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La speranza nell’attesa del CAOS - Siamo anelli aperti o chiusi di catene mai costruite. IinA_M@

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Caso Stefano Cucchi

Da una caserma dei carabinieri al Tribunale, da Regina Coeli al reparto detentivo dell'Osepdale Sandro Pertini: punti oscuri, mancate risposte, negligenze e responsabilità.
LA SENSIBILITA' E L'INTELLIGENZA MOSTRATA DALLA FAMIGLIA DI STEFANO CUCCHI IMPONE A CIASCUNO DI NOI DI SEGUIRE IL CASO SENZA RILASCIARE ALCUN COMMENTO NON PERTINENTE. LA FAMIGLIA RICHIEDE SOLTANTO DI CONOSCERE LA VERITA' DALLE AUTORITA' COMPETENTI. E' IL MINIMO CHE LO STATO, IL NOSTRO STATO, DEVE GARANTIRE AD UNA FAMIGLIA COSI' GRAVEMENTE COLPITA.
RICHIEDO AGLI EVENTUALI LETTORI IL MASSIMO RISPETTO, PER STEFANO, PER LA FAMIGLIA, PER IL NOSTRO STATO ED ANCHE, PER QUESTO MINUSCOLO, NOSTRO,  BLOG. A TAL PROPOSITO MI SCUSO CON LA FAMIGLIA PER AVERE PUBBLICATO QUESTO POST. L'HO FATTO PERCHE' L'HO SENTITO COME UN DOVERE. UN DOVERE PERSONALE DI COERENZA VERSO IL RISPETTO DELLA PERSONA UMANA, COSTITUENTE L'ASSE PORTANTE DELL'ATTIVITA' DI QUESTO BLOG, CHE IN QUESTO CASO APPARE PALESEMENTE VIOLATO E TRADITO.  
 

 video di ansa.it

La famiglia del 31enne non crede alla versione ufficiale - Per i medici del carcere: "E' caduto dalle scale"

Caso Cucchi, indaga la procura La famiglia diffonde le foto del pestaggio
Stefano Cucchi era stato fermato con 20 grammi di droga. Indagano la procura e il Dap di ALBERTO CUSTODEROROMA -
"Stefano Cucchi come mio figlio Federico e come Gabriele Sandri". E' Patrizia Aldrovandi a unire quei tre tragici destini dal denominatore comune di una morte avvenuta per mano di "una giustizia ingiusta". Aldrovandi, 18 anni, nel 2005 massacrato di botte da quattro poliziotti che, "nonostante la condanna - denuncia la madre Patrizia - sono ancora liberi, in servizio, pagati dalla collettività". Sandri, 26 anni, ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della Stradale. Cucchi, ultimo caso, 31 anni, morto in carcere dopo l'arresto dei carabinieri che lo hanno sorpreso con una ventina di grammi di droga. E dopo aver subito fratture alla spina dorsale, al coccige, alla mandibola, e una brutta ferita all'occhio sinistro.

Il giorno della morte al reparto detenuti dell'ospedale Pertini gli avrebbero negato anche la Bibbia. I suoi genitori, in cerca di giustizia e verità, hanno deciso ieri di divulgare, in una conferenza stampa al Senato (invitati dall'associazione "A buon diritto" di Luigi Manconi), le foto shock del cadavere del figlio, scattate all'obitorio. Il volto tumefatto: una maschera violacea attorno agli occhi, uno dei quali schiacciato nell'orbita, sulla palpebra un ematoma bluastro, la mandibola spezzata. E poi le immagini della schiena, fratturata all'altezza del coccige.

Chi ha ridotto così un uomo che, al momento dell'arresto, consumato dalla droga e dall'anoressia, sofferente di epilessia, pesava appena 43 chili? Nessuno, a due settimane dal suo arresto (catturato la notte del 15 ottobre, è morto in prigione il 22), sa ancora chi gli abbia procurato quelle lesioni mortali. Oppure, come se le sia procurate. La procura di Roma ha aperto ieri un'indagine. I carabinieri hanno avviato un'inchiesta amministrativa interna. Il Garante dei detenuti ha presentato un esposto. Alcuni esponenti politici hanno rivolto al ministro della Giustizia un'interrogazione urgente.
E il Guardasigilli, Angelino Alfano, alla Camera, mercoledì scorso, ha già fornito la versione del governo. "La visita al Regina Coeli - ha riferito Alfano - ha evidenziato la presenza di ecchimosi sacrale coccigea, tumefazione del volto bilaterale orbitaria, algia della deambulazione e arti inferiori". "Il medico del carcere - ha aggiunto il ministro - ha poi dato atto nel referto di quanto riferito dal detenuto: Stefano Cucchi ha detto di una caduta accidentale dalle scale".

Ma quando sarebbe caduto se, stando alla versione dei familiari, quelle ecchimosi al volto erano già presenti all'indomani del suo arresto da parte dei carabinieri?
"Alle 12 del 16 ottobre - raccontano i genitori - al processo per direttissima, il suo volto è molto gonfio. Alle 14, visitato presso l'ambulatorio di Palazzo di Giustizia, gli vengono riscontrate "lesioni in regione palpebrale, alla regione sacrale e agli arti inferiori". L'Arma, tuttavia, chiamata in causa (anche se indirettamente), dalla versione della famiglia, respinge ogni accusa.

In una memoria presentata in procura, i carabinieri al pm riferiscono che "quando Stefano si trovava nella camera di sicurezza della caserma della compagnia Casilina, ha accusato dei malori. Subito è stata chiamata un'ambulanza del 118 il cui medico ha fatto una accurata visita stilando un referto che parla di epilessia e tremori senza, però, riscontrare ecchimosi o lesioni. L'uomo ha rifiutato ogni cura ed eventualmente anche il ricovero. Dopo la visita Cucchi s'è girato dall'altra parte e ha detto "voglio continuare a dormire". E così ha fatto finché è stato portato in tribunale".

