GIORNI STRANI
Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.
Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011Poll: Esistono oggigiorno condizioni per una coppia solida e serena nel tempo?
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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.
« Destino, quel Librone de... | Annata 1974: frame su ci... » |
Sir Edward e quella meraviglia in un'oasi di cemento.
Appuntamento consueto del giovedì sera al Café Le Procope, sulla rue de l'Ancienne Comédie. <<Qual è stato, Edward, il tuo amore più... insomma, sì... più particolare>>, gli chiesi osservando quegli occhi imprescrutabili. <<Commissa', cosa significa "particolare">>, rimase spiazzato, e quasi mummificato, con quel braccio in avanti, con la cenere che si era accumulata sulla sigaretta. Cenere pigra. Lesse il mio pensiero: <<Intendi, un amore prezioso... speciale? a prescindere da tutto?>> <<Esattamente, sir.>> Un sorso di cognac, i suoi occhi si liquefarono. <<Anni fa, con una giovane donna, partì tutto da un'amicizia fatta di confidenze e di storie...>> <<Continua, sir. Ti prego.>> <<In breve tempo, capimmo che avevamo bisogno l'uno dell'altro.>> <<Fin qui nulla di anomalo... cosa c'era di diverso>>, obiettai smanioso di seguirlo sul filo di quei ricordi. <<Un attimo, eh! Avevamo ambedue la stessa percezione>>, un segmento di esitazione, <<era come se una meravigliosa creatura si fosse creata una vita a se stante, nutrendosi delle nostre fragilità, sensazioni, pensieri... non so se rendo...>> balbettava adesso. <Capisci? si era voluttuosamente attaccata a noi, armata di mestiere, potere, consapevolezza.>> E gesticolava con lo stuzzicadente dentro il bicchierino. <<Una deliziosa e luminosa entità che vi attraversava, parlava la vostra stessa lingua, vi univa, suppongo... succhiando avida energia...>> <<Oggi mi stupisci, ehe. E sì, è proprio così. Una creatura che ci aveva sottratto da questa dimensione, da questo mondo conosciuto. Per mostrarci i prodigi del suo Giardino incantato.>> E sorrise di una tenerezza incredula, mistica: <<E il Tempo ci era estraneo. E non ci dispiaceva affatto che ci succhiasse energia, credimi... perché ci ripagava immensamente, in qualche modo... Nel nostro sfinimento eravamo felici perché nudi, dimentichi di noi stessi.>> <<Bellissimo, sir. Mi hai fatto affacciare su un'oasi di verde...>> <<No carissimo, perdonami.>> Guardò in un angolo verso il basso. <<Una meraviglia in un'oasi di cemento.>> Una meraviglia in un'oasi di cemento. |
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