DALAI LAMA
Ci sono molte discrepanze tra come le cose appaiono e come sono in realtà. Una cosa non permanente può sembrare permanente. Anche le fonti di dolore, come gli eccessi alimentari, la sigaretta, la vita di coppia, talvolta paiono fonti di piacere, ma a lungo andare non lo sono affatto. Ciò che in ultima analisi porta alla sofferenza non viene visto per quello che è davvero, ma viene scambiato per una via verso la felicità. Sebbene vogliamo la felicità, a causa dell'ignoranza non sappiamo come ottenerla; sebbene non vogliamo il dolore, a causa della comprensione erronea di ciò che lo causa ci adoperiamo per ottenere proprio le cause del dolore.
Leggi qui.Tenzin Giatso
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Pensare di morire
Post n°4087 pubblicato il 22 Gennaio 2017 da grazia.pv
E' normale morire, ma pensarci tutti i giorni no. Io ci penso sempre e questo pensiero mi procura qualche fastidio. L'idea della morte l'ho sempre presa con filosofia, ci pensavo, ma non mi ossessionava. Dicevo: tutti dobiamo morire, prima o poi, è normale, l'importante è non soffrire. Ho sempre detto così ed è quello che penso ancora, però quest'idea della morte comincia a darmi un pò fastidio. Sarà la stagione fredda, saranno le notizie che giungono dai TG, ma davvero mi sento un pò depressa, in questi giorni, pur assumendo una pastiglia ogni mattina, che dovrebbe aiutare. E poi fatico ad addormentarmi la sera e non voglio prendere niente per dormire; verso le 2 o le 3, mi alzo e prendo 5 gocce o più di un ansiolitico, che mi ha prescritto il medico e, finalmente, riesco a prendere sonno; peccato che poi dorma anche la mattina. Insomma, basta! Mi alzo, faccio colazione, fumo una sigaretta e comincio a fare le pulizie, il solito tran tran. Poi accendo la TV e mi deprimo, ecco. Tutte quelle notizie di disgrazie, tutte quelle persone che soffrono per il terremoto, per la valanga, i soccorritori che scavano continuamente e ogni tanto estraggono qualcuno che non ce la fa. Che strazio! E noi siamo in casa al caldo e abbiamo di che mangiare, quando c'è chi non ha niente da mangiare e con cui ripararsi dal freddo, poveretti che dormono all'aperto, immigrati che rischiano la vita per cercare di vivere, bambini che attraversano il mare da soli e vengono qui e non sono accolti, anzi, sono odiati, come se fosse colpa loro essere nati in paesi disastrati, come se fossero colpevoli di essere di un colore diverso dal nostro. Che mondo! Non lo sopporto più. La gente si odia, non sa che dovremo morire tutti, ricchi, poveri, bianchi e neri. Mio marito mi guarda e dice che non devo preoccuparmi e che devo essere serena, come lui. Già. Come se fosse facile. Adesso vado a leggere un libro sulla storia della mia città e anche quello non è che mi rallegri molto. Voglio un cane. |
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il 28/04/2020 alle 17:00
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il 23/12/2018 alle 21:33
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