La sua morte è diventata ora un caso politico per l'intervento di parlamentari di entrambi gli schieramenti, Pd, Idv e Pdl uniti per chiedere alla magistratura di fare chiarezza e accertare le responsabilità. Vai all'articolo "la Repubblica
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.
POST DOCUMENTATO AGGIORNATO IN PROGRESS
Cucchi: Alfano,non doveva morire. Il ministro parla in Senato della vicenda del giovane detenuto

03 novembre, 15:05

(ANSA) - ROMA, 3 NOV - 'Stefano Cucchi non doveva morire'. E' quanto ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano nel corso dell'informativa al Senato. 'Tutte le nostre energie sono impegnate per accertare chi abbia portato a questo tragico evento' ha dichiarato Alfano. Cucchi,il detenuto morto in circostanze ancora da chiarire avrebbe manifestato 'ai sanitari la volonta' di non rilasciare notizie sulla sua salute ai genitori'.Insorge la sorella Ilaria:' voglio vedere il foglio di diniego firmato'.
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9 NOVEMBRE 2009 - Le certezze di Giovanardi: "Cucchi morto perchè drogato"
 ROMA - "Stefano Cucchi era in carcere perchè era uno spacciatore abituale. Poveretto è morto, e la verità verrà fuori come, soprattutto perchè era 42 chili". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del ministri Carlo Giovanardi, intervenuto alla trasmissione "24 Mattino" su Radio 24, non ha dubbi. Non ci sono responsabilità umane nella morte Stefano Cucchi. Quel corpo pieno di lividi e fratture di cui è ancora ignota la causa, quelle cartelle cliniche apparentemente manomesse, quella coltre di dubbi che circonda la morte del ragazzo romano, per il sottosegretario, non significano nulla. Se c'è un colpevole è la droga: "Che ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così" taglia corto Giovanardi.

Le parole di Giovanardi provocano la reazione dell'Idv. Che, per bocca del senatore Stefano Pedica, attacca il sottosegretario: "Ha perso una buona occasione per tacere. Non si puo' fare sterile propaganda politica su un ragazzo morto per circostanze ancora tutte da verificare. C'e' un'indagine in corso per accertare la verita' dei fatti su quanto accaduto a Stefano Cucchi e che aspettarne l'esito, prima di dare giudizi gratuiti, significa rispettare il dolore di una famiglia".

 
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Commenti al Post:
occhineri2005
occhineri2005 il 30/10/09 alle 22:20 via WEB
BUONASERA MARIO,HO LETTO,HO CLICCATO,HO LETTO CON ATTENZIONE L'ARTICOLO DELLA REPUBBLICA,SI RIGETTANO LE COLPE....COME SEMPRE,QUESTO FA VENIRE ANCORA PIU' RABBIA,COME E' POSSIBILE QUESTO?MA DOVE VIVIAMO,LA GIUSTIZIA ,DOV'E' LA GIUSTIZIA...VEDO SOLO VIOLENZA,SILENZI CHE SANNO DI COLPE ED UN CORPO VIOLENTATO....POVERACCIO.....UN ABBRACCIO A CHI SOFFRE ED UN SALUTO A TE CARO AMICO
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lillianaconda il 31/10/09 alle 08:25 via WEB
Il fatto che si stia parlando tanto di Stefano mi induce a pensare che, presto, saranno individuate le responsabilità di ciò che è accaduto negli ultimi giorni di vita di questo ragazzo che tutto meritava tranne che di finire così: SOLO. Occhineri lo chiama poveraccio ed a questo poveraccio ne associo un altro: quello che nei fatti pagherà, perché gli verranno addossate tutte le colpe di uno Stato che di garantista non ha ormai neanche più il nome. =^J^= ... @
(Rispondi)
 
OutOfTarget
OutOfTarget il 31/10/09 alle 15:11 via WEB
A fine settembre mi aveva molto colpito la conta dei decessi nelle carceri italiane (146 di cui 49 per suicidio in media con i risultati degli ultimi 10 anni) ed ora questo. Vogliamo credere che sia caduto da solo? Anche in questo caso, chi l'aveva in consegna non aveva comunque la responsabilità della sua incolumità?
(Rispondi)
 
ppfasting
ppfasting il 31/10/09 alle 19:36 via WEB
Ciao Mario.. E' uno schifo. Hanno massacrato questo ragazzo x pochi grammi di droga leggera ed è questo l'andazzo che gira come una trottiola impazzita in questo paese.Io credo che le forze dell'ordine si sentino autorizzate a qualsiasi strappo delle regole civile grazie ai messaggi che questo governo manda continuamente.Gli immigrati, i froci,i tossici,i disperati,i poveri, per questo governo sono soltanto una puzza che va tolta.Infierire su di loro è la cosa più facile di questo mondo e nel farlo si sentono uomini.Mentre fanno questo la mafia e la criminalità organizzata, che ha reso schiavo della droga quel ragazzo, ha tutti i portoni aperti con l'approvazione del governo.
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/09 alle 21:15 via WEB
VAI ALLA RICOSTRUZIONE

DOBBIAMO ATTENDERE SPERANDO CHE CI FACCIANO CONPRENDERE COSA E' AVVENUTO.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/09 alle 21:31 via WEB
(ANSA) - ROMA, 31 OTT - Il ministro della Giustizia Alfano riferira' martedi' in Senato sul caso di Stefano Cucchi. Lo riferisce il Pd. La presidente del gruppo Pd Anna Finocchiaro dichiara di essere soddisfatta che ''il governo abbia accettato la nostra richiesta'' di riferire urgentemente in Parlamento in merito alle cause della morte in carcere di Cucchi. Il capogruppo del Pdl al Senato, Gasparri aggiunge: ''Si faccia luce su questa morte''.
(Rispondi)
 
