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Grapewine

"Ogni momento accade due volte: all'interno e all'esterno, e sono due storie diverse" (Cit).

 

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Storie di ordinaria pazzia

Post n°434 pubblicato il 10 Luglio 2013 da ansa007
 

- Valentinooo? Valentinooooo??? Oh Grazie! ...Valentì? -.
L'uomo mal vestito si siede sul posto appositamente ceduto da un ragazzo che era appena salito, seguito dalla scia del
cattivo olezzo che lo circonda.
- Ma Valentiiiiiinoooo dove sei? Oddio mio, sparisci sempre! Te l'avevo detto che dovevamo prendere questo autobus, che
pazienza che ci vuole con te -.
Serio, guarda un punto fisso nel vuoto e continua a chiamare il fantomatico Valentino. La gente intorno cerca di capire chi
sia Valentino, ma lui non c'è. Espressioni miste fra ilarità, rassegnazione, sgomento. Gente che scuote la testa, chi sorride nascondendosi, chi invece guarda la scena perplesso, senza dire una parola. Intorno a lui il vuoto.
- Valentino, ora devo tornare indietro per colpa tua, mannaggia a te e che non mi segui! -. E pacatamente, s'avvicina
all'uscita con le sue Nike farlocche, sporche e logore, i suoi vestiti eccentrici e decisamente poco adatti al clima afoso e scende alla fermata successiva, su piazzale del Fiocco. L'olezzo no, resta a farci compagnia.
Il giorno dopo alla stessa fermata dell'autobus sale un altro uomo, questa volta vestito di bianco in modo molto
artificioso. Fuori ancora una volta afa. Lui indossa uno smanicato bianco di quelli imbottiti con delle maniche lunghe ricavate forse da un paio di pantaloni recisi, malamente ricucite e tagliate a rombi. Un pantalone coordinato in bianco con una gamba più corta dell'altra, anch'esso artigianalmente tagliato a rombi e bucherellato in più parti. Ai piedi crocs bianche, capelli radi con riporto, alla testa una fascia bianca con una piuma legata. Un aspirapolvere anch'esso bianco a tracolla insieme ad una sorta di arco con le frecce, rigorosamente candide. Si fa liberare il posto riservato agli anziani facendo alzare una peruviana che si era appena seduta (attenzione, a Roma i sudamericani sono quelle persone capaci di fare capriole in aria pur di accaparrarsi un posto libero in autobus, quindi solo per questo D'Artagnan merita un premio!).
Io ero appoggiata accanto all'obliteratrice, vedo l'uomo sedersi a meno di mezzo metro da me e decido di andare all'altro
lato dell'autobus, senza respirare. Questa volta non so se l'aria si sia intrisa o meno di quella tipica aria che circonda le persone palesemente poco pulite, nel dubbio ho trattenuto il respiro e sono andata.
Tempo di sedersi l'uomo preme il tasto della fermata, si rialza e scende anche lui a piazzale del Fiocco in religioso
silenzio. Ancora mi chiedo se l'aspirapolvere servisse per ripulire Villa Borghese o l'umanità dai mali del mondo.
Ancora una volta oggi pomeriggio, intorno le 14.05 sono alla stessa fermata dell'autobus, piazzale Flaminio. Mi guardo
intorno, ci sono a malapena una decina di persone. Sole fortissimo e ancora una volta afa. Nessuna persona sospetta. Sembra andare tutto liscio quando...a piazzale del Fiocco sale una donna con il caschetto, occhialoni immensi che però non coprono le sue sopracciglia malamente disegnate ed i suoi pantaloni in stile Hawaiano. Un ragazzo, notando che non è giovanissima, le cede il posto, lei ringrazia: - Grazie tesoro, sappi che ti amo. Ti amo dall'anima, ti voglio proprio bene! -.
Qualcuno sente la signora e la fissa con tanta curiosità.
L'autobus arriva all'incrocio con via Veneto, si ferma al semaforo. La signora colorita osserva fuori dal finestrino ed
ecco il monologo: - Giuliana corri! Corri che ce la fai! No Giuliana fai presto prima che arriva il rosso, dai che l'altro lato del marciapiede è vicino! -. Si rivolge poi al "pubblico", fissando anche lei un punto nel vuoto: - Ecco, la verità è che Giuliana non aveva proprio voglia di attraversare. Ecchisenefrega, rimane là, ciao eh, ciaociao!!! -.
Ancora una volta c'è chi è perplesso, chi sorride alle spalle della signora, chi scrolla la testa. La signora poi è scesa
alla fermata successiva.

