GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Incontri ordinariamente straordinari sul treno, uomini di altri pianeti: Emanuele Brandi (3)

Post n°586 pubblicato il 31 Marzo 2012 da sergioemmeuno
 

  

  

   

   

   Non di rado da un sorriso sgorga una risata liberatoria. Cristallina come un ruscello montano.

   Strana cosa quando si scoppia a ridere all’unisono, specie quando sei con uno sconosciuto, per carità, un adorabile sconosciuto.

   Magari all’inizio ignori le cause di quella risata. E inizi a prendere in considerazione che sei un tantino esaurita, se non addirittura pazza. Ma poi, armeggiando col filo, sbrogli la matassa e riesci a trovare i due capi.

   E ai due capi del filo, ci sono i nostri pensieri-vibrazione agganciati alla stessa cella… Sabrina ed Emanuele…

 

   Deve essere una noia disumana, un qualcosa di assolutamente alienante per la mente fertile, salire tutti i santi giorni su quel cazzo di treno, e vedere sempre le stesse facce, che anche se non le conosci è come se le conoscessi una per una, in quanto sono spettri di indomiti viaggiatori, ossia gli “zombie del Terziario”; e respirare sempre quell’acre odore dello scompartimento, il miscuglio letale del fumo delle sigarette e delle carte dei giornali, degli umori sprigionati da tutte quelle anime profumate senza il minimo gusto, delle folate emanate da giacche di velluto marrone, pantaloni di fustagno, gilet e maglioncini pesanti, soprabiti di donna e di uomo, finanche biancheria intima lavata frugalmente senza ammorbidente…

   E non ti abitui mai a quell’alito che esala dalla bocca dei tuoi compagni pendolari, che respirano lo stesso fazzoletto quadrato… brave persone, che lavorano e curano una famiglia, per carità… ma mi sento in dovere di obiettare: con che diamine fanno colazione la mattina, con salsiccia e broccoletti? E pure quando distingui quell’aroma del caffè della colazione – un aroma generalmente gradevole –, l’effetto sul tuo ricettore cerebrale è tutt’altro che piacevole.

 

   Ma non sempre le cose vanno in un modo scontato, per fortuna. Avverto l’alito di Emanuele: deve aver fatto colazione per forza con cappuccino e cornetto. Non ho il  minimo dubbio. Avrei quasi la tentazione di chiederne la conferma, ma a che pro? Farei la parte della scema, cosa che ovviamente non sono. E non tanto perché sia un'insegnante con la carriera onorevole alle spalle.

   Ebbene, dicevo, che almeno per questa volta, la fragranza della colazione del viaggiatore di fronte mi aggrada. E manco poco.

   Forse sono bendisposta e condizionata dal personaggio? Da quel volto senza forma e senza tracce di storia, patimenti o gioie che siano? Da quei denti bianchi e da quelle labbra che appartengono a un uomo che è in salute?

   Un uomo colto, ma non enciclopedico. Sportivo, ma non pompato da ore e ore di meccaniche sedute nell’acaro della palestra. Di una gradevolezza esteriore tutta naturale, dietro cui si percepisce – ed è qui che subentra il bello – il cervello di un uomo come Cristo comanda. Emanuele Brandi, si chiama.

 

Percettivo

Deciso

Ironico.

 

   Non so se lo rivedrò, ma credo che non lo farei mai conoscere a nessuna delle mie amiche.

 

Percettivo

Deciso

Ironico.

Anarchico, aggiungo ora…

…E votato alla libertà, azzardo.

 

 
 
 
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