Kremuzio

Pinocchio era un ragazzetto stupido. Non era un burattino, nel senso legnoso del termine, ma molto molto umano se paragonato a molta gente che conosciamo, oggi. Basta guardarsi in giro e notare che non è poi troppo differente da un qualsiasi Christian o Kevin o Andreino. Anche se ormai ha 140 anni e tutti i grandi studiosi vedono tra le righe del grande Collodi significati esoterici, massonici, misteriosofici o solamente politici, la fiaba rimane una delle più belle ed attuali ancora oggi, nel suo svolgimento avventuroso. Poi la morale ci sarà anche, ma le morali non ci piacciono, come non ci piaceva quel rompiscatole saccente del grillo saggio, sempre pronto ad educare e consigliare, inutilmente, il legnoso virgulto, fino a rischiare di essere trasformato in una macchia sul muro.

E potremmo leggerci un sacco di cose moderne: Tanto per cominciare, non c’è la figura del re o di principi. Ci sono sì i carabinieri ed il giudice, ma manca la giustizia. Geppetto ormai vedovo dopo un attacco di voglia di paternità, con un ciocco di legno intaglia un simulacro di figlio. Un burattino. Avesse avuto una voglia di accoppiamento, non essendoci stata ancora la plastica gonfiabile, avrebbe intagliato una donna burattina. Ma forse il ciocco era piccolo. Per qualche strana magia il burattino prende vita, parla e si muove. Non l’avesse mai fatto… Probabilmente si pente quasi subito, ed ecco lo scontro generazionale. Quel poveraccio compra l’abbeccedario ed il nasuto se lo rivende per andare a divertirsi con le cattive compagnie. Oggi andrebbe a bere, giocare col videopoker ed impasticcarsi in discoteca. Ma è ignorante e stupido, e attirato dai furbetti quei pochi soldi che ha se li fa rubare. Credulone, pensa che i soldi si possano piantare e moltiplicare. Come molti di quelli che danno i risparmi a truffatori che ti promettono di darti il 10% di interesse e poi te li fregano. Ingordigia e cupidigia… Poi in mezzo ai guai, vengono sfruttati prima nei meccanismi della fama. Ecco il burattino che balla insieme agli altri pupazzi nel carrozzone di Mangiafuoco, neanche fosse in televisione. Non può uscire se non scappando. Il grillo saggio rompe in continuazione, ma la figura centrale, edipica, misteriosa, quella della fatina, della mamma, della strega buona (dipende dai punti di vista) lo aiuta, consiglia, gli sfugge. Ed in questa ricerca della donna perfetta, per un bambino, continua a svolgersi la storia, per quel che mi ricordo, dalla lettura di un enorme libro, pesantissimo, pieno di disegni oscuri, vignette tenebrose che ti porti dentro con un briciolo di nostalgia e paura, quella di non fare la sua fine.

Ma Geppetto, che poverino si muore di fame, non so quanti anni abbia, ed invece di lavorare o godersi la pensione che probabilmente non esisteva in quegli anni post-unificazione dell’Italia, si mette a cercare per il mare il burattino fuggitivo. Ma la balena lo inghiotte, metafora della società? Lo inghiotte e lo nutre con i suoi scarti, lasciandolo vivere invisibile al mondo, protetto ma semidigerito, al caldo-umido come un feto, e magari proteggendolo con un’esistenza limitata.

Poi alla fine finisce tutto bene: Pinocchio trova la madre/fatina, Geppetto forse anche la moglie ed il burattino diventa bambino, non dice più bugie e finisce a lavorare come piazzista di un grande mobilificio che poi fallisce, va in cassa integrazione e va a mangiare alle mense della Caritas. Ogni tanto pensa che sarebbe stato meglio continuare a fare il buffone con Mangiafuoco, o anche sostituire il cane Melampo e fare il guardiano. Ogni tanto va a guardare se la pianta con gli zecchini è cresciuta e rivive le vecchie avventure con Lucignolo, che è diventato un trans.

Poi ognuno può leggerci di tutto all’interno della storia, come dicevo all’inizio, e di sicuro ci trova di tutto senza scomodare dotti studi ed interpretazioni fantasiose. Ma quel che ci trovi, se ci pensi bene, è sempre attuale. Segno che negli ultimi 140 anni non è successo granché di diverso, purtroppo.

Ma la cosa più bella, quella che mi fa rabbrividire di piacere, è la musica del vecchio sceneggiato di Comencini, scritta da Fiorenzo Carpi. Un capolavoro che ascolto ancora oggi, molto spesso.

http://www.youtube.com/watch?v=WXRPLrk6wgg  la sigla

http://www.youtube.com/watch?v=PGcL5IRHvlk la musichetta che si ricorda meglio

http://www.youtube.com/watch?v=RNJ5M1h8Dzw la canzone di Geppetto

Che strana la balena. Ma niente è strano come il naso di Pinocchio che si allunga quando dice bugie. E’ piccolo, bugiardo, fallico e con i capelli verniciati. Mi ricorda qualcuno ma non mi sovviene chi.