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Una persona una volta mi ha detto: "Gio a me piace donare un sorriso alle persone, il sorriso è contagioso, tu pensa se tutti noi sorridessimo, pensa a come sarebbe il mondo se tutti noi avessimo dipinto sul volto un sorriso".... Beh, con mio grande stupore ho provato sulla mia pelle una sensazione meravigliosa legata appunto ad un semplicissimo sorriso. Questa persona aveva ed ha ragione! Un giorno, passeggiando come al solito lungo una pista ciclabile, ricevo un messaggio che mi ha donato un sorriso immenso. Questo sorriso è rimasto sul mio volto per lungo tempo e mentre passeggiavo, le persone che mi guardavano hanno a loro volta sorriso... Il sorriso è contagioso, è vero e dona serenità alle persone che lo ricevono e che a loro volta lo donano. Non abbiate paura di sorridere, di donare il vostro sorriso agli altri. Provate, poi ditemi come vi siete sentiti.

 

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Il mio Leo!

Post n°169 pubblicato il 28 Giugno 2010 da giostella2
 

Il mio Leo …
Lo adoro e mi fa morire dal ridere …
Eh si, credo che ormai sia come un figlio!
Se solo ripenso ai discorsi che mi ritrovavo a fare con le persone che avevano degli animali in casa, mi viene da sorridere al ricordo del mio volto incredulo dopo aver sentito: “Quando hai un animale a casa diventa proprio come un figlio … Non tieni per niente conto della sua vera natura, lo tratti proprio come tratteresti tuo figlio”. Già, sorrido a questo ricordo perché io, poi, non avevo solo un’espressione divertita e stupita, ma anche completamente incredula.
Ed oggi mi rendo conto che quelle parole erano vere!
Ogni sera quando rientro a casa, lo trovo lì ad attendermi. Riconosce perfettamente il rumore della mia auto e mi aspetta sempre allo stesso punto: dietro la porta che dal garage accede al piccolo corridoio antistante la gradinata che porta al primo piano. Ed ogni volta io puntualmente, nell’aprire quella porta lo schiaccio contro la parete. “Accidenti Leo, i gatti sono abitudinari, lo so perfettamente, ma perché ogni volta ti metti dietro sta cavolo di porta ad aspettare? Ti piace così tanto rimare schiacciato tra porta e muro? Te, mi sa che tanto furbo non sei!”
E’ il suo miagolio che richiama la mia attenzione. Ma non è affatto un miagolio di sofferenza. (Non è che davvero schiaccio il mio Leo tra porta e muro, anche se a volte mi capita che, in sovrappensiero, apro la porta con forza costringendolo a saltare indietro per non prendersela sul muso). Lui mi sta semplicemente salutando. Neanche il tempo poi di accendere la luce che già, come un sacco, si getta a terra, zampe e pancia all’aria in attesa della sua razione di coccole … e quel suo modo di gettarsi a terra, a peso morto, mi fa impazzire, mi fa tenerezza e mi emoziona anche e non fargliele, quelle coccole, è impossibile!
Mentre lo accarezzo e lo strapazzo, le sue fusa spezzano il silenzio di una casa vuota. Le sue zampe anteriori stringono il mio braccio e la sua lingua lecca la mia mano. Così lui mi ringrazia per le coccole che riceve. Poi dopo queste coccole è il momento del gioco. A cosa si gioca? Ma a nascondino, naturalmente.
Si, si proprio a nascondino, perché mentre io salgo su, lui si nasconde dietro il primo gradino.

Ci si mimetizza e devo ammettere che il colore del suo pelo lo aiuta davvero. Si vedono solo i suoi grandi e vispi occhi marroni e non si muove da lì fino a quando io non sono arrivata in cima, fino a quando non ho calpestato l’ultimo gradino. 


