GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

In classifica

 
 

Ultime visite al Blog

captain_harlock_7Prelude2012sergioemmeunoMAGNETHIKACrossPurposesLajla665althea_19631gloria19652014bettedaviseyes1lucilla_800Ventodorienteurlodifarfallavenere674cuoretenero75
 

Ultimi commenti

 

Foto

Molte foto sono state scaricate dal Web. Se sono protette dal copyright, l'autore può contattarmi e ne provvederò alla rimozione.

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Area personale

 

FACEBOOK

 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 84
 

Chi può scrivere sul blog

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Tag

 

modificare foto

 
Aggregatore notizie RSS
 

Aggregatore _nline

 

Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« La Vita Reale che strito...La lettera del mio Papà! »

Un mio pensiero sulla Signora Felicità e sulla Signorina Spensieratezza...

Post n°595 pubblicato il 15 Aprile 2012 da sergioemmeuno
 

  

  

 

   Giorno a tutti. Esporrò oggi la personale idea su una signora bellissima, fascinosa, luminosa, che da che mondo e mondo è il tormento malcelato di tutti, poveri e ricchi, corteggiata e inseguita senza requie dall’essere umano: la magnificente Signora Felicità… che, spero non si offendi e non si vendichi nei miei confronti, è anche un pochino stronza. Con permesso, eh.

   E sì, come la diva delle dive: quanto più la cerchi, quanto più la brami… tanto più Lei ti sfugge e prosegue dritta, altera, sguardo alto e collo di cigno, chioma cristallizzata, su quel lungo Viale, trascinandosi l’interminabile velo di organza sull’asfalto: tanto non si sporcherà mai, quel velo niveo.

   …E nello stesso istante, voltandosi, ammicca e ti sorride, facendoti intuire, la sadica, che non è irraggiungibile. Gioca sull’illusione, sull’audacia, sulle possibilità più recondite, la mestierante di lusso. E’ una fenomenale prestigiatrice degli stati d’animo, degli umori, dei sentimenti.

   Diciamoci la verità: altro che Potere, altro che bellezza: chiunque di noi sarebbe disposto ad andare a braccetto, ogni tanto, anche per dieci minuti, con questa Signora dalla moralità alquanto discutibile… sicché siamo disposti volentieri a divenire più puttane della maestra: la posta in palio è incommensurabile.

   Il Viale procede sulla linea convenzionale del Tempo. Ognuno di noi ha il proprio Viale, e i lati sono costeggiati dalle pietre del nostro cammino. Pietre che sono come essere viventi, in quanto nostri testimoni in carne e ossa. Pietre di ricordi bellissimi; pietre di ricordi neutri, ossia momenti senza significato; pietre di reminiscenze brutte.

 

   Sono dell’idea che la Signora Felicità, miei signori, in genere la si incontri solamente dopo che abbiamo vissuto indimenticabili momenti. Come se fosse una successiva elaborazione mentale. Solo dopo un mese o un anno o più, esclamiamo nostalgici: <<Ah quanto eravamo felici!>>.

   E in tal senso, si pensi alle sue frequenti apparizioni di fronte a persone ormai stagionate, ai cui occhi non esita a sfogliare gli album delle foto di gioventù. E sì, la giovinezza da bere…

   Invece quando passiamo momenti meravigliosi – può essere un attimo come una giornata come un troncone della nostra esistenza –, non siamo capaci di riconoscere la Signora Felicità: perché non è nella consueta e appariscente veste di galà; bensì la trasformista è una lavandaia ilare, abiti dimessi, fazzoletto sul capo, guance rosate, paffutella e timida: ci si presenta come la Signorina Spensieratezza.

   Solo più in là, per i più fortunati, un bagliore ci rischiarerà a giorno e coglieremo il senso della beffa delle beffe: la Signora e la Signorina sono la medesima cosa.

 

 

Buona domenica a tutti!

p.s. In alto, La lavandaia (1880) di Pasquale Celommi, esponente del verismo abruzzese ottocentesco.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963