Kremuzio

Sarà il segno che le cose stanno cambiando? Se ci sono stati più spettatori a guardare le avventure conosciutissime di un antico burattino rispetto a quelli attenti a guardonare le gesta pseudo erotiche di un altro tipo di pupazzi nel Grande Fratello 10, un motivo ci sarà. Per fortuna, aggiungerei.

Eppure oltre ai soliti personaggi ambigui, scaltri, tagliati con l’accetta, duttili, stupidi, ma pur sempre giovani e di belle fattezze c’era la novità del trans, al contrario di quello che va di moda oggi: Una donna che diventa uomo, invece dell'uomo che diventa quasi del tutto donna. Aldilà della curiosità relativa al fallo trapiantato o ricreato con abili ricuciture plastiche, neanche avessero rivoltato una fodera, il Frankestein nostrano per antonomasia che Collodi, alias Carlo Lorenzini, scrisse tanti anni fa, sembra ancora più appetitoso degli scabrosi patinati esseri umani.

Nonostante che il prodotto fosse confezionato per il mercato estero, con gli attori che recitano in inglese, e quanto può essere antipatico sentire una frase toscana con le labbra che la declamano che vanno per conto loro… Quasi come un vammoriammazzato di Aldo Fabrizi tradotto in francese o un allright di Alberto Sordi che fa l’americano, impropriamente doppiato in inglese. E già questo non me lo faceva gradire. E poi la storia di Pinocchio la so quasi a memoria, fin da piccolo, quando mi venne regalato dagli zii un librone enorme, sarà pesato dieci chili, tutto illustrato e scritto in toscanaccio. Le atmosfere degne di un film horror sono ancora presenti nei miei ricordi. Con tutti i vari sadismi. Legato alla catena al posto del cane Melampo, o truffato dal Gatto e la Volpe, e quindi impiccato; la ricerca del bambino da parte di Geppetto e del padre da parte di Pinocchio. E la ricerca della Fatina, e tutti i messaggi massonico-esoterici che stanno sotto alle vicissitudini, fino alla rinascita dal ventre della Balena. Maestoso affresco di un’epica degna di un grande scrittore. Ma Pinocchio era anche il grillo saggio schiacciato con un martello e quella terribile metamorfosi dei monelli in ciuchini, sapientemente visualizzata nel cartone animato di Disney. Le atmosfere gotiche e piene di ombre, con le immagini distorte erano fantastiche come al solito nei vecchi Disney. Alcune atmosfere poi si ritrovano in quel capolavoro che fu lo sceneggiato di Comencini, eccelso nelle interpretazioni di Nino Manfredi e Franchi&Ingrassia, che diedero nel 1971 ai personaggi che vestivano una leggerezza e profondità mai raggiunta da altri. Per non parlare delle musiche. La colonna sonora era un altro capolavoro, Dalla marcetta alla melodia triste che doveva cambiare in allegra, a volte solenne, con accordi che ancora oggi mi fanno venire la pelle d’oca. Fantastico! In una sola parola… Poi ci fu quello squallido pinocchietto di Benigni che ho abbandonato dopo pochi minuti. Alcuni momenti di brividi, nella trasposizione fantascientifica della grande opera in “AI, intelligenza artificiale” di Spielberg, tratto da un progetto del grandissimo Kubrick. Un robot al posto del burattino e la ricerca della mamma-fatina. Atmosfere bellissime ed una poesia, purtroppo tendente alla lacrimuccia ma di certo ottima.

Allora l’altro giorno mi affaccio al Pinocchio di oggi, vedo gli attori, vedo le bocche orfane dell’italiano, vedo i primi piani fatti apposta per la tv, le frasi ammodernate, le scenografie poverelle e dopo una smorfia tra me e me, cambio. L’orrore senza fine della poverezza umana rappresentata dal mentecattismo del grande fratello è stata la spinta giusta per frenare un singulto che mi avrebbe rovinato l’ottima cena a base di peperoni ripieni squisitissimi. Spengo, vado nello studio e mi arrampico per riprendere il librone pesantissimo in alto nella libreria, lo spolvero e mi accomodo in poltrona. Purtroppo non avevo la mitica colonna sonora in sottofondo, ma sono bastate le vecchie illustrazioni e le frasi scritte con un carattere di stampa molto grande, a rimettermi in pace con la presbiopia ed il cervello. 

C'era una volta.
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
- No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
... continuate a leggere voi, adesso, ma in silenzio...