 
 
nausychaa
nausychaa il 31/10/09 alle 23:23 via WEB
Non vi è mai capitato di parlare con una guardia caceraria? A me si. Una persona marcatamnte di dx che di umano possiede ben poco... Non volendo generalizzare, voglio pensare (ma faccio fatica a farlo) che la peggiore Guardia Carceraria del nostro paese, l'abbia incontrata io. ...
(Rispondi)
 
tiger_papier4ever
tiger_papier4ever il 01/11/09 alle 01:27 via WEB
ve lo ricordate il caso Aldrovandi? Un ragazzo che venne ammazzato di botte..non si sa perchè non si sa per cosa e i testimoni sono stati fatti tacere..ufficialmente si è fatto male da solo in preda ad una crisi..ma di che tipo di crisi? Guardate nel web e scoprirete che Cucchi è purtroppo uno fra i tanti che hanno subito violenza dalle guardie...questo mi fa tornare in mente la macelleria messicana del g8 2001 e molti, troppi sono così ignoranti da credere che la colpa fosse di quei poveri cristi che vennero picchiati e torturati solo per essere stati presenti in quella piazza e qui concludo perchè altrimenti la rabbia mi sale troppo..un abbraccio a te Mario e anche a Lillycat! ^___^
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lillianaconda il 01/11/09 alle 18:31 via WEB
...che la rabbia non smetta mai di crescere cosicché non smettiamo mai di indignarci: è il solo modo per resistere e per continuare a combattere.... un abbraccio a te Tiger=^_^= ..... @
(Rispondi)
 
voiomanoposo
voiomanoposo il 01/11/09 alle 01:52 via WEB
miei cari amici, e' inutile negare, fatti come questo succedono di continuo ma l'omerta' sia del potere, indifferente il colore, tutti hanno paura a toccare le forze di Polizia, tanto che pronunciano la solita frase ... abbiamo fiducia nelle forze di polizia ...., quella dei midia, che se ne guardano bene di puntare l'indice, che naturalmente delle alte sfere del corpo in questione, come al solito o insabbieranno lentamente il caso, o come dice l'amica Tiger, colpevolizzeranno il primo imbecille che hanno sotto mano. La polizia brutale, non e' mica una novita', è che in una nazione di memorie cortissime, sembra sempre come fosse la prima volta, ma qualcuno, si ricorda di un certo Pinelli? voi continuate pure a dare fiducia alle divise, io l'ho persa appena ho cominciato a ragionare!
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lillianaconda il 01/11/09 alle 18:28 via WEB
Purtroppo la ricordo a memoria: Quella sera a Milano era caldo/ ma che caldo, che caldo faceva,/ "Brigadiere, apri un po' la finestra!",/ una spinta ... e Pinelli va giú./ "Sor questore, io gliel'ho giá detto,/ le ripeto che sono innocente,/ anarchia non vuol dire bombe,/ ma uguaglianza nella libertá". / "Poche storie, confessa, Pinelli,/ il tuo amico Valpreda ha parlato,/ é l'autore di questo attentato/ ed il complice certo sei tu". / "Impossibile!", grida Pinelli,/ "Un compagno non puó averlo fatto/ e l'autore di questo delitto / fra i padroni bisogna cercar"./ "Stai attento, indiziato Pinelli,/ questa stanza é giá piena di fumo,/ se tu insisti, apriam la finestra,/ quattro piani son duri da far"./ C'e' una bara e tremila compagni,/ stringevamo le nostre bandiere,/ quella sera l'abbiamo giurato,/ non finisce di certo cosí./ E tu Guida, e tu Calabresi,/ se un compagno é stato ammazzato,/ per coprire una strage di Stato,/ questa lotta piú dura sará./ Quella sera a Milano era caldo/ ma che caldo, che caldo faceva,/ "Brigadiere, apri un po' la finestra!",/ una spinta ... e Pinelli va giú./--- r ricordo anche che al'epoca il "giovane" Dario Fo scrisse un'opera teatrale dal titolo “Morte accidentale di un anarchico”. =^J^= ... @
(Rispondi)
 
superciro33
superciro33 il 01/11/09 alle 18:32 via WEB
nn ci possono essere parole x valutare la gravità del caso.alla vista delle foto un senso di rabbia e di repulsione mi ha saalito,ma ancor + la difesa GRATUITA del ministro della difesa,che senza conoscere lo svolgersi della tragedia,ha espresso tutta la sua solidarietà x i militari dell'arma.forse in quell'intervista nn ha ricordato di cosa sono capaci gli esseri "deviati" che ne fanno parte.se avesse riflettuto si sarebbe ricordato del marciume organizzato dai 4/5 carabinieri nell'affaire marrazzo!questi episodi "massacrano"la fiducia che bisognerebbe avere nelle forze dell'ordine troppo deviate a dx!tutti i fatti iniqui e vergognosamente esecrabili si susseguono da troppo tempo e forse sarebbe necessario un ministro che agisse super partes e svolgesse indagini + approfondite x "depurare" l'ambiente dalle troppe mele marce.inoltre dovrebbe essere fatta giustizia sulle frasi irriguardose,supponenti e pericolosissime del capo del governo:ANCHE SE CONDANNATO NN MI DIMETTO!solo un dittatore( E FORSE NEANCHE!)si sarebbe permesso di fare tale dichiarazione.stiamo attraversando un periodo di nichilismo che deturpa la coscienza degli onesti!basta violenza e fine inverecondo dell'attuale governo.
(Rispondi)
 
