GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Rapporti padre-figlio di un tempo, zio Piero, mio nonno Vincenzo Tavani e "il Quadro più bello"...

Post n°670 pubblicato il 21 Luglio 2012 da sergioemmeuno
 

  

 

 

  Le memorie di mio Zio Piero sull'indimenticabile papà Vincenzo.

   Quanto tempo perduto potrei dire oggi, ripensando a quando da ragazzo, profondamente timoroso di mio padre, non trovavo mai il coraggio di dialogare con lui, esprimendogli apertamente tutti i miei sentimenti.

   Come tutti i ragazzi che guardavano i loro padri come a dei modelli da imitare, anch’io provavo per lui grande ammirazione e rispetto, cercando di imitarne la rettitudine e l’onestà.

   E’ piacevole ripercorrere la propria vita guardando a tutto ciò che si è riusciti a costruire insieme. La passione per l’arte sicuramente me l’ha trasmessa lui, così come la natura ed il modo di capire e comprendere l’uomo con i suoi innumerevoli problemi, i suoi danni, le sue gioie.

   Picasso diceva che l’artista ha tre occhi: il terzo ha la funzione di vedere oltre la retina, in profondità, tirando fuori tutto ciò che c’è di prezioso dentro.

   E’ forse per questo che non perdevo mai le sue uscite estemporanee en plen air, e quando dipingeva cercavo di “rubare” con gli occhi il più possibile i suoi segreti… e quante volte mi sono dato per vinto!

 

   Autodidatta e colorista indiscusso, con una forte carica pittorica indistinta, amava disegnare il soggetto abbozzandolo col pennello a sciabolate direttamente sulla tela o sulle tavolozze già preparate con tonalità bruna.

   A volte, per insegnarmi, ripeteva che la maturità di un pittore non si misurava nel saper dipingere bene ma nel sapersi fermare al momento giusto; perché l’errore del principiante è nel voler finire subito, pretendendo di vedere il risultato come fosse un capolavoro.

   Il mare con i suoi magici grigi, la campagna con le terre d’ombra e i rossi insoliti sono stati i soggetti più cari ed espressivi. Si fermò facendo varie esperienze pittoriche, materiche e di colore, modificando a volte anche radicalmente la scala cromatica della sua tavolozza.

   Analizzò la pittura decisa e determinante di Rouault. Restò fortemente impressionato da Matisse e dalle esplosioni coloristiche dei Fauves, quelli che Lui chiamava i “diavoli” per l’uso del rosso puro in quelle tele infiammate.

   Passò attraverso lo studio della pittura sintetica, armonica e tonale di Cezanne identificandosi anche nel carattere: infatti come il maestro non amava le riunioni, le discussioni da caffè e le “mostre pilotate”; e spesso, proprio per la sua forte personalità si attirò mal dicerie e incomprensioni.

   Avrebbe desiderato vedere la pittura come un ponte che unisce le sponde dei sentimenti umani, invece si trovava spesso deluso e solo.

  

Io credo che la sua sia stata una battaglia più contro se stesso che con gli altri.

 

   Il pensiero della morte talvolta lo assaliva, e si manifestava sulla tela con improvvise esplosioni di colore puro, quasi un inno ed un’esaltazione alla vita. Questo pensiero era un qualcosa che lo aveva modificato rispetto alla vita, specie nelle scelte importanti. “Ma ve la ricordate quant’è buona la zuppa inglese?

   E forse al pensiero della morte è collegato il fatto che non ebbe mai il coraggio di organizzare una propria mostra personale: c’era dietro un triste ricordo che lo marchiò a fuoco. Un suo amico pittore, ferroviere anch’egli e pensionato, un giorno decise di organizzare una propria mostra. Ci aveva creduto moltissimo, ma le cose non andarono come aveva sperato. Conobbe la disonestà di certi critici d’arte e non volle scendere a compromessi: il dispiacere l’uccise.

 

   Mio padre traeva forza e beneficio dalle sue creature, veri esseri viventi. Le sue opere gli parlavano, pregavano con lui, erano qualcosa di più di semplici quadri, al punto di associarvi simbolicamente le persone scomparse a lui molto care: il padre, la madre e le due sorelle.

   Amava sedersi e contemplarli seguendone le linee, fischiettando e ripensando forse ai momenti in cui li aveva visti nascere.

   Che sofferenza deve essere stata per lui, quando, negli ultimi momenti della sua vita, a causa di un forte abbassamento della vista non potette più leggere né dipingere.

   Il 1980 è un anno che ricordo con piacere e commozione. Lavorammo insieme a un opera importante: una decorazione murale nel salone della nuova sede DLF di Civitavecchia: “Locomotore a vapore 740”.

   Grande la fiducia in noi posta dal presidente Morucci ed altrettanto grande è stata la responsabilità per un lavoro che, per la prima volta, vedeva assieme il padre e il figlio, il maestro e l’allievo. Confronto di idee e stili diversi, pareri, consigli, critiche.

   In quell’esperienza si è cresciuti di più, ci si è conosciuti di più, e ci si è voluti più bene: ed è questo sicuramente il “più bel quadro” della nostra vita.

