Creato da personcinaGisella il 25/08/2012

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SCOPERTA NELLO SRI LANKA NUOVA SPECIE DI TARANTOLA. LA GUERRA L'HA FATTA ARRIVARE VICINO ALLE CASE.

Post n°53 pubblicato il 10 Aprile 2013 da personcinaGisella

Sri Lanka: scoperta nuova specie di tarantola, la guerra l'ha fatta arrivare vicino alle case

È velenosa ma non letale: 25 anni di guerra civile hanno distrutto il suo habitat

È stata scoperta una nuova specie di ragno, una tarantola velenosa. Vive nel nord dello Sri Lanka e la sue otto zampe, caratterizzate dalle marcature gialle, si estendono per 20 centimetri. Oltre che essere velenoso è anche un ragno che si muove velocemente. Il primoavvistamento della specie gigante avvenne nel 2009, quando un abitante locale portò un ragno morto agli studiosi dello Sri Lanka's Biodiversity Education and Research, ma finora nessuno dei membri dell’istituzione era stato in grado di trovare altre tarantole giganti nella giungla a nord dell’isola per poter fare una descrizione più dettagliata del nuovo aracnide, viste anche le difficoltà dovute alla guerra civile. Ora Ranil Nanayakkara - un ricercatore srilankese – è riuscito nell’intento, aiutato da un ufficiale di polizia, a spostarsi nella giungla. Alla nuova tarantola è stato dato il nome di Poecilotheria rajaei e la specie è imparentata con il ragno più grande del mondo, chiamato «il Golia mangiatore di uccelli» (Theraphosa blondi) che vive in Sudamerica.  VERSO LE CASE- Il veleno di questa tarantola non è letale per gli esseri umani, ma può uccidere serpenti, uccelli, lucertole e piccoli roditori. «La scoperta dimostra che la fauna continua a sopravvivere mentre nella regione è in corso da 25 anni una guerra civile, ed è in grado di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione», dice Peter Kirk, redattore del giornale della British Tarantula Society. Purtroppo lo scopritore Ranil Nanayakkara ha notato che «gran parte dell'habitat naturale di questa tarantola è stato distrutto. Ciò significa», ha aggiunto, «che questi ragni velenosi hanno dovuto spostarsi sempre più vicino agli esseri umani, alle case e ai villaggi».

 

 

 

 

 
 
 

MALTRATTAVA I SUOI CANI. ESPOSTO ALLE AUTORITA' COMPETENTI

Post n°52 pubblicato il 05 Aprile 2013 da personcinaGisella

 

<Maltratta suoi cani<.

E' l'allarme lanciato dall'Enpa che ha già presentato un esposto alle autorità competenti.

DOPO AVER SOTTOPOSTO PER ANNI I SUOI CANI  ad indicibili sofferenze, adesso prende un altro cucciolo. L'allarme è stato lanciato dall'Ente nazionale per la protezione degli animali (Enpa) di Pistoia che ha già presentato un esposto alle autorità competenti. L'associazione ricorda come uno dei tre cani, il pastore tedesco, fosse legato con una catena d'acciaio così stretta che la carne viva è cresciuta dentro le maglie e che per salvargli la vita l'Asl 3 di Pistoia ha dovuto sottoporre la bestiola ad un'operazione durata 4 ore, mentre un'altra canina era tenuta al buio dentro una baracca di vecchie lamiere.

Tutti   i cani vivevano in un recinto nascosto in un bosco in Provincia di Pistoia, pieno di escrementi, dove erano alimentati solo con pane secco e acqua sporca. Dopo aver denunciato il proprietario agli enti competenti e averlo convinto a cedere i cani (per il pastore tedesco è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica per reati di maltrattamento), l'Enpa ha ora ricevuto numerose segnalazioni dalla gente allarmata per aver visto l'uomo di nuovo con un cucciolo di pochi mesi al guinzaglio. Da qui un secondo esposto al Servizio veterinario Asl 3 Pistoia e alla Polizia municipale per chiedere l'immediata verifica. La Regione Toscana, afferma la presidente dell'Enpa Rossella Ghelardini, ha varato una legge, la 59 del 2009, all'avanguardia in Italia per i diritti degli animali, che vieta l'uso della catena per i cani, se non in casi eccezionali e per una durata non superiore alle 6 ore giornaliere, oltre a definire le condizioni e i metri quadrati minimi in cui farli vivere (8 per ciascun animale).

 

 

 
 
 

FIRENZE, CANE SI STRANGOLA CON LA CATENA. ABBANDONATO SENZA ACQUA E CIBO.

Post n°51 pubblicato il 05 Aprile 2013 da personcinaGisella

a SAN DONNINO

Firenze, cane si strangola con la catena
Era stato abbandonato senza acqua e cibo
Le guardie zoofile stanno cercando il proprietario, dovrà rispondere di abbandono e maltrattamenti

