Kremuzio

Ieri pomeriggio, nell’urfismo (urfismo=stato di semisonnambulismo catatonico fancazzistico pre o post pennichella) della domenica pomeriggio mi ero steso sul letto per leggere un racconto di Carver. Non che mi faccia impazzire questo scrittore immaturamente scomparso qualche decina di anni fa, ma alcune sue crude considerazioni sulla vita americana me lo fanno sentire autore vero, realistico e duro. In uno di queste piccole storie di tutti i giorni un personaggio secondario si era addormentato, mezzo ubriaco, sul divano dinanzi allo schermo televisivo, e ad una certa ora della notte si era risvegliato, probabilmente per uno stimolo alla vescica, ed aprendo gli occhi si era accorto che le trasmissioni erano finite e sullo schermo acceso era presente quella che era definita “la neve”. A chi non è capitato nel passato?  Ma molto nel passato, quando c’era un inizio ed una fine delle trasmissioni. Dopo la buonanotte dell’annunciatrice c’era quell’animazione, o meglio quel cartellone che si arrotolava, con l’immagine di una babelica altissima antenna a traliccio. Quando si arrivava alla base, compariva in corsivo, o meglio in calligrafia arzigogolata la scritta “fine delle trasmissioni”, e subito dopo le ultime note pompose di una musica dopotutto niente male, scattava il monoscopio RAI con il “tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu” di sottofondo. Dopo un altro po’ di tempo spegnevano proprio i trasmettitori, ed il ricevitore rimandava il nulla etereo che si tramutava elettronicamente in uno schermo pieno di puntini luminosi impazziti come in un turbinare di piccoli fiocchi di neve in una tormenta, mentre dall’altoparlante fuoriusciva una specie di rumore bianco, ovvero un fruscio continuo che era la somma di chissà quale e quante frequenze audio: “schhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”, da un certo punto di vista fastidioso ma da un altro, rilassante. Quelli che erano abituati ad addormentarsi dinanzi all’elettrodomestico, capivano che era tardi. Non con precisione senza guardare la sveglia, ma si rialzavano ed andavano a dormire sul serio dopo aver spento. Le orecchie ti rimandavano ancora lo “schhhhhhhhhh” per qualche secondo.

Ad un certo punto, le emittenti hanno deciso che non si dovevano più spegnere i trasmettitori. Chissà perché. Come se dovessero far compagnia agli insonni, aiutandoli a non addormentarsi con metodi naturali, magari prendendoli con lo sfinimento video. Sarà, ma se mi metto a vedere un film la notte, non riesco a dormire, in quanto mi piace seguire le trame. Devo proprio farmi una violenza per spegnere, maledicendo chi decide i palinsesti e manda in onda in orari impensabili bellissime pellicole, invece di trasmetterle al posto di quei filmacci riproposti per l’ennesima volta o trasmissioni con canti e balli delle 21.

Ma se ti risvegli niente effetto neve, al massimo un film cecoslovacco o una televendita di uno sbriciolatore di cipolle senza ridere e senza piangere, o un’interessante dimostrazione di come pulire gli interstizi tra una mattonella e l’altra, cosa che tutti noi facciamo di solito con uno spazzolino rimanendo carponi col sedere in mostra come in un film con Laura Antonelli. Se poi siamo fortunati, ci troviamo davanti una sciantosa che ancheggiando ci mostra i seni rifatti dalle visibili cuciture e dalla bocca gonfia incastrata tra gote gonfie anch’esse. Se vi va di farvi due risate, ascoltate la voce di quelli che telefonano a queste telefoniste in perizoma che cercano di allungare la costosissima telefonata con domande tipo “da dove chiami”. Poi quello dall’altro capo del telefono, con voce suadente e bassa, per non farsi sentire dalla moglie che sta dormendo richiede una posizione invece di un’altra e riattacca. Terribile! Ridateci la neve! Spegnete i trasmettitori e donateci quel fruscio che ci cullava amorevole. Ora con il digitale al massimo trovi un cartello che dice che le trasmissioni ricominceranno alle 6:30 o addirittura uno schermo tutto blu. Bruttissimo!

Ma per fortuna si può ovviare commutando il ricevitore della televisione mettendolo sui canali analogici. Qui la neve è su tutti i canali, ed il fruscio impazza ventiquattrore su ventiquattro.

E’ bellissimo.