shineon67
shineon67 il 01/11/09 alle 20:48 via WEB
disgustoso come nemmeno i medici del carcere sono pronti alla verità, a questo punto ci si può appellare alla giustizia?
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 01/11/09 alle 21:54 via WEB
(ANSA) - ROMA, 1 NOV - ''Le maggiori responsabilita' della morte di Stefano Cucchi sono dell'ospedale'', afferma il legale della famiglia del giovane detenuto. L'avvocato punta il dito sul personale: ''E' mai possibile che una persona possa sopravvivere 15 giorni con due vertebre rotte? - si chiede - Dicono che Stefano rifiutava il cibo e le bevande, mi chiedo perche' non sia stato intubato''. Domani i genitori andranno dal pm e sempre domani e' previsto il conferimento dell'incarico ad altri tre medici legali.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/11/09 alle 12:22 via WEB
(ANSA) - ROMA, 1 NOV - ''Durante il ricovero all'ospedale Sandro Pertini i medici del reparto hanno curato con attenzione e professionalita' Stefano Cucchi.'' Lo afferma il direttore sanitario della Asl Roma B, D'Urso, segnalando, nel contempo, ''un atteggiamento scarsamente collaborativo alle cure''. Sul quadro clinico del giovane, il dirigente afferma che ''gli accertamenti radiografici al Pertini hanno confermato la presenza delle fratture, gia' accertate al pronto soccorso dell'ospedale Isola Tiberina''.
(Rispondi)
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/11/09 alle 12:24 via WEB
(ANSA) - ROMA, 2 NOV - Sulla riforma della giustizia cerchiamo un'intesa con l'opposizione, ma in caso contrario faremo da soli: cosi' il guardasigilli Alfano. 'Abbiamo anche un dovere - sottolinea- fare quel che abbiamo promesso gli elettori. Quindi - aggiunge - di fronte al bivio tra la paralisi perche' l'opposizione non vuole riforme e fare quanto promesso noi sceglieremo di procedere'. Poi sul caso Cucchi, il detenuto morto in circostanze poco chiare: il governo vuole la verita', inchieste rapide.
(Rispondi)
 
superciro33
superciro33 il 02/11/09 alle 09:31 via WEB
di chi ci si può fidare?siamo certamente dinanzi ad un periodo antistorico dove la violenza di chi si reputo + fortee si fa scudo con la divisa che indossa,come se fosse permesso ogni atto ignobile e di terrore.chi,quando fermato da una pattuglia militare,nn ha provato un senso di soffuso disagio?e dinanzi a contestazioni di infrazioni nn fatte ha dovuto soffocare le proprie motivazioni x "paura" di provocare sanzioni + "feroci"?si il cittadino è "nudo" dinanzi alla divisa e se il militare "soffre" di potenza il disagio aumenta a dismisura.è necessario che gli italiani si liberino di questo governo e le istituzioni ritornino ad esercitare la loro funzione etica educativa e nn repressiva.sogno o son desto?
(Rispondi)
 
angeligian
angeligian il 02/11/09 alle 09:48 via WEB
Non so, Mario, non ho seguito questa vicenda. Certo é strano che i genitori abbiano visto uscire il figlio in buona salute e una settimana dopo l'hanno ritrovato morto pieno di ecchimosi, con costole rotte ecc. E, dato il tipo di lesioni, sembra anche strana la caduta dalle scale di cui ha parlato il ragazzo stesso. Lo sappiamo tutti quello che succede quando sei tra le mani delle forze dell'ordine (prima e dopo Pinelli, in Italia e all'estero), o quando convivi con delinquenti e assassini incalliti. Vedremo l'esito delle indagini, certo é che non vorrei provare mai lo strazio di quei genitori
(Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/11/09 alle 11:04 via WEB (Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/11/09 alle 16:04 via WEB
'Non si può massacrare un detenuto davanti a tutti. Si deve massacrare di sotto'. La Procura di Teramo apre un'inchiesta sulle voci registrate di due guardie carcerarie che discutono le modalità di pestaggio.
Fonte 'La città' di Teramo

TERAMO, 2 NOV. - Il nastro contenente una conversazione tra due agenti della polizia penitenziaria di Teramo viene inviato al giornale locale La Città di Teramo, accompagnato da una lettera anonima che ci svela che il pestaggio dei detenuti è una 'prassi' consolidata, con le sue regole da rispettare.
'Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto. Un detenuto non si massacra in sezione, si massacra sotto...'.
Frasi spaventose che nei giorni della morte di Stefano Cucchi risuonano come verità inammissibili.
Il pestaggio dei detenuti nelle carceri italiane è veramente un atto di 'normale' amministrazione?

Venuta in possesso del nastro, la deputata Radicale-Pd Rita Bernardini, membro della commissione Giustizia, ha rivolto una interrogazione parlamentare al ministro Alfano: "se questi corrispondano al vero e di promuovere un'indagine nel carcere di Castrogno di Teramo per verificare le responsabilità non solo del pestaggio di cui si parla nella registrazione, ma anche se la brutalità dei maltrattamenti e delle percosse sia prassi usata dalla Polizia Penitenziaria nell'istituto'. Questa mattina la Bernardini, personalmente, si è recata presso il carcere per una visita.

Intanto la Uil, dal canto suo, chiede chiarezza e verità anche a tutela della professionalità e dell'impegno quotidiano della polizia penitenziaria di Teramo.

'Noi possiamo solo affermare - sottolinea la segreteria regionale del sindacato - che la violenza gratuita non appartiene alla cultura dei poliziotti penitenziari in servizio a Teramo che, invece, pur tra mille difficoltà hanno più volte operato con senso del dovere, abnegazione e professionalità. Ciò non toglie che la verità vada ricercata con determinazione e in tempi brevi. Noi vogliamo contribuire a questa ricerca impedendo, nel contempo, che si celebrino processi sommari, intempestivi e impropri'.

