne uno integro e di poterlo sostituire. Ogni francobollo aveva la sua storia. Che avesse la foto di un fiore, di un’opera d’arte, di un evento olimpico, la faccia di un presidente, ho imparato tantissime cose dai racconti del Nonno Guido. Per me era un grande onore contribuire a questo rito con le mie dita piccole ma grassottelle, che usavo come se stessi maneggiando delle foglie d’oro. I bolli li portavamo io, NonnaD e ZiaP, usati con il ritaglio della busta per non rovinare i denti e la colla, dai rispettivi uffici e nuovi dalle vacanze all’estero. Ad un certo punto il business ha avuto la meglio anche nella filatelia. I nuovi valgono più dei vecchi. Per forza: così tutti a comprare. Che senso ha? Già è uno scempio che siano adesivi. Vabbè che quando andavi in posta la spugnetta per appiccicarli era una schifezza e ti trovavi una cosa informe che ti si sbriciolava e si attaccava sotto i bolli magari perché era poco inumidita, a volte invece sbrodolavi ovunque sul bancone perché la inzuppavano troppo. Poi c’erano le marche da bollo, i timbri, i chiudi busta (bellissimi quelli USA), i pezzettini di carta con scritto RACCOMANDATA, PAR AVION, ecc. Lo ZioF, fratello del Nonno Guido, ha il Gronchi Rosa. Il Nonno ne parlava con un’ammirazione non indifferente, quasi fosse suo. Ad un certo punto mi ricordo persino che secondo lui, alcuni bolli li sbagliavano volutamente, ne facevano poche copie e li vendevano come rari. Alcuni anni dopo che è morto sono andata da un filatelico, un uomo che ha pochi anni di differenza da quelli che avrebbe avuto mio nonno se fosse ancora vivo oggi. Sono andata da lui per comprare dei raccoglitori, il Nonno non era una persona di quelle che io definisco ORDINATE (il Papà direbbe MANIACHE PERVERSE DELL’ORDINE), per cui volevo riorganizzare la collezione e rimpinguarla con i bolli che avevo messo da parte. Quel gentilissimo signore mi ha chiesto per curiosità di vedere i bolli. Quelli che allora mi sembravano miniature di capolavori mi sono stati “bollati” come “quasi chincaglieria filatelica”, visto che i bagni che il Nonno faceva fare ai bolli scioglievano quasi tutta la colla sul retro, rendendoli di pochissimo valore. Anche ai loro tempi, mi ricordava il signore, si usava raccogliere solo i francobolli con la colla sul retro quasi intatta e così i denti. Al Nonno non importava o non ci avrà fatto particolarmente caso. Fatto stà, continua il signore, LEI AVRA’, DA QUELLO CHE HO VISTO, UN MUCCHIO DI PEZZETTINI DI CARTA CHE NON VALGONO CHE POCHI EURO, MA, DA QUELLO CHE HO SENTITO, DELLA STORIA DI QUESTI BOLLI RACCOLTI DA VOI DUE INSIEME, AVRA’ PER SEMPRE RICORDI DI BEI MOMENTI CHE NON HANNO PREZZO.
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 26/10/09 alle 15:54 via WEB
Oh, ma che bel commentone lungo... E sì, nonno Guido aveva ragione a passare quel tempo a staccare i francobolli dai pezzi ritagliati, era bello aspettare che si asciugassero . Io li metto a faccia in giù sui giornali vecchi, che non butto se non dopo averli sfruttati. Mai metterli sul televisore, alla fine sembrano come vermi sofferenti, come riccioli di burro, e per appiattirli uno ci deve passare del tempo con il ferro da stiro e della carta per proteggerli dal troppo calore. Salvo poi capire che valgono di più quando non vengono staccati. Poi ci sono gli amici che li staccano con le mani senza usare le debite precauzioni e li distruggono. Che male vedere quei piccoli rettangolini di carta sfibrati, senza dentini, spezzettati. Certo che se tuo nonno faceva il bagnetto anche a quelli nuovi... ma non credo che possa averlo fatto, per cui i bolli usati non hanno la colla dietro. Quelli che ce l'hanno hanno timbrature "di favore" o gliel'hanno ripristinata come fanno all'est. Non è che il commerciante volesse comprarli a prezzo bassissimo?
(Rispondi)
blu_dada
blu_dada il 26/10/09 alle 18:44 via WEB
Ti ho visto sai? Mentre eri lì a sniffare e toccare quei piccoli rettangolini con i dentini. Ma sei un curiosone... non ti sfugge niente. Non ti perdi niente... sei fortunato ad avere questa passione per i particolari, gli odori, i rumori e...i sapori. ( tanto io faccio lo stesso) Il sommelier delle annate della colla è grandioso! Ti adoro quando dici queste cose qui! Mi hai fatto sorridere, anzi proprio ridere... ne avevo bisogno.
^-----^
Grazie Krem
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 26/10/09 alle 19:57 via WEB
Povera Dada, ti hanno fatto arrabbiare oggi? Se sei brava ti faccio assaggiare dei francobolli coreani che sono buoni come il pane ;)
(Rispondi)
 