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Non è finita qui!
Io poi mi nascondo dietro il muro che separa le scale dalla sala da pranzo e quando finalmente lui non sente più alcun rumore, piano piano sale un gradino alla volta, nascondendosi sempre dietro ognuno di questi. Lo fa così lentamente che quasi mi stanco ad aspettarlo e se non fosse per quel campanellino appeso al collare che gli ho messo, neanche mi accorgerei del suo avvicinarsi lentamente.
Sa perfettamente dove sono nascosta , perché quando finalmente arriva sopra, con un rapido balzo mi salta addosso. Ed io come una cretina grido: “Bu’!” …
Leo mi guarda in modo strano, credo che non capisca il significato di quel mio grido.
E’ smarrimento quello che leggo nei suoi occhi, disorientamento e capisco così che sono veramente una cretina.
Poi penso: ‘Ma è possibile che i gatti giocano a nascondino? A me sta cosa è la prima volta che mi capita! … Sto micio è normale oppure no?!?’ …
Di nuovo, come un sacco, a peso morto, si butta a terra per un’altra dose di coccole. “Tu sei viziato Leo, se dipendesse da te io dovrei stare perennemente qui ad accarezzarti sto pancino bianco mentre tu con le fusa riempi di ‘grr grr grr’ tutta la casa!”
Ed anche questa sera, come tutte le precedenti Leo mi ha aspettata dietro quella porta. Si è buttato a terra. Ha avuto la sua dose di coccole, mi ha ringraziata al suo solito e abbiamo rigiocato a nascondino …
Ma questa sera, un piccolo particolare diverso, qualcosa di nuovo, qualcosa che mi ha fatto morire dal ridere …
So perfettamente che i gatti sono curiosi, ma la curiosità del mio gatto supera ogni limite ed io sono veramente convinta che Leo sia il gatto più curioso al mondo. Questa sua curiosità, stasera, ha superato anche quella che è la sua natura di felino. ...
In casa Leo può entrare in ogni stanza. L’ho viziato, non lo nego, gli permetto di fare tutto, ma ci sono tre stanze nelle quali assolutamente non voglio che entri e sono le tre stanze da bagno. L’ingresso lì per lui è severamente vietato e quando questo divieto non viene rispettato la piccola Gio urla come una matta. Tremano persino le mura della casa e Leo fugge terrorizzato.
Ovviamente lui, oltre che curioso, è pure un testone, così, da quando è diventato membro della famiglia le porte dei bagni sono perennemente chiuse.
C’è una porta, però, che lui se si intestardisce riesce ad aprire ed è quella scorrevole del bagno più grande. Come ci riesca io non lo so proprio, è pesante anche per me, senza contare poi che è ad incasso ed una volta chiusa bene non c’è nessuna fessura, nessuno spazio dove il micio possa infilare la sua zampa e spingere la porta … Comunque questa sera lui si è intestardito ed è riuscito ad aprire quella porta.
Dove ero io?
Eh eh eh. Il bello è proprio lì! …
Io ero dentro la stanza, perché dopo aver giocato con Leo, dopo averlo coccolato, l’ho lasciato in sala a giocare con i suoi giochi e sono salita perché avevo desiderio di farmi un bagno.
Quindi quando il gatto ha deciso che doveva assolutamente stare con me, io ero già dentro la vasca a godermi il mio bagno rilassante. A nulla son servite le mie urla con l’intento di spaventarlo e mandarlo via. Con le sue zampette, gratta che ti rigratta (non credo sia corretto scrivere così ma spero renda l’idea), è riuscito a spostare leggermente la porta creando una piccola apertura.
Poi ho visto spuntare la sua zampetta da quest’apertura e spingere la porta quel tanto che gli è bastato per poter infilarsi ed entrare. “Leo, vai via. Qui non ci puoi stare!” Gli ho gridato, ma per tutta risposta quel “Miao” dolce, con quegli occhietti fissi su di me … Ecco, mi stava implorando! “Accidenti a te Leo. Hai imparato anche come fregarmi vero? Sei fortunato perché se non ero dentro la vasca vedi come ti correvo dietro … Ma stai fermo lì e … non guardare ok?!?!!?”.
Sembra che mi ha capita, perché dopo che ho finito di parlare, lui si è allungato sul tappeto e ha iniziato a leccarsi e a stirarsi come usa fare.