È morto dopo giorni bloccato con la catena all'interno di una recinzione senza nulla da mangiare e da bere. A ritrovarlo le guardie zoofile dell'Enpa di Firenze che ora stanno cercando di risalire al proprietario del cane che attualmente risulta essere irreperibile in zona. Per lui scatterà la denuncia di abbandono, incuria e maltrattamento animali, visto che l'animale è rimasto immobilizzato per giorni senza che il proprietario se ne accorgesse o gli portasse acqua e cibo. Una storia che ripropone il problema dei tanti animali che nel periodo estivo, soprattutto in questi giorni di Ferragosto, vengono abbandonati per strada o lasciati da soli come nel caso di Firenze .LA SEGNALAZIONE - Le guardia zoofile, dopo una segnalazione, si sono recate in un piccolo appezzamento di terreno in zona San Donnino, nei pressi di via dei Manderi dove hanno constatato, una scena penosa e raccapricciante: all'interno di una recinzione vi era un cane strozzato dalla stessa catena che aveva al collo. Dagli accertamenti effettuati e dai primi riscontri autoptici dei veterinari Enpa risulterebbe che il cane, un meticcio maschio di taglia media, dopo essere salito sulla tettoia del suo riparo, probabilmente cercando di scavalcare più volte la recinzione, si sia impigliato aggrovigliando la catena nel telo ombreggiante e nella la recinzione, fino ad immobilizzarlo totalmente in posizione semi-alzata. La morte sarebbe sopraggiunta dopo circa due giorni per disidratazione. Il cane non era in grado né di muoversi, né di abbaiare visto che la catena era talmente tesa da non consentirgli alcuna azione.

 

 

 

 

 
 
 

FINTI AGNELLI IMPICCATI AD UN ALBERO PER PROTESTA CONTRO CONSUMO DI CARNE D'AGNELLO

Post n°50 pubblicato il 05 Aprile 2013 da personcinaGisella

(Photoviews)

FINTI AGNELLI IMPICCATI SU UN ALBERO PER PROTESTA CONTRO IL CONSUMO DI CARNE D'AGNELLO.

Protesta animalista in piazza XXIV Maggio A MILANO, contro il consumo di carne di agnello durante i giorni di Pasqua. Le tre sagome sono state appese alla nota quercia che qualche anno fa l'artista Maurizio Cattelan utilizzò per «impiccare» dei fantocci raffiguranti bambini

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 

STERMINATELE QUERCE DELL'ANTICO BOSCO DI VIONE. DENUNCIA DEL WwF ALLA POLIZIA PROVINCIALE.

Post n°49 pubblicato il 05 Aprile 2013 da personcinaGisella

Sterminate le querce dell'antico bosco di Vione
Denuncia del Wwf alla polizia provincialeI volontari intervenuti quando hanno visto i tir carichi di tronchi

Morte di un bosco, l'ultimo forse, dell'estesa campagna attorno alla metropoli:il Bosco di Vione,vicino a Basiglio, custodiva alberi maestosi e centenari, le farnie, ovvero le querce più diffuse in Europa, rinomate per la loro longevità (nel Nord Europa ne esistono esemplari che hanno 1.500 anni). E il fatto di stare  nel cuore del Parco Sud non è bastato a tutelarlo. Era anche il rifugio di selvatici e luogo eletto ad ogni primavera dai volatili per costruire i nidi. Ebbene, insieme alle possenti farnie è sparito anche il sottobosco.  TAGLIO - Risulta che il proprietario dell'area avesse chiesto l'autorizzazione al Parco Sud per abbattere robinie, ailanti, cioè piante «straniere», alloctone, invasive, e pioppi ibridi. Ma nell'operazione di «pulizia etnica» sono state coinvolte anche le farnie. Ciò che rimane è un paesaggio impoverito, un cimitero con qualche pianta rinsecchita. Ad accorgersi che il bosco era svanito sono stati alcuni volontari del Wwf. Immediata la denuncia alla polizia provinciale e alla Guardia forestale. Ma il danno ormai era fatto. I volontari sono arrivati sul posto mentre gli ultimi tir carichi dei grandi tronchi lasciavano la zona. Qualsiasi sanzione un domani venga erogata per un taglio del bosco che è andato ben oltre il previsto (si parla di sanzioni ridicole), sarà ripagata dalla vendita di quella legna preziosa sul mercato. Le farnie - dove rimangono nel nostro territorio - sono le ultime testimoni dell'antico bosco che ricopriva la Pianura padana. Nel Parco del Delta del Po veneto, in provincia di Rovigo, c'è la quercia di San Basilio, una farnia di oltre 500 anni di età. IL BOSCO - La storia del bosco di Vione - che è anche nome del capitano di ventura che qualcuno vuole brigante ai tempi dei Visconti, qualcuno un Robin Hood di casa nostra, perché rubava il burro ai contadini che dal Pavese salivano in città per distribuirlo ai poveri - è legata a quella delle marcite, prati allagati e coltivati con il sistema inventato dai Cistercensi. «Nella zona più bassa rispetto al piano della campagna - spiega Antonio Delle Monache, guardia volontaria del Wwf - s'era creata una lanca con acqua, non più coltivata, e lì è cresciuto spontaneo un bosco. In tutto un'area di quattro ettari, dove dormivano esemplari di gufo comune e vivevano famiglie di anatre da decenni». La notizia del bosco quasi raso al suolo sta facendo il giro dei blog degli ambientalisti. «Chi ha un minimo di conoscenze botaniche o forestali - scrivono - sa che non si può selezionare senza lo spazio necessario per il movimento macchine, in particolare quello di Vione, fittissimo. Quelli del Parco Sud sul posto non ci sono mai stati». Intanto anche dalla periferia ovest, dalla zona 7, si alza un sos. Ci sono 40 fontanili ma alcuni sono a rischio, come quello di S. Agnese, valorizzato dalle associazioni sul territorio, e nel quale il Comune di Settimo Milanese, quando piove, scarica le acque di fogna.

 

 

 

 
 
 

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