 
blu_dada
blu_dada il 26/10/09 alle 21:06 via WEB
Non ci sono i francobolli che sanno di marmellata? Così si potrebbe alternare con le leccate... un pò di pane...con un pò di marmellata! Che bella invenzione. Pensa al successo dei francobolli al cioccolato.
Ma come mi vengono queste idee? Non lo so nemmeno io! Bacio al pane e marmellata.:)
(Rispondi)
 
 
 
kremuzio
kremuzio il 27/10/09 alle 09:27 via WEB
Mi sembra che una volta abbiano pensato di farli, ma poi come al solito hanno bloccato la produzione per tema che i bambini de li mangiassero e si infilassero nella cassetta delle lettere. I soliti rompiuovanelpaniere. Poi c'è la bufala dei francobolli all'LSD, che si sarebbero dovuti leccare per fare un viaggio senza ufficio postale. Avevo visto anni fa anche una lettera-catena di S.Antonio su questi francobolli, affissa in una stazione dei carabinieri, ed io a spiegar loro che trattavasi di bufala... Uhm, buono il bacio... ;)
(Rispondi)
france.dagostino
france.dagostino il 26/10/09 alle 19:25 via WEB
Buonasera. Non sono lento a leggere, diciamo che sono scappato davanti ai francobolli.. scherzo, manco sapevo di cosa parlava il post. Sul fascino dei tempi, dei luoghi e delle storie concordo. Non colleziono altro che gaffes, io, per le quali ho una naturale predisposizione. Ma le cose che testimoniano il passato mi piacciono. I miei hanno delle lettere di famiglia, cose dell'ottocento. Quaderni di marina, le prime fotografie che sembrano normalmente ingiallite, qualche souvenir degli anni andati. Potrei collezionare pezzi di motore o vecchie motociclette, mi piacerebbe. Ci trescorrerei accanto qualche ora per accarezzarle. Credo che il fascino del passato lo avverta chi è in grado di stabilire un legame, come capita con i vecchi dischi o le etichette dei vini. Alla tua fiera, invece, io avrei approfondito essenzialmente le ucraine, ovviamente se giovani e carine. Ma questo temo c'entri poco col passato. E farsi di colla, Krem, fa male. Ti consiglio il cognac o un buon vino d'annata. E tanta, tanta di quella.. che fa bene alle cellule, si rinnovano. E pure al cuore e allo spirito. Siamo in fascia protetta, Krem, altrimenti farei una battutaccia da caserma, ma non è il caso, faccio il bravo e l'educando. Buona serata, Francesco.
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 26/10/09 alle 20:02 via WEB
Studiate le ucraine, ho voluto passare alle italiane, ed in questo caso erano meglio, anche senza i vestitini tradizionali che, a dirla tutta, non erano quello splendore che uno si aspetta... Un po' di colla poi non fa male, sapendosi regolare. Per esempio mai con la birra. Poi con un po' di maionese, è la morte sua. Praticamente sembrano tartine. Ma potresti anche trattarle come dolcetti. Una leccatina e neanche ingrassi ;)
(Rispondi)
morganael
morganael il 26/10/09 alle 21:35 via WEB
oh ma sei depravato ehehe
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 27/10/09 alle 09:23 via WEB
Voialtri mortali non sapete cosa si prova con la gomma arabica... Molto simile alla coffea arabica, ma più appiccicosa! ;)
(Rispondi)
 
 
unionjackmi
unionjackmi il 27/10/09 alle 10:00 via WEB
Ho comprato anni fa il foglietto del francobollo al cioccolato. Edizione speciale, come le figurine profumate gratta e annusa. Ogni francobollo aveva un quadratino, l'intero foglietto componeva la tavoletta. Poi quello fatto con il pizzo. Non ho resistito...
(Rispondi)
 
 
 
kremuzio
kremuzio il 27/10/09 alle 10:27 via WEB
Poi c'era anche quello fatto di legno, carino. Di sughero pure, ma sa di tappo...
(Rispondi)
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