Foto467

 

Così ho continuato tranquillamente a fare il mio bagno rilassante. Mi stavo insaponando i capelli quando all’improvviso me lo sono ritrovata sulla vasca. Ma questa volta non gli ho gridato. Ora la curiosa sono io e voglio vedere cosa deve fare, fino a che punto arriva la sua curiosità. Lo vedo intento ad osservare l’acqua. E’ troppo curioso, forse non ancora capisce che si tratta della sua più grande nemica! Ah ah ah.
Per capire quindi meglio, allunga una zampetta e la infila nell’acqua. Poi spaventato la ritira immediatamente e la scrolla, proprio come facciamo noi quando ci bruciamo o quando, appunto, infiliamo una mano nell’acqua che supera la temperatura che riusciamo a sopportare. Poi se la lecca, come se fosse ferita. Ma la cosa deve essergli piaciuta perché lo vedo infilare nuovamente la zampa nell’acqua e questa volta con fare più deciso … la ritira fuori e la lecca di nuovo … poi ancora ripete il tutto per una terza volta. “Leo finiscila” , gli grido io e agito la mano per farlo scendere. Ma lui si limita solo a spostarsi più in là e senza alcun timore inizia a giocare di nuovo con l’acqua. Ci ha preso confidenza, ormai alterna le due zampette …
Incuriosito poi dal mio corpo dentro l’acqua inizia a fissarlo con più attenzione. E pian piano con il suo corpo si sporge sempre più avanti.
Insomma ad un certo punto dentro l’acqua ci finisce pure lui … si sporge così tanto che le zampette scivolano lungo la parete bagnata della vasca e perde l’equilibrio.
Io sapevo benissimo che sarebbe finita così ed infatti la mia prontezza di riflessi impedisce che Leo si bagni completamente. Riesco a spingerlo in alto afferrandolo con una mano da sotto la pancia. L’ho spinto fuori dalla vasca con così tanta forza che ho temuto d’avergli fatto male e che cadesse rovinosamente a terra. Ma, come ben noto, i gatti ricadono sempre sulle quattro zampe e Leo per fortuna non si è fatto alcun male.
L’ho visto poi fuggire via come un lampo. Era così terrorizzato che è andato a sbattere contro la porta semichiusa e questa volta penso che un po’ male se lo sia fatto.
Beh, non so se son riuscita a descrivere bene la scena, ma io ho cominciato a ridere e non riuscivo più a smettere. Anche ora, che sto tentando di descrivere l’accaduto, sto ridendo come una matta, perché in mente sono ben vive le due scene più buffe alle quali ho assistito da quando Leo è entrato in casa.
Per quella sera Leo non è più tornato in bagno, così io ho potuto tranquillamente finire le mie cose …
Oddio, proprio tranquillamente no, perché non riuscivo a smettere di ridere … Continuavano a tornarmi in mente le scene che avevo visto e le espressioni impaurite e spaesate del mio piccolo adorato micio …
“Chissà”, mi son chiesta, “Chissà se la prossima volta che farò il bagno Leo verrà a giocare con l’acqua o, memore di quanto gli è accaduto, preferirà starsene tranquillo nella sua cuccia ….” Quando sono uscita dal bagno, l’ho trovato che mi aspettava in camera, sul tappeto … come se nulla fosse accaduto … e allora ho terminato il mio pensiero: “si, credo proprio che tornerà di nuovo a giocare con l’acqua mentre la piccola Gio, si concede un po’ di relax con un bagno caldo … ma forse la prossima volta, mia adorato Leo, ti sarà difficile aprirla quella porta, perché le regole vanno rispettate….”

La piccola Gio.

 

 
 
 
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Data di creazione: 10/07/2009
 
 

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