Un altro aspetto della polemica riguarda il sovraffollamento: un istituto che potrebbe ospitare al massimo 250 detenuti, ne conta invece 400. Un solo agente per sezione che durante la notte deve sorvegliare più di 100 detenuti.

Probabilmente la morte del geometra trentunenne di Roma, quella che sembra una situazione 'sfuggita di mano', potrebbe aver scoperchiato un abisso che rischia di inghiottire la gestione delle carceri italiane in toto.

ASCOLTA L'AUDIO - CHOC
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angeligian
angeligian il 05/11/09 alle 09:42 via WEB
Guarda, Mario, a me dispiace soltanto che sia successo a quel povero ragazzo, un povero innocente, di subire quei maltrattamenti che - si sa - i poliziotti, i secondini, ecc. praticano da sempre. Non mi dispiace affatto per contro che tali violenze siano dirette a pedofili, assassini e ladri. Per me il carcere deve essere un luogo di pena, non di rieducazione. Che ti vuoi rieducare quando hai a che fare con mascalzoni incalliti che fanno della delinquenza uno stile di vita? Anzi, a me sembra che sti carcerati siano trattati fin troppo bene. Fosse per me li manderei tutti ai lavori forzati, altroché televisione, teatro, cameretta singola, pc, e permessi premio almeno, con quello che ci costano, risparmieremmo un bel po' di quattrini e la strozza se la guadagnerebbero con il sudore della fronte! E per quanto riguarda l'affollamento delle carceri un rimedio c'é: impicchiamoli tutti ... vedresti tu quanto spazio ... eheheheh. Vabbé, io gioco (ma mica tanto). Un sorriso e un saluto affettuoso ...
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 02/11/09 alle 19:34 via WEB
Audio shock dal carcere di Teramo Il comandante ammette: 'La voce è mia' Il comandante delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi ammette che è sua una delle voci al centro dell'inchiesta partita da una lettera anonima e da una registrazione illegale. In carcere sono arrivati anche gli ispettori del ministero della Giustizia che hanno identificato il detenuto picchiato. L'uomo non vuole però per il momento sporgere querela. di Lorenzo Colantonio

TERAMO. 'La voce del cd è mia, ma non mi riferivo a un pestaggio. Ero mosso dalla rabbia e forse ho usato termini forti. In realtà c'era stato solo un richiamo degli agenti ai detenuti dopo un'aggressione da parte di questi ultimi alle guardie'. Il comandante delle guardie penitenziarie di Teramo Giuseppe Luzi ammette, si difende ma non spiega tutto.

Sono le 15 di oggi quando la parlamentare radicale Rita Bernardini e il segretario della Uil Penitenziari Eugenio Sarno escono dall'istituto penitenziario di Castrogno al centro di un caso nazionale sul presunto pestaggio a detenuti e danno la svolta alla vicenda.

I due riferiscono il colloquio avuto poco prima con il comandante. Dicono che lui ha ammesso. E' sua la voce al centro dell'inchiesta partita da una lettera anonima e da una registrazione illegale. La voce che dice: «Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?». Risposta: «Io non c'ero, non so nulla...». Ma l'altro incalza: «Ma se lo sanno tutti?... In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto... Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto». Non c'è però alcun riferimento ai nomi di chi parla.

Nel pomeriggio anche gli ispettori inviati dal ministro Alfano sono arrivati nel carcere di Teramo. Il primo atto eseguito è stato quello di identificare il detenuto picchiato dall'agente. Lo hanno fatto, ma il detenuto non vuole per ora sporgere querela.

Il sostituto procuratore, David Mancini, aveva disposto l'acquisizione del compact disc. Lo stesso pm, ieri, aveva ordinato anche una perizia fonica sul cd. Ma l'ammissione del comandante Luzi la rende inutile.

E' un carcere che scoppia di detenuti quello di Teramo: oltre quattrocento, a fronte di 180 agenti. E' un carcere dove negli ultimi due mesi si sono verificati un suicidio, due tentati suicidi e quattro aggressioni nei confronti delle guardie. Ed è in quasto clima di veleni che si inserisce la vicenda del cd anonimo che accusa gli agenti di essere a loro volta dei picchiatori.

Nella registrazione audio - catturata con un cellulare - è chiaramente udibile il colloquio, agitato, tra due persone. Ancora più grave, sarebbe la contestazione di aver pestato il detenuto dinanzi a un altro carcerato, dunque testimone dell'accaduto. Ma il comandante afferma che non c'è stato alcun «massacro». La registrazione è stata recapitata al quotidiano Il Centro in una busta, a mezzo servizio postale, con una lettera di accompagnamento in cui l'anonimo si dichiara «un detenuto stanco delle vessazioni all interno del carcere».

Nella lettera che accompagna il cd, il sedicente detenuto scrive: «Qui qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così, è da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una guardia». Ma l'ipotesi più probabile è che, in considerazione del filtro per la posta in uscita, e del divieto di avere con sé telefoni cellulari, a registrare il colloquio sia stato in realtà un altro agente di polizia penitenziaria, in un clima di veleni. (02 novembre 2009)

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occhineri2005
occhineri2005 il 02/11/09 alle 23:01 via WEB
solo ,un augurio,una serena settimana ,Mario
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dolly.1
dolly.1 il 03/11/09 alle 01:05 via WEB
Indignazione e tanta rabbia. Queste sono le nostre carceri che dovrebbero educare e ridare un giusto equilibrio alla vita del carcerato. Massacrato di botte! Vergogna e sdegno.. Serena notte. Dolly
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 03/11/09 alle 16:26 via WEB
Roma, 3 nov. (Adnkronos/Ign) - "Si doveva evitare che morisse. Uno Stato democratico assicura alla giustizia e può privare della libertà chi delinque ma nessuno può essere privato del diritto alla salute". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano riferendo in Senato in merito al caso di Stefano Cucchi, il 31enne arrestato la sera del 15 ottobre scorso, perché trovato in possesso di stupefacenti, e poi deceduto all'ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre.