   Grazie, papà.

                                                    By Zio Piero.

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p.s. In quella frase della "battaglia contro se stesso"... ci si rispecchia molto anche il nipotino Sergio...

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Commenti al Post:
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 21/07/12 alle 17:32 via WEB
... e grazie a voi di cuore, Zio Piero e Nonno Vincenzo. :-)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
DaniG il 21/07/12 alle 18:54 via WEB
bentornato! narratore.... kiss :)))
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 21/07/12 alle 22:34 via WEB
Buona sera Dani, e ben tornata anche a te. :-)))
 
   
cappottinonero
cappottinonero il 21/07/12 alle 23:39 via WEB
BENTORNATOOOOOOOOOOO Sergigno!!! :-))))
Senti... giusto per non smentirmi...;-)
alla Mannoia qui, a furia di bere caffe' neri bollenti, le verra' un ictus e a me l' orchite... ah ah ahahahh... Che ne dici di cambiare... magari una bella canzone di Bowie ;-)
Sì ok... mi tolgo dai maroni e vado a leggere il post :-)))))
 
     
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 21/07/12 alle 23:43 via WEB
SIssignora, eseguo! ti nomino caporedattrice del mio blog. Ciao Cap. :-))
 
     
cappottinonero
cappottinonero il 22/07/12 alle 00:00 via WEB
Mica gratis pero' eh... ;-)
 
     
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 00:10 via WEB
Ahia... te stai già ad allarga'... :-)
 
     
cappottinonero
cappottinonero il 22/07/12 alle 00:48 via WEB
Che ce voi fa'... so tempi de magra ;-)

Ho un amico che dipinge... e resto sempre incantata quando dal nulla... quella mano, guidata dalla sua Anima e dal suo inconscio... pennellata dopo pennellata, spatolata dopo spatolata... da' vita a qualcosa che prima non c'era su quella tela.
Un processo creativo che invidio molto.
Per me e' un dono, un talento... e' davvero il massimo dell' espressione di se' stessi.
E il bello e' che ognuno puo' vederci qualcosa in piu' o in meno rispetto all' artista, secondo la propria interiorita' e il proprio stato d'animo... perche' poi, alla fine, quello che conta e' cio' che ti resta dentro, dopo aver spento il cervello e osservato, letto quei colori e quei tratti con Cuore aperto... non so se mi spiego...

(This is not America... vabbe'... con tutta la roba che c' era!... ahahaha.. ahahhah...)
 
     
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 00:53 via WEB
D'accordissimo sulla pittura. Mi bocci "America"? e no, eh! :-)
 
profumodjdonnaxx
profumodjdonnaxx il 22/07/12 alle 00:02 via WEB
Complimenti per la song....bravo Sergio!!
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 00:09 via WEB
Grazie Paola. :-)
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 00:03 via WEB
>>>>> Precisazione sulla tela: è stata dipinta nel 1980, mentre quel "1970" sul bordo della foto sta a indicare l'anno in cui la locomotiva è stata concepita. ------------
 
Ventodoriente
Ventodoriente il 22/07/12 alle 00:26 via WEB
Rieccoti Se! tutto ok??? :))))
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 00:53 via WEB
Tutto kappa 'a ventoooooooo. :-)
 
ComeLa_Paprika
ComeLa_Paprika il 22/07/12 alle 10:58 via WEB
chi combatte gli altri è perchè sfugge a sè stesso Sergio! Dentro noi siam pieni di cose da riguardare, rivalutare, cambiare e mentre il tempo passa evolverci con quanto abbiam vissuto, solo se in guerra con noi possiam arrivare dove staremo bene e l'epicentro di noi non è certo il un profilo fisico, quello è solo il confine tra noi e il mondo, ma il nostro mondo è dentro noi e quindi serve viverlo come i quadri che descrivi ... con calma e senza sottovalutare nulla. bacio
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 11:22 via WEB
D'accordo sul "chi combatte gli altri è perchè sfugge a sè stesso"... ma, in alcuni casi, come mio nonno, la battaglia rimane confinata dentro se stessi. Ed è lacerante. Ciao Lu. :-)
 
gaza64
gaza64 il 22/07/12 alle 11:01 via WEB
Nonno materno...Artista...e suo figlio che condivide con lui la stessa passione, ancora tangibile attraverso ciò che di quel nonno è rimasto: tele, parole, colori...Un'eredità frutto di quel "terzo occhio" di cui parlano anche le filosofie orientali: quello attraverso il quale, non solo l'artista, ma la persona illuminata, in un certo senso vede ciò che il senso non mostra. Un ricordo nel ricordo, nel ricordo...Bellissima scelta narrativa, e bellissimo il Vostro ricordo...Bentornato Sergio :)(: Gabri
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 11:24 via WEB
Grazie Gabri, "donna del terzo occhio". Mi fa sorridere il tuo nuovo simbolo grafico. :)(:
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 22/07/12 alle 11:24 via WEB
Sì, dici bene... un ricordo (il mio) del ricordo del ricordo. :-)
 
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