Kremuzio

Sembra un grande gioco di domino, grande nelle tessere ma semplice nello svolgimento in quanto le tessere sono pochissime di numero. Ma bando alle metafore, il fine ultimo di questo gioco non è quello di vincere qualcosa o di buttare in terra le tesserine, ma di salvare il premier. Il solito gioco, come negli scacchi, dove per salvare il re si manda allo sfascio l’esercito e tutti i cortigiani, regina compresa.

Una volta individuato il cuneo che si insinuerà nelle postazioni nemiche, per preparare l’azione a tenaglia, lo si annienta. In questo gioco della guerra il cuneo era rappresentato dal referendum sul nucleare. La Natura o Dio, a sentire il CNR, avevano sacrificato un paese, il Giappone, e molti suoi abitanti sull’altare dell’olocausto nucleare, così che ci fosse un ripensamento della oscena idea di ripristinare le centrali atomiche in Italia, per foraggiare i palazzinari delle grandi opere. Una volta capito che sull’onda lunga della paura la gente sarebbe andata a votare sacrificando un’ora di mare e di tintarella, per annullare l’infame proposta, già che ci sarebbe stata avrebbe votato a favore dell’acqua pubblica e contro il legittimo impedimento. Una cosa impensabile per la cricca al potere.

Ed allora ecco il sacrificio monetario principale, considerando anche che molti dei soldi, dopo essersi persi nei soliti rivoli dei passaggi di mano, sarebbero andati in Francia, e poiché siamo ai ferri corti con i cugini d’oltralpe, ecco un altro piccione da prendere con la solita fava. Per l’acqua, siamo ancora sordi da questo punto di vista, in quanto non riusciamo a capire l’importanza di questo problema, ancora. Ma basterebbe parlare con chi già sta subendo l’angheria. Una mia collega siciliana mi ha raccontato che nel suo paese, nonostante l’acqua arrivi solo un paio di ore al giorno, di notte, la privatizzazione li fa pagare oltre un migliaio di euro l’anno sullo scarso ed indecente consumo. Cosa è cambiato quindi? Dove sono le migliorie nel servizio? Da una mafia all’altra, ecco il cambiamento, quando non sia la stessa mafia originale a continuare il controllo.

Il contentino potrebbe essere ripristinare i finanziamenti ed i contributi per il solare, che da bravi idioti era stato bloccato in favore del rifinanziamento delle centrali nucleari. Ora ricomincerà e ci riporterà ad essere tra i primi installatori al mondo del parco fotovoltaico, finalmente, ma in cambio dovremo ancora aspettare con il problema della giustizia nei riguardi dell’unico fruitore totale delle ignobili leggi ad personam. Mi sembra di assistere al referendum di Pilato: volete libero Barabba o Cristo? Volete il fotovoltaico o Berlusconi in giudizio? Volete continuare ad essere ridicolizzati al mondo o pagare di meno l’energia? Che sacrificio, che scelta. All’origine c’è la paura di un governo prono ai voleri del loro padroncino, paura che la generosità con la quale vengono elargiti incarichi politici e scranni e soldi, case e puttane ai fidi scudieri. Alla faccia nostra.

Ed allora evitare contaminazioni, mutazioni genetiche, paranoie nucleari, varrà il sacrificio di mantenere al governo, con tutti i rischi di derive totalitarie, riscritture della costituzione, demoralizzazione del popolo, fuga dei cervelli, sproloqui di ministri, e via soffrendo?

E se, quel giorno del referendum, andassimo compatti alle urne, tutti, o almeno il 51 per cento, e ci sforzassimo di convincere gli altri a fare lo stesso, e far vedere che non sottostiamo a questi mezzucci puerili che, oltretutto fanno spendere centinaia di milioni, dei nostri soldi, per non accorpare le votazioni, per stancarci, sfiancarci, delegittimare l’ufficio referendario, mantenere incollate chiappe flaccide a poltrone consumate e puzzolenti e piene di acari? E se da questa compattezza partisse la nostra rivolta mediatica, netta, che ci porti ad essere liberi da personaggi da operetta, dalle lobbies, dalle cosche, dalle logge?

Facciamo vedere che non siamo stupidi, che non siamo pecore, e che andremo a votare…