In quella settimana la famiglia di Stefano non riuscì ad avere notizie del ragazzo. ''Si è data applicazione - ha spiegato il ministro - all'accordo previsto dalle Asl secondo cui nessuna informazione può essere data a familiari e parenti senza l'autorizzazione del magistrato. Questo divieto può essere superato dall'autorizzazione firmata dal detenuto. Da quanto si evince dalla documentazione Stefano Cucchi ha firmato per non autorizzare alla diffusione delle informazioni sulle sue condizioni di salute ai familiari''.

Su questo caso la Procura indaga per omicidio preterintenzionale. ''Sia chiaro che ai cittadini tutti e alla famiglia Cucchi in modo speciale dovrà essere fornito ogni dettaglio di verità con la garanzia che eventuali responsabili dell'evento saranno chiamati ad assumersi le proprie responsabilità senza sconto'', ha assicurato il Guardasigilli.

Alfano ha anche ricordato che sono due i grandi filoni dell'indagine della Procura: ''Una riguarda le lesioni per accertare che siano accidentali o provocate e la loro eventuale efficienza causale rispetto alla morte. La seconda grande questione oggetto delle indagini è l'eventuale mancata alimentazione''.

''Secondo quanto riferito dal ministero delle Difesa - ha proseguito Alfano - la fase dell'arresto e quella della successiva perquisizione si sono svolte senza concitazione e senza particolari contatti fisici''.

Il Guardasigilli ha inoltre riferito che la morte, ''purtroppo, recita il virgolettato dei sanitari, è sopraggiunta in maniera improvvisa e inaspettata''. Il paziente, stando alle dichiarazioni dei sanitari, ''si è mantenuto sempre lucido ed è stato in grado di decidere''. Secondo quanto riferito dal ministero della Salute, inoltre, ha aggiunto Alfano, ''hanno deontologicamente rispettato la volontà del paziente''.

''Il governo è in prima linea per accertare la verità - ha infine assicurato il ministro della Giustizia - sentiamo il dovere di impegnare tutte le energie per accertare chi, anche con comportamenti omissivi, abbia portato a questo tragico evento''.

Da parte della famiglia, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato le parole di Alfano osservando, a proposito della mancata autorizzazione del ragazzo a dare informazioni sulle sue condizioni, che si aspetta ''di vedere questo documento e la sua firma. Non ne sapevo niente''. La donna ha quindi annunciato querela nei confronti dei medici del Pertini ''per le voci diffuse sul conto di mio fratello''. Quindi ha precisato che ''mio fratello non era un tossicodipendente semmai un ex tossicodipendente che si stava riabilitando''.

"E' assurdo pensare che con la schiena rotta, in quelle condizioni, Stefano Cucchi abbia firmato un documento simile'' ha dichiarato il legale della famiglia, l'avvocato Fabio Anselmo ai microfoni di CNRmedia. ''Se fosse anche vero, sarebbe stata necessaria una visita psichiatrica nei suoi confronti e i parenti dovevano essere comunque chiamati. Invito poi il personale dell'ospedale Pertini a ripensare a quanto dichiarato all'inizio di questa vicenda".
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 05/11/09 alle 12:45 via WEB
Cucchi, Fini alla famiglia 'Bisogna fare piena luce'

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha ricevuto, questa mattina a Montecitorio, i familiari di Stefano Cucchi, il ragazzo deceduto presso il reparto detenuti dell'ospedale Sandro Pertini di Roma.

Il presidente, nell'esprimere solidarietà e vicinanza ai familiari, ha auspicato che sulla vicenda, sulla quale non può cadere il silenzio, possa essere fatta al più presto piena luce, con l'accertamento di eventuali responsabilità. (05 novembre 2009)

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dolly.1
dolly.1 il 04/11/09 alle 18:22 via WEB
Caro Mario sento una grande rabbia e un grande sgomento per queste storie incredibili e piene di ferocia.. Mi chiedo se esiste ancora una giustizia.. Ciao amico io.. Dolly
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occhineri2005
occhineri2005 il 04/11/09 alle 23:08 via WEB
QUANTA CATTIVERIA IN TUTTO QUESTO,MA ORMAI SIAMO ABUATI A TUTTO,SONO STANCHISSIMA MARIO,MA TI RINGRAZIO..ANCORA HO LE FERITE APERTE,MOBBING,MOBBING E TUTTO PERCHE?PER UN BLOG O ALTRO,ANCORA NON LO SO,IGNORERO',HO IGNORATO...MI FERMO.GRAZIE MARIO
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Scout0dgl
Scout0dgl il 05/11/09 alle 00:08 via WEB
Sono contro ogno forma di violenza percui non posso che esprimere il mio sdegno per chi toglie la vita al proprio fratello ....buona serata ..Giò
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 05/11/09 alle 00:42 via WEB
In questo amaro caso appaiono emergere diverse anomalie metodologiche e di merito.
Ciò che ritengo non accettabile è l'interpretazione che si fa a posteriori delle norme da parte degli azzeccagarbugli degli organi appartenenti al potere costituito.
In tal caso è già tutto scontato: ha ragione il più forte! ..... e giustizia è fatta.

Questo minuscolo blog, come sanno i miei amici, è di approfondimento su pochi ma essenziali temi. Tutti i messaggi hanno alcuni caratteri in comune e saranno ripresi e sviluppati successivamente.

