Kremuzio

Ieri sera, vedendo un telefilm della serie “Bones” ho scoperto di essere un “accaparratore compulsivo”. Non che ne fossi rimasto troppo colpito o impressionato, in quanto già immaginavo di esserlo, captando nozioni qua e là. Però non sono così grave, a vedere le descrizioni che ho appena lette, in quanto nell’accumulo sono organizzato… A vedere le foto delle abitazioni degli individui disposofobici, si vedono scatoloni, oggetti uno sopra l’altro, roba che non sembra avere valore accatastata in un ordine strano da capire. Io invece accatasto le cose solo in un primo momento, poi le dispongo in ordine per riutilizzarle. Ad esempio la bibliomania di cui sono gravemente affetto, me li fa ordinare per argomenti e grandezze, e seppur incastrato nella ricerca delle varie edizioni dei vari libri di alcuni argomenti, poi questi li dispongo in librerie che costruisco e piazzo fino al soffitto dello studio. Ovvio che molte cose ce l’ho in terra, ma fino ad un momento in cui decido di sistemare, e la colpa è del poco tempo a disposizione.

Dicono che queste cose non hanno valore se non per chi le colleziona. Da questo punto di vista allora mi rilasso in quanto ci faccio un piccolo commercio con le cose che accaparro. Allora non sono tanto grave… meno male.

Però mi rendo conto di essere un po’ disturbato dal fatto che non butto via niente. Quando lo faccio, lo faccio con oculatezza, cercando di riciclare il più possibile. Addirittura il mio volontariato lo espleto in una associazione che ricicla ogni tipo di ben di Dio. E da questo acquisisco sempre più la nozione che ogni cosa che abbia una certa età ed un’estetica discreta, abbia valore, e non solo per gli accaparratori compulsivi.

In effetti, a guardarmi allo specchio criticamente, per vedermi nel fondo degli occhi, c’è una ricerca spasmodica di raccogliere, e non solo oggetti, begli oggetti per me.

Posso raccogliere anche parole ed idee. Parole belle che mi sono state raccontate le accantono in un angolo della mente e le rispolvero quando ne ho bisogno. Di idee ne ho parecchie, ma le ricerco spesso, quasi ogni giorno nei momenti disponibili a documentarmi su come il mondo funziona intellettualmente riguardo tutto ciò che non è la normalità. E poi le idee le trovo sulla carta vecchia, come anche storie poco interessanti per chi non riesce a vedere un significato in ogni piccola cosa, in ogni accadimento. Sfogliare i giornali antichi, le riviste, i libri, ti fanno saltare agli occhi le differenze con la tua vita, su come sarebbe potuta essere se fossi stato proiettato in un universo temporale differente da quello in cui sei immerso.

Devo fare attenzione però, visto che dovrebbe essere semplice peggiorare nelle proprie condizioni psicologiche ed aumentare nei vari livelli di compulsività come in un videogioco. Fortunatamente ancora non ho animali che vivono in mezzo alle mie cose, come bacarozzi, topi o serpenti. Non trovo uova o crisalidi in tane scavate tra gli scatoloni. L’unica tana la creava il mio fratellino gatto quando apriva le scatole e ci si metteva a dormire dentro. Per questo i topi non c’erano?

Spero di riuscire a coltivare le mie passioni da collezionista senza scadere nel patologico. Dopotutto, per davvero ogni cosa che ho rappresenta qualcosa di importante, come un ricordo passato, un momento contemplativo della loro bellezza intrinseca, una voglia di cercare un ordine in una serie di oggetti che forse un ordine non dovrebbero averlo. Per scherzo i miei colleghi quando devono buttare qualcosa la danno a me chiedendomi se mi potrà servire. Io la prendo, soppeso, e penso. Per il 99% delle volte penso che sì, mi può servire, magari non oggi, e la ripongo in un cassetto. Poi quando i cassetti sono pieni le metto in una scatola che sta sotto la scrivania, ed altre due a fianco. Però, fatto sta che così facendo riesco a risolvere alcuni problemi. Ad esempio un giorno c’era un collega fumatore che non aveva da accendere e stava in crisi di astinenza. C’era il sole. Gli dico di aspettare e rovisto in uno scatolone. Ne tiro fuori una lente di ingrandimento mezzo rotta che avevo messo da parte per momenti di emergenza, ed al sole, concentrando i raggi solari, riesco a fargli accendere la sigaretta.

In quel momento ho pensato che così malato poi non sono…