I pazzi sono degli esseri affascinanti. Fanno paura perchè sono imprevedibili. Possono far ridere, possono spaventare, destano tanta curiosità ed attenzione. Dai pazzi ti aspetti di tutto: se sono nei paraggi cerchi di fare attenzione, di non incrociare il loro sguardo, di evitare qualsiasi tipo di provocazione o di contatto. Ti fai i fatti tuoi e li eviti. Non ci si può fidare di un pazzo, è chiaro. Non sappiamo cosa gli passa per la testa per cui siamo psicologicamente preparati a tutto, non ci meraviglierebbe qualsiasi tipo di comportamento. Li riconosci dall'eccentricità dell'abbigliamento, dal loro bisogno di farsi notare, di non restare inosservati. Non sono in grado di essere anonimi. Si riconoscono e la loro gioia è far sapere agli altri che esistono, che anche loro sono vivi e si muovono fra noi.
"Il folle è l'Innocente giunto alla sua massima evoluzione, la base istintuale della nostra natura interiore indomita e incontrollabile, la forza dell'Es, l’aspetto vitale e dirompente del bambino che vive il gioco, la sensualità, la fisicità, che corre, ride, piange inconsapevole della morte e del senso del limite. Senso del caos e dell'entropia, energia amorale, anarchica, incontenibile, desiderio di fare e provare ogni cosa, percezione della pluralità e dell'indifferenziazione della psiche." Cit.

Io i pazzi li adoro perchè sono le uniche persone che banalmente e paradossalmente puoi prevedere, nella loro imprevedibilità.
Ho paura delle persone razionali, delle persone equilibrate, dei saggi. Di chi dispensa consigli a destra e a manca senza aver mai vissuto veramente la vita. Di chi si crede superiore al mondo perchè agisce senza avere bisogno di dare spiegazioni delle sue azioni (o  magari perchè nella sua perfezione delle azioni pecca di spocchia) a chi forse, proprio estraneo non è. Di chi si sa ben mimetizzare. Di chi è disperato e resta nell'ombra a meditare, ad aspettare il momento giusto per attaccare e quando colpisce fa male davvero.
Di chi ti azzera inconsapevolmente le difese, di chi si dichiara "di famiglia".
Ecco...tutto questo per sottolineare che io oggi non mi fido più di nessuno, nemmeno della mia ombra e che ho paura delle persone "normali".

Perchè nulla è più sicuro del vuoto che il folle crea attorno a sé.

 
 
 
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CHI SONO

SMM | Storyteller | Web Content Editor

Racconto storie. 
Curiosa, amo la formazione continua, avere obiettivi da raggiungere.
Ho due passioni: la comunicazione digitale e l'audiovisivo
Amo l'arte, la musica, il teatro, gli eventi culturali, le performance live e gli spettacoli televisivi.
Scrivere, fotografare, il cinema, creare con l'audiovisivo, sperimentare.

ansa007 perchè è il mio primo nickname, quello utilizzato ai primi approcci con il web, quando l'ADSL non esisteva ed io avevo circa 15 anni. ansa perchè sognavo di fare la giornalista, 007 perchè volevo farla "in incognito"...sì stupide fantasie adolescenziali :)

Oggi non uso più questo user se non per alcune iscrizioni effettuate nel tempo, scrivo qua e là, ma sono rimasta affezionata a questo spazio che aggiorno solo quando sento di scrivere pensieri a cui ho bisogno di dare una forma.

Quando posso mi piace spulciare gli ultimi post pubblicati dai blogger di Libero e commentare quelli che, con i loro post, mi regalano qualcosa...come spero di fare anch'io con questi brevi spunti.

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