Ringrazio gli amici e chiedo scusa se non ritrovano sempre risposte personali. Questa è una regola che mi sono imposto sin dall'inizio in considerazione delle tipologie dei messaggi pubblicati. A parte il rilascio del post fatto da me, o da altro membro, per i commenti, quindi, mi pongo alla pari con tutti gli altri. Ritengo sia giusto che il lettore che, magari dopo qualche tempo, legge il post ed i commenti, possa farsi una sua opinione complessiva senza che pesi molto la presenza del padrone di casa. Chi è abituato ad interagire sempre con tutti i commentatori, non deve interpretare questo comportamento come forma di cattiva educazione. Grazie, Mario
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 06/11/09 alle 17:09 via WEB
ANSA - Caso Cucchi, a breve possibili avvisi di garanzia.

Si lavora per scoprire le cause del decesso e le presunte negligenze 05 novembre, 20:32

ROMA - Avvisi di garanzia nel quadro degli accertamenti sulla morte di Stefano Cucchi, il tossicodipendente deceduto il 22 ottobre scorso nell'ospedale Sandro Pertini, forse per le percosse subite dopo il suo arresto avvenuto il giorno 15 per detenzione di droga, potrebbero essere firmati a breve dal pm Vincenzo Barba, titolare degli accertamenti. Il magistrato sta lavorando su due fronti: il primo verte sulle cause della morte dell'uomo di 31 anni ed un importante contributo arriverà dall'esito della consulenza medico legale disposta per stabilire le cause del decesso e se questo sia stato provocato da lesioni. Per questa circostanza il pm procede per omicidio preterintenzionale.

Il secondo riguarda le presunte negligenze (ipotesi di lavoro l'omicidio coloposo) che si sarebbero verificate nel reparto penitenziario del Sandro Pertini. Alla luce delle versioni fornite dai detenuti che erano nella stessa cella di Cucchi a Regina Coeli, dei carabinieri che hanno avuto in custodia l'uomo dopo l'arresto e del personale della polizia penitenziaria, il magistrato avrebbbe raccolto elementi importanti per ricostruire i fatti. A questi si aggiungono quelli messi insieme dopo le audizioni dei responsabili e del personale del Sandro Pertini. Anche oggi il pm Barba ha proseguito le audizioni dei testimoni sentendo la versione di alcuni detenuti. In giornata il magistrato ha incontrato gli avvocati Fabio Anselmo e Dario Piccioni, legali della famiglia Cucchi, per fare un punto della situazione e per uno scambio di informazioni. "Sono molto soddisfatto - ha dichiarato Anselmo - del colloquio con il magistrato".
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 06/11/09 alle 17:19 via WEB
(ANSA) - ROMA, 5 NOV - Le foto di Stefano Cucchi, scattate al momento del suo arrivo in carcere, lo ritrarrebbero con lividi e segni rossi sul volto. Le tre immagini mostrano il detenuto in primo piano in posizione frontale e su entrambi i profili. Ha ecchimosi nella zona attorno agli occhi, segni rossi (simili a quelli di dita di una mano) sullo zigomo sinistro e sul collo dalla parte destra fin sotto l'orecchio. Le foto sarebbero tra la documentazione acquisita dalla procura nell'ambito dell'inchiesta.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 06/11/09 alle 17:16 via WEB
(ANSA) - ROMA, 6 NOV - Stefano Cucchi, deceduto il 22 ottobre all'ospedale Pertini di Roma, arrivo' il 16 ottobre al carcere Regina Coeli in condizioni critiche. E' quanto sostiene, sulla base dei referti medici, il direttore del carcere romano Mauro Mariani, ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che ha aperto un'inchiesta sulla morte del giovane. Per Mariani ''in nessun momento della permanenza del ragazzo nell'istituto penitenziario ci sono mai stati punti oscuri'.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 07/11/09 alle 19:22 via WEB
‘Non si può morire così’: commozione e rabbia al corteo per Stefano Cucchi
Marco Santopadre, Radio Città Aperta
07-11-2009/18:19 --- Commozione e rabbia al corteo organizzato dai centri sociali e da alcune organizzazioni della sinistra a Roma per chiedere "Verità e giustizia per Stefano Cucchi", il ragazzo morto in ospedale il 22 ottobre a causa del pestaggio al quale è stato sottoposto in uno dei tanti passaggi nelle mani degli apparati di sicurezza dello Stato a partire dal suo arresto una settimana prima.
Quasi duemila persone hanno sfilato per le vie del quartiere di Tor Pignattara dietro lo striscione d'apertura che recitava: "Non si può morire così. Basta vite spezzate dalla violenza dello Stato". I manifestanti sono partiti a metà pomeriggio da via dell'Acquedotto Alessandrino nel quartiere popolare di Tor Pignattara diretti a via Ciro da Urbino, dove abitava Stefano Cucchi insieme alla sua famiglia. Qui, sul portone del palazzo, i condomini hanno messo uno striscione con le foto del giovane morto il 22 ottobre e la scritta: "Stefano, il tuo sorriso rimarrà impresso per sempre nei nostri cuori". Nel corteo tanti ragazzi, immigrati e gente del quartiere. Un corteo senza musica, rotto solo dagli interventi degli amici che si sono succeduti su un piccolo camion dotato di impianti di amplificazione. "E' stato ucciso dallo Stato - ha gridato uno dei manifestanti - è l'ennesima vittima della stagione della repressione italiana". «Dopo Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino e Carlo Giuliani Stefano è l'ennesima vittima dello Stato - gridano i manifestanti - e chissà quanti altri morti ci sono stati di cui non conosciamo il nome». Nel corso del corteo è stato distribuito un volantino che riprende una nota canzone di Fabrizio De Andrè: «Non mi uccise la morte ma due guardie bigotte. Per Stefano Cucchi ucciso dallo Stato».
"Mio fratello non è un eroe ma una vittima - ha detto Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, all’arrivo del corteo mentre da casa scendevano anche i genitori, Giovanni e Rita - ma questo non giustifica quello che gli è accaduto e perciò chiediamo giustizia. Nonostante gli sbagli e le fragilità non meritava di finire così in solitudine la sua breve vita. Quello che chiediamo è che altre persone non debbano passare quello che ha passato Stefano". Ad attendere i manifestanti c'erano anche diverse decine di amici, conoscenti e vicini di casa. Al loro arrivo un fragoroso applauso è risuonato per diversi minuti. "Era un ragazzo normale - ha raccontato Federica, una conoscente del quartiere - l'hanno messo in prigione per due canne ed è uscito morto. Tutto questo non può rimanere impunito". "Stefano è stato ucciso - ha continuato a gridare un manifestante al megafono - E' passato dalla Stazione dei carabinieri di Tor Sapienza e loro non sono stati, è passato per Regina Coeli e loro non sono stati, è passato per il tribunale e non sapevano niente e alla fine è morto in un letto dell'ospedale Pertini".
Dopo l’intervento di Ilaria Cucchi il corteo ha proseguito il suo percorso per le vie del quartiere e la tensione è di nuovo aumentata, dopo che prima della partenza alcune bottiglie erano state lanciate contro alcune camionette delle forze di sicurezza presenti in forze mentre alcuni manifestanti gridavano slogan contro ‘lo Stato di Polizia’. Quando al termine del corteo i poliziotti sono stati di nuovo bersagliati dal lancio di oggetti hanno reagito sparando numerosi lacrimogeni e lanciandosi in violente cariche contro i manifestanti che stavano già allontanandosi dal luogo della manifestazione. A quel punto alcuni giovani si sono difesi rovesciando e incendiando alcuni cassonetti in mezzo a Via di Torpignattara e creando delle vere e proprie barricate in diversi punti che hanno ostacolato le ulteriori cariche dei reparti mobili della Celere. Intorno alle 18 dopo mezz’ora di scontri e scaramucce la situazione è tornata alla normalità. Fonte: http://www.radiocittaperta.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2544&Itemid=9
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ppfasting
ppfasting il 08/11/09 alle 18:56 via WEB
Ciao Mario, ero li' alla manifestazione ed ho seguito tutti gli scontri tra la polizia e i dimostranti un po più incazzati.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 08/11/09 alle 22:17 via WEB
(ANSA) - TERAMO 8 NOV - Il ministro Alfano ha sospeso dal servizio, in via cautelativa, il comandante della guardie penitenziarie del carcere di Castrogno, a Teramo.Giovanni Luzi e' coinvolto in un'inchiesta della magistratura teramana su un presunto pestaggio di un detenuto. La conferma giunge dal segretario del Sappe, Donato Capece. L'inchiesta nasce da un cd recapitato al direttore del quotidiano La Citta', in cui qualcuno ha riversato l'audio catturato con un telefonino che costituirebbe testimonianza del pestaggio.
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 09/11/09 alle 13:34 via WEB
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Incongruenze nei moduli di accesso in carcere. Il resoconto delle ultime ore di vita.
Alla volontaria che lo vede prima di morire chiese di vedere il cognato.
Caso Cucchi, il giallo dei referti sulle cartelle cliniche correzioni e aggiunte.
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italianoinattesa1
italianoinattesa1 il 13/11/09 alle 10:49 via WEB
Minacce di morte sul cellulare di Giovanardi. Decine gli interrogatori Ignazio Marino: ci sono alcune contraddizioni dalle audizioni dei mediciCucchi, spunta un video delle celle altri detenuti denunciano il pestaggio di CARLO PICOZZA e MARINO BISSO

