Kremuzio

I cani sono imprevedibili. Lo so bene. Tanti anni fa la mia cagnetta sfuggì a mio padre che la stava portando a spasso, di notte, senza guinzaglio. A quei tempi si poteva lasciarle fare pipì sul marciapiedi e se le scappava la cacca, scendeva da sola dal gradino ed in mezzo alle auto parcheggiate ne parcheggiava copiosamente un paio di etti puzzolenti. Meno male che non eravamo costretti a raccoglierla come oggi. Comunque si avevano altre esigenze, in quegli anni, e se uno la calpestava si diceva che portava fortuna…

Dicevo, una notte la cagnetta bastardella di razza media, per un motivo che neanche lei avrà saputo, si mette a correre in mezzo alla strada. Arriva una 500 e la prende in pieno. Lei si ammacca un po’ e poi si riprenderà nonostante le ferite interne. Malconcia ma ancora viva. Certo, non è stata più bene, con un bozzo di lato, ma la durata della sua vita può essere valutata nella media. La 500 invece si ritrova una mezzamilionata di lire di danni. Ammaccata di brutto. Ma avevamo il cane assicurato contro morsi e danni altrui, per cui la cosa finì burocraticamente qualche giorno dopo con il risarcimento.

Ieri invece muore il tassista che a Milano investe ed uccide un cane. Muore ammazzato dai soliti coraggiosi che nel branco decidono di farsi giustizia da soli. Notizia negativa al massimo sia perché mette in luce alcune caratteristiche della società moderna, sia perché rischia di far venir meno quella cultura che mette gli animali alla pari con gli umani.

Quelli che non sono generosi con cani e gatti dicono che le persone troppo affezionate agli animali da compagnia, sono pronte a sfamare un gattino ed a voltarsi dall’altra parte quando a morire di stenti è un bambino africano. E’ facile parlare così, specie per chi se ne frega dell’uno e dell’altro. Ma si deve anche distinguere una volontà omicida dall’incidente. Non si può mascherare la violenza repressa con l’amore per gli animali. Prendere a calci e pugni quel tassista che si è fatto un mese di coma prima di spirare, è una barbarie che va contro qualsiasi desiderio di animalista. Quel cane era scappato ai padroni, come fece il mio. Non si può certo imputare chicchessia di canicidio volontario in questo caso. Ma la mentalità camorrista che risiede in molti di noi esce fuori in momenti particolari. Aggressività, frustrazione, rabbia e mancanza di cervello pensante. E scatta la vendetta, che come tale è esagerata e spropositata, autogiustificata con pippe mentali fuori luogo. Sulla bilancia ora metteremo un cane ed un uomo morto e sappiamo bene che non c'è un equilibrio. So benissimo che in certi momenti quando guidi e vedi un animale che ti attraversa la strada, l’istinto ti fa girare il volante di scatto. Ma non puoi farlo sempre. Molte volte si leggono notizie del tenore “scarta un cane ed uccide due passanti” oppure “ per non investire un cane va a finire contro un lampione”. Ma si vedono tante bestiole morte per le strade, abbandonate da loro ex-padroni ad una morte tristissima che può provocare incidenti gravi. Ora chi odia gli animali, avrà il pretesto per parlar male degli animalisti che verranno paragonati a quegli assassini. Come quando parlano di Hitler e della sua passione verso i propri cani. Per ogni cosa esiste un modo giusto e mille sbagliati per affrontare le situazioni, e ancor di più, per parlarne. Ma a rimetterci, oltre che quel poveraccio e la sua famiglia, sarà il movimento animalista che combatte lotte contro la vivisezione, le pellicce, gli abbandoni, i maltrattamenti. E su youtube si assiste a filmati di ragazzi che si filmano mentre torturano cuccioli, e si divertono con pratiche truculente dovute alla loro poca intelligenza. Persone destinate a soffrire nella loro vita proprio a causa delle loro mente.