ROMA - Ora ci sono le immagini dei movimenti del giovane e dei suoi accompagnatori nelle celle del bunker del tribunale dove sarebbe avvenuto il pestaggio. E oltre al supertestimone che ha assistito alle botte, due detenuti, anch'essi immigrati, hanno visto e sentito. Poi ce ne sono altri che hanno raccolto le confidenze di Cucchi sull'aggressione subita e accusano, in modo discordante, agenti carcerari e carabinieri.

La Procura vuole ascoltarli tutti in sede di incidente probatorio per dare valore di prova alle loro dichiarazioni. I pm hanno sentito una cinquantina tra agenti penitenziari, carabinieri e medici: per una decina di loro oggi arriverà un avviso di garanzia.
Le accuse: omicidio preterintenzionale e omicidio colposo. Ma per il pestaggio, il reato potrebbe cambiare in 'lesioni gravi' se i consulenti accerteranno che l'aggressione non sia all'origine della morte. In questi giorni i pm hanno annotato vuoti e incongruenze.

E contraddizioni sono state ascoltate, anche dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sanità. Molte e vistose. Tanto che il presidente Ignazio Marino ha deciso di continuare a porte chiuse l'audizione dei medici. 'Abbiamo secretato gli atti', spiega Marino, 'di fronte a versioni contrastanti'. Intanto sul cellulare sono arrivate minacce a Giovanardi, dopo le sue parole, su Stefano Cucchi ('morto perché tossicodipendente'). (13 novembre 2009 VAI ALL'ARTICOLO
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italianoinattesa1
italianoinattesa1 il 13/11/09 alle 10:55 via WEB
L'inchiesta sulla morte di Cucchi. Il racconto: rivelò di essere stato picchiato la sera prima. Il sindacato di polizia penitenziaria: basta con il linciaggio.
Dagli agenti sospetti sui carabinieri Disse: guarda come mi hanno ridotto; VAI ALL'ARTICOLO di CARLO BONINI
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ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 13/11/09 alle 11:05 via WEB (Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 17/11/09 alle 00:17 via WEB (Rispondi)
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 29/11/09 alle 20:21 via WEB
Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro.Perchè parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l'aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine partita.I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flaggellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrazzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l'ambiente ben ventilato.Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato.
Da "Liberazione " di mercoledì 11 novembre 2009. di Erri De Luca
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